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Confezioni più piccole allo stesso prezzo: il “trucco” di molte aziende per aggirare i rincari

Con l’impennata dell’inflazione la “shrinkflation” può diventare una tentazione forte per le aziende che per risparmiare riducono le quantità dei prodotti e i consumatori pagano lo stesso prezzo per avere meno

Confezioni più piccole allo stesso prezzo: il “trucco” di molte aziende per aggirare i rincari

Torna il fenomeno dello “shrinkflation”, ovvero l’inflazione nascosta sugli scaffali dei supermercati. Per far fronte ai rincari, le aziende riducono i quantitativi di prodotto con confezioni più piccole mantenendo però sostanzialmente lo stesso prezzo per non dare al consumatore una sensazione di impoverimento tale da bloccarne la spesa e, quindi, i consumi.

Il balzo dell’inflazione (a febbraio, nell’Eurozona, era del 5,9% e a marzo è arrivata al 7,5%) e i fortissimi rincari dell’energia e delle materie prime si scaricano anche sui costi di produzione, di trasporto e di confezionamento. I produttori, dunque, si trovano in una situazione di significativa difficoltà, motivo per cui cercano di occultare l’aumento dei prezzi con questa strategia che però stavolta non è passata così inosservata agli occhi dei consumatori, già molto provati dagli aumenti medi a famiglia.

Confezioni più piccole allo stesso prezzo: cos’è la “shrinkflation”?

L’espressione “shrinkflation” nasce dalla fusione di due termini inglesi, ovvero “shrinkage” (“contrazione”) e “inflation” (“rincaro”). Basta prestare un minimo di attenzione ai prodotti che sono in vendita sugli scaffali dei supermercati per accorgersi che ciò che acquistiamo è sempre più piccolo ogni anno che passa: vale sia per le confezioni che, soprattutto, per il peso di ciò che vi è contenuto all’interno. Ad esempio si riducono le dimensioni dei quadrati del cioccolato, il numero delle caramelle o delle patatine, le dimensioni e i pezzi dei biscotti, il numero dei fazzoletti di carta nei pacchetti (molte marche hanno ridotto da dieci a nove). E ancora: la quantità di detersivo nei flaconi, dello yogurt nei vasetti, merendine, i grammi di pasta, bibite ma anche i rotoli di carta igienica sempre più leggeri

Come fare per accorgersi del prezzo effettivo da pagare?

La varietà delle confezioni, che sono anch’esse un elemento di politica commerciale e di differenziazione tra le aziende, rende spesso problematico in confronto sul prezzo della confezione. A meno di non girare con una calcolatrice sempre a portata di mano. Tuttavia non tutti sanno che, ormai da molti anni, la legge impone che sul cartellino del prezzo della confezione sia riportato anche il prezzo per unità di misura. Per esempio, il prezzo al chilo o il prezzo al litro. Così anche due confezioni da 375 grammi e 350 grammi diventano comparabili. Questa regola – applicata in tutti i supermercati ma anche nei negozi – rende più facile inoltre verificare se il prezzo per unità di misura – per esempio al chilo o al litro – è aumentato oppure no.

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