Accordo in extremis al Consiglio Ue su energia, price cap per gas e elettricità e nuovo Sure per garantire equità tra i Paesi Ue in campo energetico. Ma è un accordo che lascia freddi i mercati e non convince gli operatori: le Borse europee aprono in rosso ma il prezzo del gas al Ttf olandese, sui futures di Novembre 2022, è in calo dell’8,37% a quota 117 euro sui 127 della chiusura di giovedì sera. Come si spiega questo paradosso? In verità l’accordo tra i Ventisette è arrivato attorno alle due di venerdì mattina dopo ore di confronto, anche duro. Con il premier Draghi, al suo ultimo appuntamento Ue, e il presidente francese Macron determinati a precisare gli “obiettivi concreti” per limitare effettivamente i prezzi del gas con un price cap, mantenendo aperte tutte le porte per utilizzare gli strumenti europei allo scopo di mantenere “le condizioni di parità e l’integrità del mercato unico”.
Consiglio Ue energia: Draghi perde la pazienza
Soprattuto, riferiscono fonti Ue, Mario Draghi ha puntato i piedi: “Non firmo queste conclusioni, abbiamo perso fin troppo tempo, non avete capito che siano in recessione e che se non prendiamo subito queste contromisure distruggiamo l’Europa e il mercato unico. Stiamo facendo tutti il gioco di Putin. Io non ci sto”, avrebbe detto il premier italiano, con tanto di fogli e pugno sbattuti sul tavolo lasciando sbigottiti i 27. Una forte e condivisa tirata d’orecchi alla Germania e all’Olanda. Si è dunque sfiorata una clamorosa spaccatura ma alla fine il richiamo di Draghi e Macron ha riportato la discussione su un binario più condiviso. E le conclusioni finali registrano qualche passo avanti.
Consiglio Ue energia: dopo lo scontro, torna un po’ di sereno
In conclusione del vertice c’è chi ha voluto vedere il bicchiere mezzo pieno.”Hanno prevalso unità e solidarietà”, ha indicato il presidente Ue, Charles Michel. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha sottolineato che adesso c’è un mandato preciso per definire le proposte che saranno poi oggetto di negoziato tra i governi. Le prossime due-tre settimane “permetteranno alla Commissione europea di esprimersi molto chiaramente sul meccanismo di un tetto al prezzo del gas e a fine ottobre, inizio novembre avremo questo meccanismo che potrà essere esplicitato e dunque fatto funzionare”, ha aggiunto. “Sul corridoio di prezzo sul gas e di solidarietà finanziaria penso si possa andare molto spediti”, ha indicato il presidente francese Emmanuel Macron. Da Mario Draghi una semplice battuta: “È andata bene”: l’Italia è soddisfatta. Sottolineano invece il bicchiere mezzo vuoto sia la Germania che l’Olanda. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz indica per gli strumenti finanziari comuni ci si concentrerà sulle risorse esistenti e che sul nuovo debito si vedrà”. Stessa linea del premier olandese Marc Rutte. La storia non è finita, ma le porte restano aperte a soluzioni Ue ambiziose.
Consiglio Ue energia: cosa dice l’accordo
Il binario da seguire resta quello proposto dalla Commissione il 18 ottobre scorso. Le misure, nel concreto, non cambiano: si va dalla piattaforma aggregata per il gas – volontaria ma obbligatoria per una quota del 15% del volume totale degli stoccaggi in Europa – all’incentivazione delle rinnovabili fino a un price cap al gas nella produzione di elettricità. E, sull’applicazione del modello iberico – caldeggiata dalla Francia ma non dalla Germania – che si potrebbe aprire la strada ad un nuovo Sure sull’energia. Nelle conclusioni si domanda alla Commissione di fare “un’analisi dei costi e benefici sulla misura” che, per compensare il differenziale tra prezzo amministrato e prezzo di mercato, comporterebbe un peso eccessivo sui conti pubblici di diversi Paesi membri. Ma l’altra novità che fa sorridere il premier italiano è proprio l’apertura – ancora molto cauta – che emerge su un possibile nuovo debito comune. Tra le misure, infatti, figura “la mobilitazioni di rilevanti strumenti a livello nazionale e Ue” con l’obiettivo di “preservare la competitività globale dell’Europa e per mantenere il level playing field e l’integrità del mercato unico”. Una frase che, secondo Palazzo Chigi, dimostra che le proposte italiane siano state accolte.
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“Andremo avanti spediti anche sulla solidarietà finanziaria”, ha spiegato Emmanuel Macron secondo il quale, su quest’ultimo punto, le opzioni di Bruxelles sono due: un Sure 2 oppure utilizzare i prestiti ancora disponibili oggi (circa 200 miliardi) nel quadro del RePowerEu, “dando un pò di flessibilità”. L’impressione è che i falchi del Nord optino per la seconda strada ma, dalla Germania, dopo mesi di muro qualche concessione è arrivata. E, come prevedibile, a catena anche gli altri ‘frugali’ si sono allineati. “Il focus è sui fondi che già abbiamo ma sul nuovo debito vediamo che si può fare…”, ha aperto Olaf Scholz lasciando il vertice. E così la Ue ha evitato la rottura e si è mantenuta unita nei confronti della Russia.
Gas Gnl: Spagna, Francia e Portogallo d’accordo sul corridoio verde
A latere del Consiglio Ue energia Spagna, Portogallo e Francia hanno raggiunto un accordo importante sul Gnl (gas naturale liquefatto). I tre Paesi hanno dato il via libera alla costruzione di una infrastruttura alternativa al MidCat che sarebbe dovuto passare dai Pirenei e che i francesi osteggiavano da tempo. Il nuovo gasdotto inizialmente trasporterà il gas naturale lavorato dai rigassificatori spagnoli e portoghesi verso l’Europa e successivamente trasporterà idrogeno verde. Il nuovo corridoio “verde” però rischia di cancellare definitivamente l’ipotesi B per far arrivare il gas all’Europa, passando da Barcellona verso Livorno in Italia.
L’accordo è stato siglato prima del Consiglio europeo dal l Presidente francese Emmanuel Macron, dal Primo Ministro spagnolo Pedro Sanchez e dal Premier portoghese Antonio Costa.
La Spagna ha una notevole capacità di rigassificazione residua del 30-35% e l’accordo apre le porte all’arrivo verso il Centro Europa del GNL giunto con le navi in Spagna e qui rigassificato. Un progetto fortemente caldeggiato dalla Germania, dipendente dalle importazioni dalla Russia, anche perché il gas così prodotto e trasportato in Europa sarebbe pari a oltre la metà di quello fornito dalla Russia e potrebbe aumentare di circa un quarto il gas disponibile in UE.
Il nuovo gasdotto, inoltre, sarebbe perfettamente in linea con la transizione energetica, poiché un domani consentirebbe di far transitare l’idrogeno verde.