Rimuovere gli stimoli monetari è opportuno in tutto il mondo, “ma con particolare cautela in Europa, dove domina l’inflazione legata all’offerta”. Lo ha scritto Laurence Boone, capoeconomista dell’Ocse, nell’editoriale dell’Economic Outlook pubblicato oggi dall’Organizzazione.
La situazione è invece diversa dove l’inflazione è alimentata anche da una forte domanda interna, come negli Usa: in questo caso, “la politica monetaria può inasprirsi più rapidamente per ridurre questi eccessi”, ha aggiunto Boone.
Nel rapporto, l’Ocse raccomanda alla Bce “di usare tutti i margini di flessibilità di cui dispone quando reinveste i proventi dei titoli di Stato che giungono a maturazione, in particolare gli asset acquistati con il Pepp”, il programma varato contro la crisi Covid, “per limitare la frammentazione finanziaria nell’eurozona” e quindi gli aumenti degli spread tra titoli pubblici.
Ocse: “Non prevediamo una recessione, ma ci sono chiari rischi al ribasso”
All’Ocse “non prevediamo recessione economica, nemmeno in Europa, ma crescita economica più bassa. Chiaramente però ci sono rischi al ribasso” sulle prospettive economiche, legati “in particolare dall’energia”. La precisazione è di Mathias Cormann, segretario generale dell’Ocse.
Boone ha aggiunto poi che il meccanismo coordinato di tetto ai prezzi del gas su cui l’Ue sta riflettendo “potrebbe aiutare a riempire le riserve e contribuire ad avere meno inflazione”.
Pil Italia, l’Ocse taglia le previsioni: +2,5% nel 2022, e +1,2% nel 2023
Inoltre – come già l’Istat, il governo e la Commissione europea – l’Ocse ha drasticamente rivisto al ribasso le previsioni sulla crescita economica dell’Italia: ora l’Organizzazione pronostica un +2,5% per quest’anno, cui dovrebbe seguire un ulteriore rallentamento a +1,2% nel 2023. Lo scorso dicembre l’Organizzazione aveva previsto un +4,6% per il Pil italiano 2022 e un +2,6% per il 2023.
“Lo slancio della crescita si è ulteriormente moderato nella prima metà del 2022 – si legge nell’Economic Outlook – L’economia ha rallentato allo 0,1% nel primo trimestre, mentre le restrizioni sul Covid si sono combinate con l’inflazione collegata alla guerra, le difficoltà sulle catene di approvvigionamenti e gli shock sulla fiducia”.
Sulla crescita “prevalgono i rischi al ribasso” e una “eventuale restrizione alle forniture di gas naturale potrebbe indebolire ulteriormente la crescita e aumentare l’inflazione. Tassi di interesse più alti potrebbero abbassare la crescita, e tramite questo canale aumentare i livelli di debito pubblico. Se la crescita non si rafforzasse rapidamente, fiducia e redditività potrebbero risultarne danneggiati, facendo aumentare i fallimenti, riducendo la redditività delle banche e abbassando ulteriormente l’espansione”.
Ma ci sono anche valutazioni positive: secondo l’Ocse, la riforma fiscale italiana “potrebbe avere un effetto più ampio, consentendo a salari, occupazione e fiducia delle famiglie di riprendersi più rapidamente del previsto”.
Il problema non è solo italiano ma europeo. Secondo l’Ocse, lo stop all’import di energia dalla Russia – non solo petrolio, ma anche gas – può costare oltre l’1,2 punti di crescita in meno all’Europa e 1 punto di inflazione in più. E tuttavia, l’organismo sottolinea che “limitare la capacità della Russia di finanziare la guerra, come previsto da un embargo sulle esportazioni russe di petrolio, è essenziale per accelerare la fine di questo conflitto devastante”. Un prezzo salato ma necessario da pagare, in sostanza.
Complessivamente, l’Ocse ha tagliato la crescita Pil nell’area euro: quest’anno dovrebbe attestarsi a quota 2,6%, l’anno prossimo a quota 1,6% (dopo 5,3% nel 2021). A dicembre stimava 4,3% e 2,5%. La Commissione Ue stima 2,7% e 2,3%. Il tasso di inflazione è previsto aumentare al 7% (dopo 2,6% nel 2021) per scendere nel 2023 al 4,6% (6,1% e 2,7% secondo la Commissione).
Inflazione Italia al 6,3% nel, i salari non compensano i rincari
Quanto all’inflazione, colpisce duramente quest’anno in Italia e si farà sentire, ma in misura più moderata, anche nel 2023: secondo l’Organizzazione, il carovita nella Penisola si attesterà al 6,3% quest’anno e al 3,8% il prossimo. “Sebbene le aspettative di inflazione continuino ad aumentare, l’inflazione salariale attualmente è sottotono – rileva lente parigino – L’inflazione sui prezzi alimentari dovrebbe restare elevata sul tutto il periodo previsionale. Gli aumenti delle buste paga non compenseranno pienamente le famiglie per gli aumenti del costo della vita. L’incertezza e gli alti prezzi delle costruzioni rinvieranno in qualche misura di investimenti, ma questo verrà bilanciato dalla proroga degli incentivi e dei forti investimenti pubblici”.
Il maggiore rischio per l’Italia è su energia e forniture gas
In Italia, “con il gas che rappresenta il 42% del totale dei consumi di energia, il rischio maggiore sulle prospettive sono i prezzi di energia e le forniture – avverte ancora l’Ocse – Le autorità sono riuscite a reperire forniture prossime ai due terzi delle importazioni di gas della Russia. Accelerare gli investimenti su rinnovabili e efficienza energetica aumenterebbe ulteriormente la sicurezza. Il governo stima che possa raggiungere la completa indipendenza dal gas russo per la fine del 2024, ma nell’ipotesi di possibili cali delle forniture saranno necessari anche livelli dei consumi più bassi. Sul lungo termine, l’accelerazione delle forniture dalle energie rinnovabili dovrebbe sostenere la sicurezza energetica. Alcuni impedimenti amministrativi alle rinnovabili sono stati rimossi”.