“Non tornerò mai indietro rispetto alla mia dichiarazione che Russia e Ucraina sono un unico popolo”. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin in conferenza stampa mentre era ancora in corso il secondo round dei negoziati tra Russia e Ucraina a Brest, al confine tra Polonia e Bielorussia. Le trattative si sono concluse con un primo parziale accordo per un temporaneo cessate il fuoco per aprire la strada a un corridoio umanitario. Già previsto un terzo round di trattative.
Il discorso di Putin
Un discorso colmo di propaganda, ma anche durissimo quello del presidente russo, che ha accusato gli ucraini di usare i civili come scudi umani. “I nostri militari forniscono corridoi sicuri per i civili”, ma “i neonazisti ucraini lo impediscono e stanno trattando i civili come scudi umani“, ha aggiunto Putin.
“I militari russi – ha sottolineato – stanno combattendo per la pace, per non avere un’anti-Russia” creata dall’Occidente “che ci minaccia, anche con armi nucleari”, ha detto (mentendo) Putin, sottolineando che le famiglie dei soldati caduti e feriti avranno onori e ristori.
Sull’invasione all’Ucraina, che il numero uno del Cremlino continua a chiamare “operazione speciale” Stiamo raggiungendo gli obiettivi e avendo successo”, ha detto Putin.
L’avvertimento di Zelensky
Poco prima il presidente ucraino Zelensky aveva avvertito “Se l’Ucraina cade, la Russia si prenderà i Paesi Baltici e l’Europa orientale“.
“Devo parlare con Putin perché è l’unico modo per fermare questa guerra”, ha detto Zelensky dicendo di essere “aperto” e “pronto ad affrontare tutte le questioni”.
“Siediti con me per negoziare, ma non a 30 metri” di distanza, ha detto il leader, rivolgendosi direttamente al leader russo. “Io non mordo. Di cosa hai paura?”, ha aggiunto.