Non è affatto un piccolo problema, ma una decisione sul rigassificatore di Piombino alla fine forse la prenderà proprio lei ,Giorgia Meloni in qualità di Presidente del Consiglio. Nel discorso di insediamento alla Camera ha parlato di caro bollette e di energia. Purtroppo a Piombino un sindaco esponente del suo partito, Francesco Ferrari continua a dire no alla struttura del gas nel porto toscano. L’ultima riunione della Conferenza dei servizi ha dato parere favorevole con il Presidente della Toscana Eugenio Giani, ormai pronto a firmare l’autorizzazione. Che cosa accadrà nelle prossime ore nessuno lo sa, ma la piega politico-amministrativa che ha preso la vicenda non fa bene all’Italia e in qualche modo fa ombra anche alle buone intenzioni sull’energia della neo premier. Il Sindaco ha annunciato un ricorso al TAR contro il parere della Regione. Cosi’ che la destra al governo che vuole superare la crisi energetica spingendo più in avanti tutto quello che il governo Draghi non avrebbe fatto (?) a questo punto è in evidente imbarazzo. Certo Meloni un’idea su come uscirne ce l’avrà, ma ancora non si intravede. Per il Presidente della Regione la nave con il gas starà nel porto di Piombino solo tre anni “ed entro 45 giorni Snam (la società che gestisce il gas) dovrà indicare dove montare la piattaforma offshore dove la nave fornirà servizio nei 22 anni successivi”.
Il rigassificatore non dà garanzie di sicurezza e salute ?
Il sindaco Ferrari non ne vuol sentir parlare ed ha dalla sua parte i Comitati che attaccano la Regione di centrosinistra. Il Comune si muove anche con carteggi e denunce formali, tant’è che nella Conferenza dei servizi ha messo sul tavolo alcuni rilievi tecnici con i quali si chiedono garanzie di sicurezza e di salute pubblica. Perché l’Italia con circa 5 milioni di persone che non pagano le bollette per i prezzi aumentati, deve incatenarsi su questioni di principio ? La Snam e la Regione hanno fornito ampie garanzie da questo punto di vista. Il fronte del NO per dare man forte al Sindaco sta organizzando addirittura uno sciopero provinciale. La sinistra, per giunta, ha qualche distinguo al proprio interno.
L’infrastruttura di Piombino utile a superare la crisi energetica
“Il mare è vita e il rigassificatore è morte”, è uno degli slogan gridati, mentre la vicenda politica in Toscana come a Roma ha tutt’altre caratteristiche. “L’Italia ha un patrimonio di energia verde troppo spesso bloccato da burocrazia e veti incomprensibili ” ha detto Giorgia Meloni alla Camera. Sono i tabu’ contro i quali Draghi e Cingolani hanno lottato per circa due anni. Cingolani, intanto, è diventato consulente di Palazzo Chigi. ll fatto è che in questo momento bisogna darsi da fare a livello nazionale su tutte le fonti per “rafforzare le misure a sostegno di famiglie e imprese – dice la premier -su bollette e carburanti, con un sostegno imponente per creare un argine al caro energia”. Il rigassificatore ne è una parte. La difficoltà sta proprio nel far capire agli oppositori di Piombino che quel rigassificatore allevierà le pene di milioni famiglie ed imprese. La disputa sull’infrastruttura riguarda ,infatti, i prossimi decenni. Un orizzonte ” al quale vogliamo guardare non è il prossimo anno o la prossima scadenza elettorale, quello che ci interessa è come sarà l’Italia tra dieci anni”. Sono parole di Giorgia Meloni da cui ci si aspetta un pronunciamento definitivo.