Ormai è ufficiale. Giovedì 20 ottobre cominceranno le consultazioni per la formazione del nuovo Governo. Nonostante il centrodestra non abbia ancora trovato la quadra sulla distribuzione dei ministeri e le intemperanze di Silvio Berlusconi disturbino (e non poco) la Premier in pectore Giorgia Meloni, dietro le quinte l’iter va avanti. Il governo si farà. L’Italia, d’altronde, non può permettersi di perdere tempo. Troppi i dossier caldi da affrontare, a partire da caro bollette, inflazione e legge di Bilancio.
Ma quali sono le tappe che porteranno alla nascita del nuovo Esecutivo e quali i tempi? Vediamoli uno per uno.
Tappa numero uno: le consultazioni
Dopo la formazione dei gruppi parlamentari di Camera e Senato e l’elezione dei rispettivi presidenti, il Quirinale pubblicherà in serata il calendario delle consultazioni, fissate per giovedì e venerdì. L’iter ufficiale si aprirà con una nota letta dal segretario generale del Quirinale Ugo Zampetti che aprirà le porte dello Studio della Vetrata, dove il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella effettuerà i colloqui con le varie delegazioni. Il Capo dello Stato incontrerà i presidenti di Camera e Senato, parlerà (al telefono) con il presidente emerito, Giorgio Napolitano, e con i leader di partito e i relativi capigruppo. Il tutto dovrebbe concludersi nel pomeriggio di venerdì 21 ottobre.
Tappa numero due: l’incarico e l’ok con riserva
Dato il risultato elettorale, venerdì sera o, al massimo, sabato mattina Mattarella conferirà l’incarico di formare il nuovo Governo alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, ma prima bisognerà attendere il ritorno del Premier uscente Mario Draghi da Bruxelles, dove giovedì e venerdì parteciperà al suo ultimo Consiglio Europeo. Per prassi e consuetudine il Premier incaricato accetta l’incarico “con riserva”. Solo 4 volte il premier ha detto sì rinunciando alla formula della riserva, l’ultima nel 2008, quando Berlusconi fu incaricato dal presidente Giorgio Napolitano.
Tappa numero tre: le consultazioni del Premier incaricato
A questo punto, la Premier incaricata comincerà un proprio giro di consultazioni con i partiti che intendono appoggiarla e far parte del nuovo governo. In questo caso, dunque, Meloni parlerà con Lega, Forza Italia e Noi Moderati, i tre partiti con cui Fratelli d’Italia si è presentato alle urne. Dato il vantaggio con cui il centrodestra ha vinto le elezioni, se Berlusconi e Meloni riusciranno a mettersi d’accordo, i colloqui dovrebbero durare poco tempo e si potrà passare alla fase successiva.
Tappa numero quattro: lo scioglimento della riserva e la lista dei ministri
Se i colloqui con gli altri partiti di centrodestra non andranno a buon fine si parlerà di scioglimento negativo della riserva e il Capo dello Stato sarà costretto a ripetere le consultazioni per trovare una nuova figura a cui affidare l’incarico e, nel caso in cui questo non sia possibile, procederà di nuovo allo scioglimento delle Camere. Ipotesi praticamente irrealistica in questa occasione.
Nonostante schermaglie e bracci di ferro, tutti i pronostici concordano sul fatto che Meloni riuscirà a mettersi d’accordo con le altre forze della sua coalizione. Tornerà perciò al Quirinale per sciogliere la riserva e verrà nominata ufficialmente Presidente del Consiglio, prima donna nella storia d’Italia. Terminato il colloquio con Mattarella, direttamente dal Quirinale, la nuova Premier leggerà la lista dei ministri. Il tutto potrebbe avvenire già nel corso della giornata di sabato.
Tappa numero cinque: il giuramento
Se tutto filerà liscio, il nuovo Governo potrebbe giurare già sabato e comunque non più tardi di lunedì. A quel punto Meloni andrà a Palazzo Chigi dove Draghi le consegnerà la campanella, il cui trillo segna l’inizio del Consiglio dei ministri.
Tappa numero sei: la fiducia al Governo
L’ultima tappa in programma sarà la fiducia. La premier si presenterà alle Camere per chiedere la fiducia. L’iter prevede che questo avvenga entro 10 giorni dall’incarico, ma data la volontà di fare presto, si pensa che Meloni possa andare in Parlamento già il 25 e il 26 ottobre. Dopo il taglio del numero parlamentari, per ottenere la fiducia saranno necessari 201 voti a favore alla Camera e 104 al Senato. Incassata la fiducia, il nuovo Governo sarà nel pieno delle sue funzioni a un mese esatto di distanza dalle elezioni.