Verifiche in corso per un presunto attacco hacker all’Agenzia Entrate. Il gruppo di criminali informatici LockBit ha comunicato nel dark web di aver assaltato il sito del Fisco italiano e di aver sottratto tramite malware 78 giga byte di dati che includono file di vario tipo, da scansioni di documenti a contratti fino ai report finanziari. La deadline per pagare è il 31 luglio. Se non sarà versato il riscatto, la cyber gang pubblicherà tutti i dati sottratti.
Non è la prima volta che in questi mesi LockBit attacca l’Italia. A volte gli obiettivi sono state piccole o medie imprese (Rovagnati), altre volte pesci più grossi come in questo caso.
La polizia postale ha già cominciato le sue ricerche per capire se l’attacco sia avvenuto davvero. Al momento però non sono state trovate tracce ma i tecnici devono ancora completare tutti gli approfondimenti del caso. “In riferimento alla notizia apparsa sui social e ripresa da alcuni organi di stampa circa il presunto furto di dati dal sistema informativo della fiscalità, l’Agenzia delle Entrate precisa di aver immediatamente chiesto un riscontro e dei chiarimenti a SOGEI Spa, società pubblica interamente partecipata dal ministero dell’Economia e delle Finanze, che gestisce le infrastrutture tecnologiche dell’amministrazione finanziaria e che sta effettuando tutte le necessarie verifiche”, si legge in un comunicato.
Agenzia delle Entrate sotto attacco hacker: il ceo di Swascan lancia l’allarme
A rendere noto l’attacco informatico che ha colpito l’Agenzia delle Entrate è stato Pierguido Iezzi, ceo di Swascan, polo della cybersicurezza del Gruppo Tinexta. “È la conferma del triste primato guadagnato da LockBit – prosegue Iezzi – divenuta nell’ultimo trimestre di gran lunga la cyber gang più attiva a livello mondiale nelle attività di ransomware, con oltre 200 attacchi messi a segno tra aprile e giugno. Il ransomware continua a essere la principale arma dei Criminal Hacker e, di conseguenza, il principale pericolo per aziende pubbliche e private”.
“Swascan stessa, analizzando i numeri degli attacchi avvenuti tramite questo malware nel secondo trimestre di quest’anno, ha rilevato che rispetto al trimestre precedente era stato registrato un aumento pari al 30%, ancora maggiore, +37%, invece, rispetto allo stesso periodo nel 2021”, ha proseguito Iezzi aggiungendo che “non stupisce che a pagarne le spese sia sempre di più anche la PA. Nel novero delle vittime, a livello globale, la pubblica amministrazione risulta essere tra le più bersagliate con il 6% di tutti gli attacchi, dietro solo a settori come il manifatturiero e i servizi”.