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Campari: gli aperitivi gonfiano vendite +27,3% e utili +32,7%. Crescita a doppia cifra nei primi nove mesi 2022

Le vendite nette hanno superato i 2 miliardi – In Italia la crescita è del 21,5%, Aperol regina degli aperitivi

Campari: gli aperitivi gonfiano vendite +27,3% e utili +32,7%. Crescita a doppia cifra nei primi nove mesi 2022

Campari corre in Borsa dopo la pubblicazione dei conti dei nove mesi. A metà mattinata le azioni Campari realizzano una delle migliori performance del Ftse Mib, guadagnando l’1,53% a 9,142 euro dopo aver toccato un massimo di 9,334 euro.

Campari: i conti dei primi nove mesi 2022

Campari ha chiuso i primi nove mesi 2022 con un utile netto di 452,7 milioni di euro, in crescita del 32,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e con un utile ante imposte di 483,3 milioni, in aumento del 40,8%. Le vendite nette si sono attestate a 2,005 miliardi, in aumento del 27,3% a valore e con una variazione organica di +19% (+18,6% nel terzo trimestre).

Andando avanti coi dati, l’effetto perimetro è stato negativo per -0,2%, mentre l’effetto cambio positivo per +8,5% (pari a 133,5 milioni) è dovuto principalmente alla forza del dollaro statunitense. Il margine lordo è salito del 25,9% a 1,21 miliardi ed è pari al 60,3% delle vendite, l’ebitda rettificato ha registrato una crescita del 33,4% a 557,8 milioni e l’ebit rettificato del 36,8% a 492,2 milioni.

L‘indebitamento finanziario netto è aumentato di 130,2 milioni rispetto al 31 dicembre 2021, arrivando a quota 961,2 milioni. Secondo l’azienda, l’incremento si deve soprattutto al riacquisto di azioni proprie e al dividendo. 

Crescita organica a doppia cifra nel terzo trimestre 2022 grazie agli aperitivi

La società ha segnalato che “nel terzo trimestre è proseguita la forte crescita organica a doppia cifra, grazie alla dinamica molto robusta dei brand e all’effetto prezzo. In particolare, la performance è stata guidata dagli aperitivi nel loro picco stagionale, beneficiando anche di condizioni meteorologiche favorevoli, nonche’ dai brown spirits”. 

Nei mesi luglio-settembre, infatti, l’Ebit rettificato ha registrato una crescita organica del 10,6%, con una diluizione organica della marginalità di -160 punti base a causa della maggiore inflazione sui costi dei materiali, in particolare quelli logistici, e al mix geografico di vendite meno favorevole, solo parzialmente mitigati dai primi effetti positivi degli aumenti prezzo attuati con successo.

Campari continua a crescere nelle Americhe, +21,5% in Italia

Sotto il profilo territoriale, nell’area delle Americhe che rappresenta il 45% dei ricavi della società, Campari ha registrato vendite organiche in crescita del 18,7%. Il mercato principale, gli Stati Uniti, è cresciuto del 14,6%. L’area Sud Europa, Medio Oriente e Africa (28% del totale) è cresciuta del 23,3%, mentre l’Italia – il mercato principale dell’area – ha segnato un aumento del 21,5% con trend positivi che continuano nel terzo trimestre (7,9% o Cagr a 3 anni pari a +14% rispetto al 2019). A trainare i risultati sono gli aperitivi con Aperol (+25,5%), Campari (+34,1%), Campari Soda (+9,2%) e Crodino (+20,6%). 

Infine, l’area  Nord, Centro ed Est Europa (20% del totale) ha registrato una crescita organica del +18,3%, con un +22,5% in Germania e un +13,1% nel Regno Unito. Le vendite dell’area Asia-Pacifico (7% del totale) sono cresciute a livello organico del +5,6%.

Aperol regina degli aperitivi

Guardando ai vari brand, Aperol è cresciuto +31,4%, grazie ai mercati principali come Italia (+25,5%), Germania (+35,4%), Stati Uniti (+56,7%), Spagna (+100,8%), Francia (+29,4%) e Regno Unito (+21,6%). Campari ha registrato una crescita forte del 29,9% con un continuo slancio positivo nel terzo trimestre (+26%). La performance è stata trainata anche dall’Italia (+34,1%), mercato principale del brand.

Le stime per il 2022

Guardando al resto del 2022, Campari rimane “fiduciosa sulla dinamica positiva del business con la sovraperformance dei nostri marchi chiave rispetto ai mercati di riferimento grazie alla forza dei brand. Dal punto di vista degli ordini di vendita, ci aspettiamo una normalizzazione del trend di crescita nell’ultimo trimestre che riflette il mix di vendita stagionale nonche’ le sfide a livello di supply chain in aree selezionate”, ha affermato il ceo del gruppo, Bob Kunze-Concewitz, commentando i risultati dei primi nove mesi dell’anno e confermando “la nostra guidance di margine Ebit-rettificato stabile sulle vendite nette a livello organico nel 2022 su base annuale, nonostante la diluizione della marginalita’ nel terzo trimestre dovuta all’atteso incremento dell’inflazione sul costo del venduto e al mix di vendite meno favorevole”. 

Comunque, ha spiegato il Ceo, “la volatilità e l’incertezza persistono a causa della pandemia in corso, delle tensioni geopolitiche e dell’elevata pressione inflazionistica, quest’ultima mitigabile da incrementi di prezzo”. Cio’ detto, nel complesso “la solida performance nelle nostre vendite e’ proseguita durante la stagione chiave estiva grazie alla dinamica molto positiva dei brand, alla continua forza del canale on-premise e alle condizioni meteorologiche favorevoli, nonche’ all’impatto iniziale degli aumenti di prezzo, che sono stati attuati con successo durante i nove mesi”. Per quanto riguarda l’effetto cambio, “ci aspettiamo che il contributo positivo trainato dal dollaro statunitense continui. Riguardo al medio periodo, rimaniamo fiduciosi nella forza dei nostri marchi, che ci consentono di prendere le opportune misure sui prezzi, per navigare attraverso le sfide attuali”, ha concluso Kunze-Concewitz.

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