Ci ha provato, non c’è riuscita, ma non è detto che non ci riprovi se venissero confermati i sondaggi che indicano il prossimo Parlamento per il 66% a marcia centro-destra e dunque con la possibilità di mettere mano alla Costituzione senza necessità di confrontarsi poi col referendum. Stiamo parlando di Giorgia Meloni che in questa legislatura ormai sotterrata ha presentato una proposta di legge costituzionale che voleva togliere dagli articoli 97, 117 e 119 della nostra Carta ogni riferimento all’ordinamento e agli obblighi dell’Unione europea.
La sua proposta di legge in commissione Affari costituzionali ha fatto solo 3 passi, è stata presa in esame solo in tre riunioni (11, 24 e 31 ottobre 2018) poi rimasta sepolta nel cassetto. Ma lei ci teneva talmente che oltre a esserne la prima firmataria ne ha personalmente perorato la causa venendo in commissione a illustrarne i contenuti.
Modifica Costituzione: la proposta sovranista di Giorgia Meloni
In quell’occasione la Meloni ha tenuto a premettere che l’intenzione della proposta “non è certo quella di favorire l’uscita dell’Italia dall’Unione europea, quanto quella di favorirne una partecipazione in condizioni di pari dignità”, “che non è in alcun modo in discussione l’adesione dell’Italia all’Unione europea, tenuto conto che l’articolo 11 della Costituzione già sancisce la legittimità della nostra partecipazione all’Unione”.
Ma c’è un “ma”. Per Meloni con il nuovo titolo V del 2001, in particolare con il nuovo art.117, primo comma, è stato “introdotto il nostro dovere di sottomissione europea”, là dove – spiega nel disegno di legge – si dice che “la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario“. Insomma, “ci siamo volontariamente e follemente desovranizzati – ha ribadito poi in commissione Affari costituzionali – nonostante nessuno lo avesse imposto all’Italia, tenuto conto che gli stessi trattati europei riconoscono la sovranità degli Stati nazionali e le loro funzioni essenziali”. Da qui la proposta, appunto, di eliminare dai 3 articoli 97, 117 e 119 ogni riferimento all’ordinamento dell’Unione Europea.
Modifica Costituzione: sotto tiro anche la famiglia
Ma nel mirino della Meloni non c’è solo l’Europa. Sotto tiro anche la famiglia. La leader di FdI in quella stessa occasione in commissione Affari costituzionali ha anche preannunciato altre possibili iniziative, sempre a proposito di Costituzione. in particolare appunto l’articolo 11, (famiglia, maternità, infanzia) “al fine di salvaguardare l’interesse nazionale dinanzi ad una fonte sovranazionale e di prevedere una consultazione popolare tramite referendum propositivo in caso di cessioni di sovranità”.
Dal 1948 a oggi sono state 16 le leggi di revisione costituzionale, l’ultima nel 2012, sotto il governo Monti, con l’introduzione del principio del pareggio in bilancio in Costituzione.