Giancarlo Giorgetti era stato il primo schermirsi quando cominciò a girare il suo nome come possibile nuovo ministro dell’Economia: “Ma no – diceva con inconfondibile inflessione lombarda -, ma no, per fare il ministro dell’Economia ci vuole uno standing internazionale”. Quello standing Giorgetti non ce l’ha: non è Draghi, non è Ciampi ma non è nemmeno Siniscalco. Non è un economista anche se si è laureato in Economia alla Bocconi e anche se ieri, nel suo debutto alla Giornata del Risparmio, ha volutamente insistito, ma non solo per vezzo culturale, nelle citazioni di un illustre economista e Presidente della Repubblica come Luigi Einaudi. Giorgetti non è un economista ma è un politico. Uno come fu negli anni Ottanta il suo predecessore Giovanni Goria che, nella sua prima intervista da ministro del Tesoro, stupì tutti dicendo: “In economia io mi fido del mio naso” da cui nacque la teoria del nasometro, ossia del buon senso e del pragmatismo. Naturalmente gli accademici arricciarono il naso e Goria, che nel suo staff aveva brillanti economisti come Mario Draghi (sì, proprio lui) e Fabrizio Galimberti (quello delle nostre Lancette dell’economia), andò dritto per la strada e non fece male.
GIORGETTI RICORDA GORIA: NIENTE FUMOSE TEORIE MA MOLTO PRAGMATISMO
Giorgetti ricorda Goria: niente voli pindarici, niente fumose teorie economiche ma molto pragmatismo. Che è esattamente quello che occorre in una situazione economica e politica piena di incertezze e di incognite. Del resto il pragmatismo non è anche l’arma preferita della premier Giorgia Meloni?
“Buon senso”, di kennediana memoria – ha chiosato Giorgetti – e “parsimonia” sono state le due parole più usate dal nuovo ministro dell’Economia nel suo intervento alla Giornata del Risparmio subito dopo quello del Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Che tradotte significano: continuità con la linea economica del Governo Draghi, fatta di stabilità e crescita, di PNRR e di riforme.
GIORGETTI IN CONTINUITA’ CON DRAGHI E DI PENSIONI E FLAT TAX NON PARLA
Ma le pensioni anticipate e la flat tax al 15 o al 23% sbandierate dalla Lega e da Forza Italia in campagna elettorale? Giorgetti non he ha fatto cenno e mai silenzio si può considerare più d’oro del suo. Naturalmente bisognerà vedere se Giorgetti saprà resistere alle spinte populiste del centrodestra? Lo sapremo vivendo ma la prova del debutto Giorgetti l’ha superata a pieni voti. Continuerà così? Speriamo.
Che bello che il Direttore Locatelli abbia colto ed evidenziato l’inflessione lombarda di Giorgetti. Da lombardo a lombardo. Siamo sempre così pieni di pudore noi nati tra il Ticino e l’Oglio.