I gestori dei rifiuti non reggono l’aumento delle materie prime e dei costi dell’energia. La maggior parte delle Regioni non ha impianti idonei allo smaltimento, per cui ogni aumento dei costi si ripercuote sull’intero sistema. Una lettera al Premier Mario Draghi contiene le richieste per superare una congiuntura assai complicata. In calce ci sono le firme di Agci Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi, Legacoop Produzione e Servizi, Assoambiente, Confindustria Cisambiente e Utilitalia. Il caro energia e i rialzi delle materie prime stanno investendo in maniera significativa le imprese di un settore strategico per la sostenibilità ambientale: è questa la tesi di fondo rappresentata all’esecutivo. Oltre a Draghi, i ministri Cingolani, Franco, Giorgetti e il Presidente ARERA Stefano Besseghini sono i principali interlocutori delle imprese ambientali.
Rifiuti: servono interventi urgenti
Senza urgenti misure, nelle prossime settimane alcuni servizi di raccolta e trattamento rifiuti potrebbero essere a rischio. L’allarme prende le mosse dall’evoluzione negativa del quadro politico ed economico internazionale. Quanto tempo ancora possono resistere le imprese italiane al rialzo dei costi? La guerra farà sentire i suoi effetti ancora per molti mesi. Il governo ha sinora adottato diverse misure per contenere gli effetti economici dell’invasione dell’Ucraina che evidentemente non hanno inciso molto sui servizi ambientali dei Comuni. La raccolta e la gestione dei rifiuti devono rispettare impegni assunti quando sono state aggiudicate le gare d’appalto. Le normative specifiche negli ultimi anni sono diventate più stringenti in relazioni a molte emergenze. Le imprese hanno affrontato investimenti in mezzi e tecnologie per migliorare e competere. Ma è anche noto che la carenza di impianti ha come effetto, in molte zone del Sud, il trasporto dei rifiuti fuori dalle Regioni in cui sono prodotti.
Al Sud mancano impianti moderni
Siamo in una situazione al limite della sostenibilità per imprese tenute al rispetto degli impegni precedentemente assunti nei contratti pubblici e privati che regolano il settore, viene detto al governo. Le imprese risentono in particolare dell’aumento del prezzo dei carburanti, che “può arrivare a incidere fino al 15%” dei costi complessivi. Il sistema comprende, poi, altre fasi di lavorazione che sfruttano energia oggi a caro prezzo. Sono dati di fatto che ripropongono l’urgenza di realizzare sistemi di economia circolare intorno ai rifiuti, principalmente con impianti capaci di produrre energia. Il PNRR li ha previsti entro il 2026. “Un investimento complessivo che richiederà al Sud 5 miliardi di euro nei prossimi anni – ha detto Chicco Testa, Presidente Assoambiente – e che potrà rappresentare una grande opportunità per la crescita sostenibile del Mezzogiorno”.
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