Prima esci, meno prendi: ecco le ultime novità sulla pensione anticipata. La nuova proposta per lasciare in anticipo il lavoro è “Opzione Tutti“, che qualcuno ha già rinominato “Opzione Uomo“: andare in pensione anticipata da 58 anni, tuttavia con un bel taglio dell’assegno, fino al 30%. Altro non è che un allargamento a tutti degli attuali requisiti di “Opzione Donna”. Una “toppa” per evitare un brusco ritorno alla legge Fornero, in attesa della vera riforma delle pensioni, e che permetterebbe a Fratelli d’Italia di mantenere le promesse elettorali (garantire più flessibilità in uscita) e abbandonare l’idea di “Quota 41”, caldeggiata dalla Lega, che rifilerebbe una mazzata ai conti pubblici. Siamo ancora alle indiscrezioni, ma il piano sembra praticabile anche per il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico che però avverte del meccanismo implicito in certe misure, ovvero la rinuncia fino a un terzo dell’assegno pensionistico.
Come andare in pensione anticipata oggi: “Opzione Donna” e “Ape Sociale”
Attualmente si può andare in pensione anticipatamente con Opzione Donna e Ape sociale. La prima, ad esempio, prevede che le donne possano andare in pensione a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e un anno più tardi, 59, per quelle autonome (imprenditrici, partite iva e così via). Chi decide però di andare in pensione prima deve contare di perdere fra il 25 e il 20% dell’assegno pensionistico che maturerebbe se andasse in pensione “regolarmente”. Ma come ha sottolineato Tridico c’è stata scarsa adesione: nel 2019 e nel 2020 hanno scelto questa strada circa 33 mila donne in totale (rispettivamente 21mila e più o meno 13mila).
“Opzione Uomo”: cos’è e come funziona
Sulla scia di “Opzione Donna”, Fratelli d’Italia avrebbero pensato all’introduzione di un meccanismo detto “Opzione Uomo”. Un sistema che permetterebbe di andare in pensione a 58-59 anni perdendo però fino al 30% della pensione. Quindi, anche in questo caso, per lasciare il mondo del lavoro in anticipo occorrerà un “sacrificio” dal punto di vista economico. E non di poco.
Ma “Opzione Uomo” è solo l’ultima di varie idee messe sul tavolo dal Centrodestra nell’ultimo periodo in tema di pensioni. La Lega spinge su “Quota 41” (andare in pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età). Un intervento però che costerebbe troppo, 18 miliardi in 3 anni secondo i calcoli dell’Inps, 14 miliardi invece per la Lega. In campagna elettorale il cavallo di battaglia di Forza Italia è stato quello delle pensioni minime a 1.000 euro. La stessa Meloni punta a congelare l’età d’uscita di vecchiaia a 67 anni.
Novità pensione anticipata: le criticità sul tavolo
Tuttavia, “Opzione Donna” dovrebbe scadere a fine anno insieme a Quota 102. Senza un intervento del prossimo governo, dal 1° gennaio 2023 dovrebbe tornare in vigore la legge Fornero: si potrà andare in pensione a 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi oppure dopo 42 anni e 10 mesi di contribuzione (1 anno in meno invece per le donne).
Per quanto interessante, l’idea del Centrodestra per la pensione anticipata non può prescindere dalle coperture e tutto dipende dalla legge di Bilancio di quest’anno. Bisogna mettere in conto che la spesa per le pensioni ammonta a quasi 300 miliardi, che si attesterà a 320,8 miliardi nel 2023, a 338,3 nel 2024 e a 349,8 nel 2025. Ben 50 miliardi in più in tre anni. Ciò vuol dire che nel 2025 arriverà al 17,6% del Pil. Alla luce di questi numeri bisogna capire se si troveranno i soldi per le coperture e, soprattutto da dove verranno tolti.