Con un blitz, Crédit Agricole ha acquisito il 9,18% del capitale di Banco Bpm. Lo ha comunicato ieri sera la Banca milanese, precisando che l’operazione “non era stata preventivamente concordata”. Così, la corsa per costruire il terzo polo bancario italiano prende il via con una mossa ostile francese.
Intanto, l’effetto Orso delle minute della Fed si è già spento. O almeno ridimensionato. Gli indici di Wall Street hanno reagito ai messaggi della Fed e a quelli, ben più drammatici, della responsabile del Tesoro Janet Yellen sulle possibili conseguenze della guerra con una chiusura in terreno positivo. Le ragioni? Forse il livello del petrolio, meno teso di quanto temuto, o i dati sul mercato del lavoro, a prova di recessione: le nuove richieste di sussidio di disoccupazione sono scese a 166.000, da 171.000 della settimana precedente, il dato più basso dal 1967. Grazie a questi numeri gli Usa possono sfidare a viso aperto l’inflazione, concedendosi magari il lusso di una recessione breve, come non può fare l’Europa, investita dalla guerra. Di certo, come commenta l’autore di una fortunata newsletter, “gli operatori, dopo l’esperienza di questi anni, fanno fatica a pensare che la Fed possa giocare contro il rialzo”.
In questa cornice, chiudono in terreno positivo Dow Jones (+0,25%) e S&P (+0,40%). Appena sopra la parità il Nasdaq.
Continua la marcia dei rendimenti obbligazionari: il decennale tratta a 2,654 ai massimi da tre anni.
A movimentare i listini ci ha pensato Warren Buffett: Berkshire Hathaway ha rilevato l’11% di HP (+15%).
Wal Mart, il gigante dei consumi, ha festeggiato il decimo giorno di rialzo consecutivo, con un nuovo record.
Da segnalare oggi il primo viaggio commerciale di un drone di Alphabet (ex Google) in servizio tra due città della California per consegnare, tra gli altri prodotti in catalogo, gelati e cibo fresco per animali. Alla start ip, Wing, partecipano come soci Walgreen e Texas Health, EasyJet e Ble Bell Creameries. Beata una terra dove i droni trasportano gelati.
Anche la Bce guarda al rialzo dei tassi
“Un gran numero di membri ha ritenuto che l’attuale elevato livello di inflazione e la sua persistenza richiedano ulteriori passi immediati verso la normalizzazione della politica monetaria”. Perciò i governatori sono pronti a mettere uno stop agli stimoli, ma permane l’incertezza che, sicuramente, si è aggravata con l’avvio “dell’operazione militare speciale” russa in Ucraina. Anche dai verbali dell’ultima riunione della Bce è emersa la convinzione che le condizioni per un rialzo dei tassi con l’inflazione al 7,5%, sono ormai soddisfatte. Ma alla fine ha prevalso la proposta del capo economista, Philip Lane: sì alla stretta, purché nel frattempo nuovi dati non segnalino un indebolimento dell’inflazione che, a differenza degli Usa, dipende quasi solo dall’impennata delle materie prime, come sottolinea Fabio Panetta.
Niente di nuovo, insomma, salvo la conferma che la politica monetaria europea ha oggi margini di manovra davvero modesti. Ma le difficoltà a varare sanzioni efficaci sul fronte dell’energia confermano che l’Ue non è in grado, per ora, di fare un salto di qualità nella politica fiscale.
Ma sulle sanzioni la Ue prende ancora tempo.
I diplomatici Ue sono pronti ad approvare l’embargo sul carbone russo, che entrerà in vigore a partire da metà agosto, un mese dopo la data inizialmente prevista, in seguito alle pressioni della Germania per un rinvio. Il gas e il petrolio, che rappresentano le importazioni più importanti da Mosca, non sono ancora stati toccati dalle sanzioni. La Commissione europea aveva inizialmente proposto un periodo di transizione di tre mesi per i contratti esistenti ma su richiesta tedesca il termine è stato esteso di quattro mesi.
Il rublo viaggia verso i massimi
Intanto Mosca continua ad incassare un miliardo di euro al giorno per le vendite di petrolio e gas. E il rublo, già precipitato a quota 177 sul dollaro, è risalito a 78, ai massimi dal giorno dell’invasione. Ma non è necessariamente una buona notizia per Putin: secondo il vicesegretario del Tesoro Usa, Wally Adeyemo, gli sforzi russi per sostenere il rublo in risposta alle sanzioni occidentali stanno drenando risorse dalla guerra in Ucraina. Adeyemo ha anche ripetuto che nuove sanzioni avranno come obiettivo l’industria della difesa russa per privarla di materiali e componenti.
Rendimenti alle stelle per Btp e Bund
Finisce in rosso la giornata dei mercati obbligazionari dopo la pubblicazione dei verbali della Bce. Il tasso del decennale tocca nel finale il rendimento del 2,39%, quello sul decennale tedesco viaggia a +0,70% sui record da fine febbraio 2018. Lo spread ha segnato una fiammata a 170 punti prima di rientrare a 167.
Eppure il numero uno della Bundesbank Joachim Nagel l’altra sera ha parlato di “tempi migliori per i risparmiatori”, che potranno presto nuovamente contare su rendimenti più elevati.
Borse in rosso nel pomeriggio: Milano -0,59%.
L’apertura in ribasso di Wall Street ha depresso i listini europei, che, a metà pomeriggio, hanno cambiato passo per chiudere infine in leggero calo, aggravando il bilancio delle perdite della vigilia.
Piazza Affari arretra dello 0,59%, a 24.302 punti base, nonostante il nuovo balzo di Atlantia. Parigi -0,57%, Francoforte -0,51%, Amsterdam -0,44%, Madrid -0,16%.
L’Ufficio federale statistico ha comunicato che la produzione industriale in Germania è aumentata dello 0,2% su base mensile, dopo un incremento dell’1,4% rivisto al ribasso per il mese di gennaio.
Londra (-0,53%) paga in particolare l’allarme di Shell (-2,32%): la Big Oil ha annunciato svalutazioni fino a 5 miliardi nel primo trimestre a seguito della sua decisione di lasciare la Russia.
Atlantia, Benetton spedisce al mittente l’offerta di Perez
Ancora alla ribalta di Piazza Affari il titolo Atlantia, +6,87% in chiusura nonostante il no dei Benetton alle avances di Florentino Perez, nelle vesti di azionista numero uno di Acs. Il presidente del Real Madrid ha ammesso su richiesta della Consob spagnola di avere un accordo di esclusiva con due fondi di investimento, Gip e Brookfield, per la potenziale acquisizione di una quota di maggioranza nel business delle concessioni autostradali di Atlantia. Ma, “allo stato attuale, il consorzio non ha preso alcuna decisione in merito a un’eventuale offerta per Atlantia”, recita una nota che non chiarisce se ha discusso l’eventuale proposta con il Cda di Atlantia o con la famiglia Benetton. Quest’ultima ha comunque fatto sapere che “Atlantia è e rimarrà un asset strategico di lungo termine per la holding dei Benetton, Edizione”.
Leggi anche – Atlantia tra due Opa: inizia la battaglia tra Perez e i Benetton
Generali, rischio di battaglie legali dopo l’assemblea
Il gruppo di Ponzano Veneto è stato tirato in ballo da Claudio Costamagna, candidato alla presidenza di Generali dalla lista Caltagirone. Il banchiere ha detto ieri di essere fiducioso sul sostegno della famiglia Benetton in assemblea. Inoltre, l’ex banchiere d’affari ha parlato del rischio di contenzioso legale in caso la vittoria di uno dei due schieramenti con un margine inferiore al 6%. Philippe Donnet, dal canto suo, mette in dubbio che il piano degli sfidanti possa garantire a lungo il dividendo ai soci.
Telecom: basta Kkr, avances di Apax
Torna l’interesse per Telecom Italia: +2,16%, a 0,312 euro. L’assemblea ieri ha approvato il bilancio (perdita di 8,3 miliardi) e confermato il direttore generale Pietro Labriola. Il cda ha poi deliberato all’unanimità di non ritenere opportuno, in questa fase, dare seguito alla richiesta di due diligence avanzata da Kkr. In compenso si è fatto avanti il private equity Apax Partners, interessato ad alcuni asset della ServCo (Consumer, Enteprise e TIM Brasil), una delle due società in cui il gruppo verrà diviso in base al piano industriale 2022-2024 elaborato dall’a.d. Pietro Labriola e approvato dal cda. Infine, il progetto per la rete unica è stato consegnato all’AgCom.
Tod’s, in vista la formula Lvmh?
Tod’s +2,52%. Diego Della Valle in una lezione allo Iulm ha sottolineato i “grandi vantaggi” registrati dal made in Italy grazie al supporto di Lvmh (di cui è consigliere). “Bernard Arnault ha rispettato e accresciuto il valore dei marchi, mantenuto le filiere produttive in Italia, coinvolto le famiglie e messo a disposizione forza finanziaria”. Ragionamento che vale per Fendi, Bulgari, Loro Piana e, si sono chiesti gli analisti, in un domani la stessa Tod’s, già partecipata al 10%.
Saras, svolta nel fotovoltaico
Saras +5,9%. Il mercato dimostra di apprezzare il modello misto di business tra raffinazione sostenibile e rinnovabili. Lo scorso 30 marzo la Regione Sardegna ha deliberato l’autorizzazione unica a favore di Sardeolica Srl, società operante nel settore delle energie rinnovabili e interamente controllata da Saras per la costruzione e l’esercizio di un impianto fotovoltaico di 79 Mw.