Come investire nel secondo semestre del 2022? A partire da luglio, è probabile che il focus dei mercati si sposti dai rialzi dei tassi da parte delle banche centrali (i cui programmi ormai sono noti) agli utili societari, che dovranno essere l’elemento cruciale in base al quale scegliere le azioni e le obbligazioni corporate da tenere in portafoglio. Questa l’opinione espressa da Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos, nell’ultimo episodio del suo podcast mensile “Al quarto piano”.
Recessione alle porte per Europa e Usa
L’analista riconosce che ormai siamo in una condizione di “stagflazione conclamata”, in quanto l’inflazione viaggia sopra l’8% e la crescita dei Pil si va sempre più assottigliando. E lo scenario non è destinato a migliorare nei prossimi mesi, perché la corsa dei prezzi rallenterà, ma gli aumenti dei tassi si faranno sentire sull’economia reale. Arriverà così l’ennesima recessione degli ultimi 15 anni (la quinta in Europa, la sesta in Italia), di cui, al momento, non è possibile prevedere né la durata né la gravità. “La risposta dipende infatti da quanto le banche centrali saranno determinate a riportare l’inflazione al due per cento, come dichiarano di volere fare”, sostiene Fugnoli.
Tutto questo sarà vero per Europa e Usa, ma non per l’Asia e per i Paesi grandi produttori di petrolio, che con ogni probabilità continueranno a crescere.
I settori già in crisi e quelli che si salveranno
Negli Stati Uniti “i due tradizionali settori più ciclici, la casa e l’auto, sono già in contrazione”, mentre “in Europa sono in affanno i settori che consumano molta energia – scrive Fugnoli – Con i tassi d’interesse che continueranno a salire come minimo fino alla fine di quest’anno, la recessione si allargherà a macchia d’olio”.
Faranno eccezione alcune categorie di servizi “che godono di una forte domanda arretrata, come il turismo e i viaggi aerei”, prosegue l’analista, senza contare la crescita che è facile prevedere per “gli investimenti pubblici per il riarmo, i semiconduttori e la transizione energetica”.
Gli investimenti nei settori legati ai combustibili fossili “riprenderanno invece l’anno prossimo quando il nuovo Congresso americano, quasi certamente a maggioranza repubblicana, eliminerà restrizioni e disincentivi per la produzione negli Stati Uniti”.
Come investire nel secondo semestre del 2022?
Per Fugnoli, al momento, l’unica certezza è che “la sfida dei prossimi mesi sarà particolarmente impegnativa”, perché “il profilarsi della recessione rende più difficile trovare rifugio nei settori che fin qui hanno retto bene in questi mesi di ribasso azionario come minerari e petroliferi”. La strada migliore per investire nel secondo semestre del 2022, quindi, sarà quella di puntare su “titoli con multipli molto bassi e di società che hanno un pricing power elevato perché hanno poca concorrenza”.
Per chi dispone di liquidità, “i prossimi mesi offriranno una buona occasione per costruire posizioni azionarie – conclude l’analista – mentre chi ha già investito dovrà approfittare dei rialzi per effettuare qualche alleggerimento, con l’obiettivo di ricomprare più in basso e abbassare così il prezzo di carico”.