Crolla Richemont alla Borsa di Zurigo dopo la pubblicazione dei dati relativi all’esercizio 2021-2022, positivi ma sotto le attese, e la proposta di affiancare al dividendo ordinario anche una cedola straordinaria. A metà pomeriggio le azioni del colosso del lusso cedono oltre l’11% del loro valore a quota 93,76 euro, zavorrando l’intero comparto. A Parigi Lvmh e Hermes cedono rispettivamente lo 0,3% e lo 0,6%, a Milano Moncler viaggia in parità, mentre Salvatore Ferragamo scivola del 2,1%. -1,3% per Hugo Boss a Francoforte.
Tornando a Richemont, la società svizzera ha chiuso l’esercizio terminato a marzo con ricavi in crescita del 46% al livello record di 19,1 miliardi. A deludere le attese è stato però il risultato operativo, cresciuto del 129% a 3,39 miliardi, ma sotto i 3,79 miliardi attesi dal consensus. Andando avanti coi dati, l’utile netto è cresciuto del 61% a 2,07 miliardi. Sulla base di questi numeri Richemont distribuirà 2,25 franchi svizzeri per i titolari delle azioni A oltre a un dividendo speciale di 1 franco svizzero per ogni azione A.
“Anche se il peggio del Covid lo abbiamo alle spalle, stiamo affrontando un quadro globale, il più instabile che vediamo da diversi anni”, ha commentato il presidente del gruppo, Johann Rupert. A preoccupare gli analisti sono state poi le indicazioni arrivate dal management sulla Cina e l’aggiornamento sulla possibile cessione di Yoox Net-a-Porterò. Nel dettaglio, per l’esercizio in corso, Richemont ha messo in guardia sull’impatto della chiusura del 40% dei negozi in Cina a causa del Covid e sul fatto che l’economia cinese potrebbe soffrire di tali misure più a lungo delle previsioni, rendendo difficile aspettarsi alla ripresa un balzo significativo dei consumi. Sul fronte del riassetto della piattaforma di vendite online Yoox Net-a-Porter, invece, il management ha affermato che le trattative sono ancora in corso e richiedono tempo.
Rispetto all’esercizio in corso, Richemont si è detta comunque ben posizionata ad affrontare la situazione di incertezza attuale e anche l’eventuale ripresa dei consumi forte di una posizione di cassa netta positiva per 5,3 miliardi di euro.