Juve-Villarreal 0-3: disastro bianconero. Difficile trovare un termine meno aggressivo per descrivere quanto successo allo Stadium, dove la squadra di Allegri ha rimediato un’eliminazione bruciante agli ottavi di finale, la terza consecutiva dopo quelle con Lione (Sarri) e Porto (Pirlo). Questa volta però, se possibile, fa ancora più male, se non altro perché fino al 78’ il match sembrava in controllo, con i supplementari come prospettiva negativa. Poi però è arrivato l’erroraccio di Rugani con conseguente rigore per gli spagnoli e da lì la Juventus, in perfetta sintonia con un secondo tempo più piatto che mai, non solo non ha saputo reagire, ma ha finito per crollare sotto i colpi del Sottomarino Giallo, cinico e spietato nel trasformare una qualificazione in un trionfo da tramandare ai posteri.
Allegri sotto accusa dopo Juve-Villarreal: questa squadra non ha un’identità
Verrebbe da dire che chi di Cortomuso ferisce di Cortomuso perisce, se non fosse che lo 0-3 finale di Juve-Villarreal è tutt’altro che di misura. Certo, un conto è il punteggio nudo e crudo, un altro è lo svolgimento della partita, ma imputare l’eliminazione della Juve al solo Rugani sarebbe quantomeno superficiale. Il match ha detto che i bianconeri hanno disputato un discreto primo tempo, impreziosito da tre lampi che avrebbero potuto cambiare la storia di Juve-Villarreal: uno con Morata (colpo di testa all’11’ con parata di Rulli) e due con Vlahovic, il primo fermato dalla traversa, il secondo dal portiere argentino. Nel secondo tempo però, quando sarebbe stato lecito attendersi una Juve d’assalto, decisa a chiudere i giochi per la qualificazione, i ritmi sono calati in maniera evidente, tanto che l’ipotesi supplementari era ormai diventata la più probabile.
Qui viene fuori il solito tema sul gioco dei bianconeri, troppo legato agli episodi e quasi del tutto privo d’identità: è possibile che questa squadra, con un monte ingaggio decisamente superiore a quello del Villarreal (settimo in Spagna), non riesca a creare una sola occasione in 45’? Allegri, probabilmente, pensava di riuscire a venirne a capo alla prima occasione utile, un po’ come in campionato, ma non aveva fatto i conti con Emery, stratega di altissimo livello, e con i suoi cambi, improntati alla ricerca dell’episodio decisivo.
Gli ingressi di Coquelin e Gerard Moreno hanno mandato in tilt la Juve, in particolare Rugani, che al 78’ ha regalato un rigore agli spagnoli, trasformato dallo stesso Moreno. Lì però sarebbe stato lecito attendersi una Juve d’assalto, tanto più che le sarebbe bastato un solo gol per rimettere tutto in equilibrio e trascinare la contesa ai supplementari, invece la Signora è letteralmente crollata, finendo per subire 0-2 (Pau Torres) e 0-3 (Danjuma ancora su rigore, questa volta per braccio di De Ligt) a fronte di zero tiri in porta verso Rulli. Anche a livello mentale, insomma, i bianconeri hanno mostrato tutta la loro pochezza, e se in campionato possono bastare alcune situazioni individuali (e fortunate), così non è in Champions, dove la mancanza di gioco e d’identità diventano troppo evidenti per porre rimedio.
Allegri si difende: “Brutta sconfitta, ma non ho nulla da rimproverare alla squadra”
“Per 75 minuti la squadra ha fatto bene e nel secondo tempo il Villarreal si è messo solo ad aspettare, poi l’ha sbloccata con un episodio – il pensiero di Allegri – Accettiamo questa sconfitta, brutta, ma non ho niente da rimproverare ai ragazzi. Abbiamo provato a cambiare qualcosa nel secondo tempo, ma il Villarreal ha pensato solo a difendersi, abbiamo avuto le nostre occasioni anche se loro puntavano solo ai supplementari. Siamo stati ingenui nell’episodio del rigore, poi abbiamo perso le distanze in campo e non siamo riusciti a riprendere la sfida. Faccio i complimenti a Emery che ha fatto una delle sue partite, dobbiamo accettare che a volte l’episodio ti va contro, ma non voglio fare polemiche”.
L’eliminazione può avere risvolti negativi sul campionato?
La domanda è legittima e se la pongono in tanti, a cominciare dai tifosi bianconeri. La sensazione è che l’equilibrio mentale di questa Juve non sia forte come in passato, anche se è giusto sottolineare come il cammino in Serie A (15 risultati utili consecutivi) sia comunque di tutto rispetto, quantomeno a livello di risultati. Il punto però è proprio questo: può una squadra che fa degli episodi la sua unica fonte di vittoria assorbire al meglio una botta così forte?
Alle prossime partite, a cominciare da quella di domenica con la Salernitana (ma soprattutto quella con l’Inter dopo la sosta), l’ardua sentenza, intanto però la Juventus fa i conti con l’ennesima eliminazione agli ottavi di Champions, la terza consecutiva dopo quelle con Lione e Porto. E questa volta puntare il dito contro Sarri e Pirlo non servirà, ma piuttosto bisognerà chiedersi se la strada intrapresa è quella giusta, oppure se non sia il caso di fare una bella chiacchierata con Allegri e capire cos’ha in mente per la prossima stagione, dove sarà fondamentale costruire qualcosa di molto diverso per rispettare blasone, storia e investimenti del club.