Oggi è il giorno di Giorgia Meloni, la prima donna a diventare Presidente del Consiglio in Italia. Se non ci saranno colpi di scena (sempre all’ordine del giorno con l’infido alleato Silvio Berlusconi che sembra animato solo da un rancore sordo e da un intento distruttivo verso la premier in pectore), la Meloni guiderà stamattina al Quirinale la delegazione delle destre unite (FdI, Lega, Forza Italia e Noi moderati) che incontreranno il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e poi parlerà a nome di tutto lo schieramento che si candida a guidare il Paese. Il Capo dello Stato dovrebbe riconvocare la leader di Fratelli d’Italia nel pomeriggio per conferirle formalmente l’incarico di formare il nuovo Governo che si presenterà alle Camere martedì prossimo. Non è escluso che la premier in pectore, per evitare ingerenze e nuovi incidenti di percorso, si presenti già nel pomeriggio al Colle con l’elenco dei ministri, anche se – a seguito dell’indecoroso show pro-Putin di Berlusconi – le caselle non sono ancora del tutto complete e qualche sorpresa dell’ultima ora è nell’ordine delle cose probabile. Prima della presentazione del nuovo Governo in Parlamento, la Meloni incontrerà per la prima volta anche il Presidente francese, Emmanuel Macron, che domenica e lunedì sarà a Roma in visita da Mattarella: sarà un primo test dell’orientamento della nuova premier verso l’Europa e verso i nostri alleati storici.
GOVERNO, OGGI L’INCARICO DI MATTARELLA E GLI ULTIMI DUBBI SULLA SQUADRA
Nel pomeriggio di oggi Giorgia Meloni riceverà dal Capo dello Stato l’incarico di formare il nuovo Governo e tutto lascia pensare che la candidata premier voglia bruciare i tempi e presentare subito la sua squadra. Non è detto che Antonio Tajani e Matteo Salvini vengano nominati vicepremier. Le poltrone chiave però dovrebbero restare invariate e ricevere senza problemi il via libera del Quirinale, anche se la novità delle ultime ore sarebbe la candidatura di Guido Crosetto, consigliere molto ascoltato della Meloni e originariamente destinato allo Sviluppo economico, alla guida di un ministero di peso come la Difesa. Per il resto Tajani, dopo l’ennesimo giuramento atlantista (che però non cancella l’avversione americana per il suo capo partito Berlusconi), andrà agli Esteri, Piantedosi (gradito a Salvini) all’Interno, Nordio alla Giustizia (malgrado il forcing berlusconiano per la Casellati) e Giorgetti all’Economia. Resta da capire chi andrà allo Sviluppo economico. Salvini avrà le Infrastrutture e tra le new entry c’è il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia che è anche il cognato della Meloni, Francesco Lollobrigida, all’Agricoltura o al Turismo.
PD, M5S e AZIONE-Iv DA MATTARELLA: OPPOSIZIONE NETTA MA DIFFERENZIATA
Enrico Letta per il Pd, Giuseppe Conte per i Cinque Stelle e Carlo Calenda per Azione-Italia Viva hanno guidato ieri pomeriggio le rispettive delegazioni nelle consultazioni con Mattarella. Tutti promettono opposizione netta e senza sconti al nascente Governo Meloni ma le novità emerse dagli incontri al Colle sono due: 1) malgrado gli appelli di Letta, le opposizioni non faranno fronte comune ma ognuno andrà per conto suo perchè sia Conte che, a maggior ragione, Calenda (contrariato per la spartizione Pd-M5S delle vicepresidenze parlamentari) hanno sostenuto che non ci sono le condizioni politiche per un fronte comune delle opposizioni; 2) la seconda novità è la diversa modulazione dell’opposizione di Calenda rispetto a quella di Pd e Cinque Stelle. L’opposizione di Azione-Italia Viva al Governo Meloni, come aveva già anticipato Matteo Renzi, sarà chiara e “senza sconti” ma, come ha tenuto a sottolineare Calenda, “sarà un’opposizione non pregiudiziale” se verrà rispettata la collocazione europeista e atlantista dell’Italia.