“Le speranze di una forte ripresa si affievoliscono e di fronte a questo occorre una risposta europea: sul piano economico, sul piano della Difesa, sul piano dell’energia”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenendo mercoledì in Aula alla Camera in vista dell’imminente Consiglio europeo.
“Occorre una risposta congiunta – ha aggiunto Draghi – c’è stata nel caso del Next generation Eu: è stata un’esperienza fondamentale per l’Unione Europea, perché per la prima volta si è visto come può essere mobilitata una potenza economica congiunta ed è stata cruciale per poter uscire dalla pandemia, con una ripresa che nel caso dell’Italia è stata straordinaria. Tanto è vero che se quest’anno riusciremo a fare un numero positivo di crescita, in larga parte sarà dovuto al trascinamento della straordinaria crescita che abbiamo avuto l’anno scorso”.
Draghi: “Non occorre un ripensamento del Pnrr”
Malgrado le nuove difficoltà poste dalla guerra in Ucraina, Draghi sostiene che non serva “un ripensamento del Pnrr nelle sue scadenze e nei suoi obiettivi. Questo piano è cruciale per aumentare la nostra crescita permanentemente al di là degli eventi che ci colpiscono e che continuano a colpirci regolarmente”.
Tuttavia, ha sottolineato ancora il Presidente del Consiglio, “ci sono alcune cose, alcuni aspetti del Pnrr che vanno affrontati. Per esempio: qual è l’effetto dell’aumento dei prezzi delle materie prime e dei costi in generale sul Pnrr? Una riflessione è in corso all’interno della Commissione europea e avremo sicuramente una risposta tra breve”.
Energia: “Serve risposta europea energica”. Sanzioni: “Possiamo fare di più”
Sui dossier energetici, “auspico che il Consiglio europeo prenda decisioni ambiziose che possano essere rapidamente operative”, ha continuato Draghi.
Per quanto riguarda le sanzioni alla Russia, “l’Europa era all’inizio molto cauta nel disegnare le sanzioni, in particolare i Paesi più colpiti – ha detto il Premier – Ma questo era solo all’inizio, poi ci si è resi conto che tipo di catastrofe si stava creando e lì non ci sono state più esitazioni. Siamo andati diritti e abbiamo fatto moltissimo. Possiamo fare di più? Certo che possiamo fare di più e lo faremo. Bisogna definire il quando e il come. E questo è un altro degli argomenti che devono essere discussi nei giorni futuri, anche al prossimo Consiglio Ue. L’Europa ha fatto quello che poteva fare, non ci sono stati contrasti nel decidere la politica da perseguire”.