A Piazza Affari brilla la stella di Bper, che a fine mattinata – dopo una sospensione in asta di volatilità – strappa al rialzo di oltre nove punti percentuali, a 1,565 euro, mettendo a segno per distacco il miglior rialzo sul Ftse Mib, che negli stessi minuti viaggia poco sotto la parità.
Bper Banca: risultati finanziari del primo semestre2022
A innescare l’ondata di acquisti sul titolo Bper sono stati due fattori. Innanzitutto, i conti: la banca ha chiuso il primo semestre con un utile pari a 1,38 miliardi di euro, grazie agli effetti dell’acquisizione di Banca Carige. Se si escludono le poste straordinarie, che ammontano a 1,07 miliardi, il dato è pari a 316,6 milioni, di cui 203,9 registrati nel secondo trimestre, in aumento dell’81,0% su base congiunturale.
“La seconda parte dell’anno ci vedrà impegnati nel portare a termine l’integrazione di Banca Carige e nell’implementazione dei numerosi progetti previsti nel Piano 2022-2025 avviati di recente, che porteranno significativi benefici in termini di razionalizzazione della struttura operativa e incremento della redditività già a partire dal 2023”, ha dichiarato l’amministratore delegato Piero Montani.
Bper: i giudizi positivi degli analisti
I risultati della banca sono stati apprezzati dagli analisti. “Bper ha pubblicato ieri risultati eccezionalmente forti per il secondo trimestre, con tutti i dati significativamente migliori del consensus”, scrive Jefferies in una nota. Gli analisti si dicono positivamente sorpresi dall’andamento dei ricavi, con un margine di interesse e commissioni in crescita nel secondo trimestre rispettivamente dell’8,7% e del 3%. Citi sottolinea il “forte slancio commerciale sia a livello di commissioni che di margine di interesse, con una crescita anche dei volumi”.
Equita, invece, lascia il giudizio a Hold “considerando le complessità che Bper dovrà affrontare nei prossimi anni, specialmente in relazione all’integrazione di Carige e delle iniziative di piano, in un contesto economico maggiormente impegnativo”.
Bper verso partnership con Gardant su Npl e Utp
Contribuisce al rally di Borsa anche il fatto che il cda di Bper ha selezionato Gardant “per l’avvio di una fase di negoziazione esclusiva avente ad oggetto la costituzione di una partnership strategica riguardante la gestione delle esposizioni creditizie deteriorate del gruppo”, sia in termini di Npl che di Utp. Gardant opererebbe in cordata con Amco, la società del Tesoro per l’acquisizione dei crediti deteriorati.
L’intesa, spiega una nota, prevedrà “la creazione di una piattaforma di servicing e la contestuale stipula di un contratto di durata decennale per la gestione e il recupero dei crediti Npl e Utp del gruppo Bper in partnership con Gardant”, nonché “la cessione di portafogli di crediti Npl e Utp del gruppo Bper pari rispettivamente a circa 1,5 miliardi e un miliardo al lordo delle rettifiche di valore, con l’obiettivo di conseguire il pieno deconsolidamento contabile e regolamentare del portafoglio alla data del closing”.
L’operazione, conclude la banca, “rappresenta una delle più importanti leve strategiche del nuovo piano industriale del gruppo Bper 2022-2025 e permetterà potenzialmente alla banca di ridurre il costo del rischio prospettico, sia per effetto del clean-up del portafoglio crediti che dell’atteso miglioramento delle performance di recupero”.
Gli altri titoli sotto i riflettori di Piazza Affari e Europa
Tra i titoli migliori del Ftse Mib figurano anche Pirelli (+3,74% dopo i conti), Telecom Italia (+2,08% dopo il closing su Inwit) e Saipem (+1,4%).
Al capo opposto della classifica, invece, ci sono Tenaris (-3,29%), Banca Generali (-2,56%), Terna (-2,14%) e Banca Mediolanum (-1,96%).
Se il Ftse Mib galleggia, più o meno la stessa cosa fanno le altre Borse europee: Parigi -0,5%, Francoforte -0,15%, Londra – 0,17%. Tutti in attesa dei dati del lavoro Usa.
Il caso Mps
Fuori dal paniere principale, fa rumore la caduta di Mps, che cade di oltre il 7% dopo i conti, a 0,413 euro. In questo caso, dai conti è emerso un utile in calo e sotto le attese nel secondo trimestre. In attesa dell’autorizzazione della Bce per l’aumento di capitale da 2,5 miliardi, che la banca prevede possa arrivare entro il 15 settembre, Mps chiude il secondo trimestre con un utile di 18 milioni e archivia quindi il primo semestre con un risultato netto di 27 milioni che si confronta con l’utile netto di 202 milioni dello stesso periodo 2021. Il risultato operativo netto frena a 230 milioni dai 326,9 milioni del periodo corrispondente.
In una nota la banca indica tra i motivi del rallentamento i minori utili da cessione titoli. La banca ha anche fatto sapere di avere ceduto crediti deteriorati per 900 milioni. Secondo Equita, si è trattato di “un utile netto lievemente inferiore alle attese per 24 milioni a causa di maggiori accantonamenti su rischi legali, mentre la performance operativa sostanzialmente in linea. L’andamento dei ricavi core è complessivamente leggermente superiore, sia in termini di margine di interesse (+4% su base trimestrale contro attese per +2%) sia di commissioni (-3% contro -4%), mentre il contributo della bancassurance è stato inferiore alle nostre stime (11 milioni contro 25 milioni)”.
È di ieri la notizia che Mps e i sindacati hanno raggiunto un accordo per la gestione di 3.500 uscite volontarie.