Un Powell più falco del previsto manda in tilt i mercati: “la politica monetaria sarà restrittiva per mettere l’inflazione sotto controllo – dice – e questo potrà tradursi in crescita economica più lenta, mercato del lavoro più debole e “un po’ di sofferenza per famiglie e imprese”. L’atteso discorso del presidente della Fed Jerome Powell, al simposio di Jackson Hole, spaventa dunque le borse mondiali che incrementano le perdite dopo le sue parole. I listini europei chiudono così in profondo rosso, archiviando la seconda settimana in retromarcia e anche Wall Street, dopo qualche sbandamento, si muove ora con convinzione sotto la parità.
Europa in calo e gas sugli scudi
In Europa Piazza Affari è la peggiore, -2,49%, e si gioca la soglia psicologica dei 22mila punti, scivolando a 21.895. Francoforte cede l’2,27%, Amsterdam -1,83%, Parigi -1,68%, Madrid -1,53%, Londra -0,7%.
I timori di recessione, mai veramente sopiti, tornano a farsi sentire sulle piazze finanziarie, soprattutto nel Vecchio Continente e d’altra parte se le famiglie e le imprese statunitensi dovranno soffrire, chissà cosa succederà a quelle europee con il gas che vola sempre più alto. Oggi il prezzo ha toccato i 339 euro al megawattora, a un passo dal record di 345 euro del 7 di marzo scorso. Incolore il petrolio.
Le autorità di regolamentazione britanniche hanno già annunciato che le bollette energetiche del paese aumenteranno da ottobre dell’80% e sempre il costo dell’energia ha spinto, in agosto, la fiducia dei consumatori tedeschi al minimo per il terzo mese consecutivo. Al contrario, la fiducia dei consumatori francesi è aumentata inaspettatamente ed è risalita anche la fiducia dei consumatori italiani, restando però ai bassi livelli visti a giugno, mentre, sempre in agosto, per il secondo mese consecutivo, è scesa la fiducia della imprese tricolori.
Spread in rialzo con Powell e Bce
A seguito di Powell e di un rapporto Reuters secondo cui la Bce potrebbe discutere un aumento dei tassi di 75 base nella riunione di settembre, vendite a pioggia hanno colpito nel pomeriggio anche l’obbligazionario dell’area euro, con rendimenti che hanno toccato i massimi da due mesi in Italia, Francia e Germania. In chiusura però il rendimento del Btp, che aveva toccato il 3,75, si ridimensiona +3,68% (da 3,55% di ieri) e quello del Bund di pari durata a +1,38% (da +1,33%), per uno spread di 230 punti (+3,07% rispetto alla vigilia).
Continuano a salire inoltre i tassi dei titoli italiani in asta. Oggi il Tesoro ha assegnato BoT semestrali, con scadenza 28 febbraio 2023, per 6 miliardi, pari all’intero importo offerto, a fronte di una richiesta di oltre 8,7 miliardi. Il rendimento è in crescita di 18 punti base allo 0,810 per cento.
Scende l’inflazione di luglio negli Usa, ma per Powell una rondine non fa primavera
Scende inaspettatamente l’inflazione a stelle strisce nel mese di luglio, ma per il presidente della banca centrale Usa “il miglioramento di un solo mese è di gran lunga inferiore a quello che dovremo vedere prima di essere convinti che l’inflazione stia scendendo”.
In ogni caso l’indice dei prezzi di spesa per consumi personali, normalmente tenuto in gran conto dalla Federal Reserve, è sceso a luglio dello 0,1% (+1% atteso) al 6,3% su base annua, dal 6,8% di giugno. La componente “core” del dato, depurata dagli elementi volatili, è cresciuta dello 0,1% rispetto a giugno (contro stime di +0,2%) e del 4,6% rispetto a un anno prima, (contro attese per un +4,7%) dopo il +4,8% di giugno.
Per Powell la decisione di quanto aumentare i tassi nelle prossime riunioni “dipenderà dalla totalità dei dati in arrivo e dalle prospettive in evoluzione”, alla luce di ulteriori rapporti sull’occupazione e sull’inflazione a venire.
“Useremo vigorosamente tutti gli strumenti a disposizione contro l’inflazione”, anche se “a un certo punto” la Banca centrale statunitense potrà rallentare il passo.
Si resta così nell’incertezza su entità e ritmo dei prossimi interventi.
Alla luce di tutto ciò l’euro, dopo essere riuscito a recuperare qualcosa oltre la parità, ha frenato e attualmente si muove in area 0,999 contro il biglietto verde.
In Piazza Affari si salvano solo Telecom e Atlantia
Sono quasi tutte in rosso le blue chip di Piazza Affari, con l’eccezione di Telecom +0,24% e Atlantia +0,22%. La società di telecomunicazioni, dopo tanto soffrire, pare stia beneficiando degli acquisti di azioni dell’ad Pietro Labriola, che ha messo in portafogli altri 500mila titoli. Questa mossa è vista dagli analisti come un segnale di fiducia.
La conta delle perdite sul listino parte da Amplifon -6,02%, seguita da Nexi -5,4%, Iveco -4,92%, Moncler -4,92%, Finecobank -4,85%.
Le banche, tradizionale barometro della borsa milanese, sono in calo guidate da Bper -3,24%.
Lettera anche per le utility, osservate speciali in questi giorni per la crisi energetica e il dibattito politico in corso su come contrastare la corsa dei prezzi del gas e l’impatto sulle economia. “A valle dei nuovi picchi del gas sui mercati, sale la pressione per nuovi interventi governativi a favore dell’economia e delle imprese in difficoltà”, sottolinea Equita elencando le ipotesi di interventi sul settore. Tra le società più esposte secondo il broker, ci sono Enel -2,29% e A2a -3,9%.