A causa delle sanzioni di Ue e Usa, il Pil della Russia sprofonderà dell’8,5% nel 2022: si tratta del crollo più grave dal -14,5% registrato nel 1992, alla caduta dell’Unione sovietica. E la ripresa sarà limitata nei prossimi anni: +0,3% nel 2023, +1% nel 2024 e +1,3% nel 2025. Lo sostiene S&P Global Ratings nel suo ultimo rapporto sulle economie emergenti di Europa e Medio Oriente. Ieri l’agenzia di rating americana aveva diffuso le previsioni su Italia ed Eurozona.
La Russia era riuscita a cavarsela relativamente bene nel 2020, limitando la contrazione del Pil al 3%. Lo scorso anno Mosca ha registrato una crescita del 5,6%, mentre prima della guerra in Ucraina S&P aveva previsto per quest’anno un +2,7%.
Gli interventi della Banca centrale russa
Ora però l’agenzia avverte che le previsioni sono caratterizzate da un elevato grado di incertezza e ricorda che, dopo le sanzioni, si sono verificate massicce fughe di capitali. Una situazione che ha costretto la Banca centrale russa ad alzare improvvisamente i tassi di interesse dal 9,55% al 20% e a varare interventi restrittivi sui movimenti dei capitali. “Queste misure sembrano aver stabilizzato il settore bancario e il rublo, che ha recuperato parte delle perdite”, prosegue l’agenzia.
L’inflazione
I deprezzamenti, però, si tradurranno anche in una maggiore inflazione interna, che quest’anno dovrebbe attestarsi al 16%, mentre lo shock sul clima di fiducia implicherà un calo degli investimenti.
Il commercio con l’estero
Intanto, si profila un pesante calo degli scambi commerciali con l’estero, anche considerano che proseguano i flussi sulle materie prime. Ma il crollo delle importazioni e il conseguente forte avanzo commerciale dovrebbero controbilanciare il calo della domanda interna. Secondo l’agenzia, Mosca registrerà un surplus di partite correnti da record.
Il quadro dei Paesi emergenti
Passando al quadro generale degli emergenti dell’area studiata, S&P ha abbassato le previsioni di crescita per il 2022 dal 4,8 al 4% e per il 2023 dal 4,4 al 4,3%. Gli shock negativi sull’offerta derivanti dall’aumento dei prezzi delle materie prime e dei costi logistici rafforzeranno l’aumento dei prezzi. E anche se i produttori di materie prime beneficeranno di prezzi più alti, l’inflazione interna salirà anche per loro.
L’ampliamento della pressione inflazionistica significa che ora S&P si attende una politica monetaria più restrittiva nella maggior parte degli emergenti, mentre il possibile prolungamento del conflitto tra Russia e Ucraina rappresenta un fondamentale rischio al ribasso per la crescita.
Quanto al Covid, S&P rileva che la variante Omicron si è diffusa rapidamente, ma il suo impatto economico è stato limitato e stima che le ricadute delle prossime ondate saranno sempre minori.
Le vostre sono False Notizie-Bufale -Balle -Leggende Metropolitane !
Tutta la UE ha subito un danno dalle sanzioni Russe di circa il 20 % cento del Pil !
La vostra è stupida Proipaganda Anti-Russia di Guerra !