Atlantia fa sapere che, ad oggi, per concludere la vendita di Autostrade per l’Italia (Aspi) al consorzio formato da Cdp Equity insieme ai fondi Blackstone e Macquarie devono ancora essere realizzate due condizioni. Innanzitutto, deve diventare efficace l’accordo transattivo fra Aspi e il Ministero delle Infrastrutture “per la definizione della Procedura di Contestazione avviata nell’agosto 2018 nonché dell’Atto Aggiuntivo alla Convenzione Unica e del Piano Economico Finanziario”. In secondo luogo, manca ancora l’autorizzazione della Bei “al cambio di controllo sui finanziamenti in essere con la stessa per circa 1,2 miliardi di euro”.
Aspi, Atlantia: la prima condizione per la vendita a Cdp e fondi
Per quanto riguarda il primo punto, l’accordo transattivo deve ancora essere registrato dalla Corte dei conti. Inoltre, Atlantia precisa che il 22 dicembre il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) ha approvato le bozze aggiornate dell’Atto Aggiuntivo e del Piano economico e finanziario (Pef), aggiungendo solo alcune prescrizioni che Aspi e il consorzio Cdp-fondi hanno ritenuto accettabili. Ora, il problema è che anche in questo caso mancano alcuni passaggi tecnici: la delibera del Cipess deve essere registrata dalla Corte dei conti, dopodiché l’Atto Aggiuntivo e il Pef dovranno essere approvati con un decreto interministeriale Infrastrutture-Tesoro, che a sua volta andrà poi registrato dalla Corte dei conti.
Aspi, Atlantia: la seconda condizione
Sul fronte Bei, la situazione sembra più semplice: Atlantia segnala “che Autostrade per l’Italia ha ricevuto dalla Banca Europea per gli Investimenti la comunicazione di consenso al cambio di controllo a favore del consorzio e la conseguente liberazione delle garanzie prestate da Atlantia. La formalizzazione delle variazioni ai contratti di finanziamento avverrà nelle prossime settimane”.
Le scadenze
Atlantia sottolinea che l’ultimo giorno utile per concludere la vendita di Aspi è il 31 marzo: tuttavia, se per quella data le condizioni sospensive dell’accordo non si fossero avverate, la scadenza potrebbe essere posticipata, su richiesta di una delle parti, fino al 30 giugno di quest’anno.
Bilancio Atlantia 2021
Intanto, Aspi è già stata scorporata dai conti di Atlantia, che quindi ha chiuso il bilancio 2021 con un risultato netto consolidato negativo per 500 milioni di euro, a seguito di svalutazioni per 800 milioni. I ricavi si sono invece attestati a 6,4 miliardi (+22% sul 2020) e l’Ebitda a 4 miliardi (+31%), mentre il cash flow operativo ha raggiunto i 2,9 miliardi (+65%) e gli investimenti sono saliti del 14%, a quota un miliardo, a fronte di un debito finanziario netto pari a 30 miliardi (-3,8 miliardi sul 2020). L’utile civilistico si attesta invece a 1,2 miliardi e Atlantia torna così a distribuire un dividendo, che sarà pari a 0,74 euro per azione.
Le previsioni per il 2022…
Quanto alle previsioni per il 2022, le stime di Atlantia parlano di ricavi consolidati pari a circa 6,6 miliardi e di un ebitda di 4,1 miliardi, a fronte di un cash flow operativo di 2,4 miliardi, investimenti per circa 1,5 miliardi e un debito finanziario netto in ulteriore riduzione a circa 23 miliardi, soprattutto grazie ai proventi della cessione Aspi.
…e quelle per il 2024
Per il 2024, invece, Atlantia prevede un traffico autostradale in crescita del 5% medio annuo rispetto al 2021 e un traffico aeroportuale in forte recupero con un ritorno ai livelli del 2019 nel 2025. Su queste basi, il gruppo stima investimenti per 5,1 miliardi nel periodo 2022-2024, supportati da ricavi ed ebitda in crescita rispettivamente a 7,7 miliardi e 5,1 miliardi al 2024.