Ridurre l’orario di lavoro a parità di salario. Così ci prova anche l’Italia con Intesa Sanpaolo a fare da apripista. La proposta dell’istituto guidato dal ceo Carlo Messina è stata presentata ai sindacati (Fabi, Fisac Cgil, First Cisl, Uilca e Unisin) con i quali è già partita una “tre giorni” di trattative con l’obiettivo di trovare un accordo già in settimana. Nella discussione rientrano anche diversi capitoli oltre alla settimana corta di lavoro, come lo smart working.
Il progetto è emerso durante l’assemblea di Unione Industriali Torino in cui si è parlato dell’andamento dell’economia. “Abbiamo di fronte uno scenario indubbiamente complesso per questo trimestre e per il primo del 2023, — ha detto Messina — ma qualunque previsore, sia privato sia pubblico, oggi vede dal 2024 un ritorno progressivo alla crescita”. Il ceo del gruppo ha sottolineato la differenza tra “la situazione attuale e quella innescata dalla pandemia, dominata dall’incertezza: alla fine del 2023 si tenderà a tornare verso un percorso di normalità”.
Settimana corta di lavoro: come funziona la proposta di Intesa
L’idea è di innalzare da 7,5 a 9 le ore lavorative su base quotidiana, in modo da lasciare invariato l’ammontare complessivo, inclusa la retribuzione. Consentendo così a chi lavora di concentrare la propria attività su 4 giorni e di avere così un giorno libero, per una prestazione settimanale complessiva di 36 ore rispetto alle 37,5 tradizionalmente svolte.
La scelta del giorno “libero”, allo stato attuale, potrebbe essere volontaria e ci sarebbe la possibilità di variare le giornate lavorate nel corso della settimana, dal lunedì al venerdì, in accordo con il proprio responsabile. “L’autorizzazione – spiega la banca nella documentazione – potrà essere concessa solo compatibilmente con le esigenze tecniche, organizzative e produttive aziendali. Le richieste avanzate potranno ricevere risposta, sia positiva che negativa, anche entro la fine del terzo mese successivo alla domanda”. Tutto questo a parità di stipendio, come prevede lo stesso contratto collettivo nazionale dei bancari Abi.
Tuttavia, la proposta non è per tutti ma solo per i dipendenti degli uffici e non delle filiali. Mentre i sindacati vorrebbero che fosse estesa a tutti i lavoratori.
Contratto bancari 2022
Il negoziato rimanda al contratto collettivo nazionale dei bancari Abi e all’articolo 104 che riguarda l’orario settimanale e la sua articolazione. Il contratto bancari 2022 prevede un orario di lavoro ordinario di 37 ore e 30 minuti, da lunedì a venerdì, ad eccezione di alcune previsioni contenute nei 6 commi successivi. Il comma numero 4 spiega, ad esempio, che l’orario settimanale di lavoro può essere fissato in 36 ore, superando il diritto alla riduzione di orario delle 23 ore annuali o dei 30 minuti settimanali di banca delle ore, se organizzato nei seguenti modi:
• su 4 giorni (per 9 ore di lavoro);
• su 6 giorni (per 6 ore di lavoro);
• dal lunedì pomeriggio al sabato mattina;
• comprendendo la domenica;
• in turni;
•se l’orario giornaliero termina oltre le 19:15.
La settimana lavorativa corta nel mondo
La settimana di lavoro “corta” è un fenomeno in crescita in tutto il mondo. Nel resto d’Europa l’idea è sempre più apprezzata e sperimentata. l think tank “4 day week global”, nato nel Regno Unito su iniziativa di Andrew Barnes e Charlotte Lockhart è riuscito ad attrarre più attenzione in paesi come Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda e, in Europa, Spagna. Proprio a questo modello si è ispirata Intesa.
Mentre in Belgio la settimana lavorativa ridotta è diventata legge: l’orario di lavoro settimanale rimarrà inalterato, ma sarà spalmato su un numero minore di giorni. I lavoratori potranno chiedere di fare, in 4 giorni, le 38 ore lavorative settimanali con un periodo di prova di sei mesi.