Prevale la cautela sulle Borse europee, ma non per Piazza Affari che si colloca in prima posizione nella mattinata complessivamente sottotono dei principali listini europei, colpiti da vendite generalizzate all’indomani del tonfo di Wall Street, provocato dall’inflazione Usa (+8,3%) che ha di nuovo innescato timori per un imminente aumento dei tassi della Federal Reserve, ma anche dal discorso della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Strasburgo sullo stato dell’Unione, che ha “innervosito” le utility con la famosa tassa sugli extraprofitti.
In particolare, gli acquisti in particolare sul settore bancario stanno consentendo al Ftse Mib (+0,51%), seguita da Madrid (+0,37% guidato da Inditex proprietaria tra gli altri del marchio Zara) di andare in controtendenza rispetto agli altri indici frenati da utility e materie prime: Amsterdam cede lo 0,43%, Parigi lo 0,31% e Francoforte lo 0,52%, dopo la decisione dello Stato tedesco di uscire dall’azionariato di Lufthansa che lascia sul terreno oltre il 4%.
La peggiore, però, è Londra (-1,07%), affossata dal dato sull’inflazione britannica, che seppur in rallentamento, ha visto il dato core, a sorpresa, in lieve accelerazione, dello 0,5% mensile e del 9,9% tendenziale (da 10,1% di luglio). Anche la Bank of England, la prossima settimana, aumenterà ancora il costo del denaro per combattere l’inflazione: l’attesa è per un aumento di mezzo punto nelle prossime due riunioni.
Lufthansa: Germania cede ultima tranche
La Germania ha ceduto l’ultima tranche di azioni di Lufthansa che deteneva dall’estate del 2020, quando con un intervento massiccio da 9 miliardi e l’acquisto del 20% del capitale aveva evitato il fallimento della compagnia aerea tedesca schiacciata dagli effetti della pandemia. Berlino ha ceduto la partecipazione progressivamente dallo scorso anno e a luglio deteneva ancora un 9,9% del capitale. L’ultima tranche è stata ceduta “per oltre 1 miliardo e il saldo complessivo della privatizzazione è positivo per 760 milioni”, ha affermatp Jutta Donges, direttrice del Fondo.
Milano si salva grazie a Nexi, Ferrari e banche
Poco aiuta il discorso della Von der Leyen al Parlamento europeo sul piano di emergenza energetico. La tassa sugli extraprofitti deprime le utilities, dove tra i titoli peggiori ci sono Hera (-2,98%), A2a (-1,72%) e Italgas (-1,15%). Brillano invece le banche che compensano le vendite sulle utility: Banco Bpm +3,49%, Bper +3,26% e Unicredit +2,87% col via libera dell’assemblea al buyback.
In rosso Leonardo, che evidenzia un deciso ribasso dell’1,83%.
Ma la regina delle blue chip è Nexi, che guadagna il 4,68%. In cima al listino anche le auto: in netto rialzo Ferrari (+2,94%) che il 13 settembre dopo mesi di anticipazioni ha finalmente svelato Purosangue (il primo suv di casa Maranello) e Stellantis che sale dell’1,06% dopo aver annunciato di aver stipulato un accordo con General Motors per il riacquisto di azioni relativo a 69,1 milioni di azioni ordinarie.
Spread poco mosso, rendimento Btp al 4%
Restano intanto le pressioni sui rendimenti governativi dell’eurozona, confermando i prezzi deboli dell’apertura, sulla scia del dato negativo dell’andamento negativo dell’inflazione Usa e nella prospettiva di una Fed falco: il Btp decennale è al 4% e quello del Bund di pari durata a +1,73%, per uno spread di 228 punti base (+1,06%).
Petrolio in leggero rialzo, gas in decisa risalita
Seduta in lieve rialzo per l’euro-dollaro, che avanza a quota 1,001. Tra le materie prime il petrolio in rialzo di poco più di mezzo punto percentuale con il Brent che punta ai 94 dollari al barile e il Wti poco sotto gli 88 dollari al barile. Prezzo del gas torna sopra i 200 euro al megawattora ad Amsterdam (a 211 euro, +6%).