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Biologico: la legge c’e, l’Italia pronta a confermare il primato sui mercati

Dopo circa 15 anni di battaglie e iniziative del mondo agricolo passa un provvedimento centrale nella strategia green dell’Italia.

Biologico: la legge c’e, l’Italia pronta a confermare il primato sui mercati

Il biologico italiano è finalmente tutelato dalla legge. Al Senato è stato approvato in via definitiva il disegno di legge che dispone “la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare con metodo biologico”. Un mercato che vale 7,5 miliardi di euro, in espansione e riconosciuto come strategico nella transizione ecologica. La legge era attesa da tempo e il vantaggio di averla approvata ora dovrebbe tradursi in maggiore competitività per migliaia di aziende. Senza la guerra in Ucraina la ripresa dell’agricoltura sarebbe stata più veloce. Ma tant’è con i mercati che, comunque, chiedono più prodotti certificati e a denominazione di origine controllata. Con la nuova legge c’è la possibilità di registrare il marchio biologico “Made in Italy”, istituire distretti che consentono di sviluppare l’agricoltura e l’economia dei territori rurali. A tutto questo fa da corollario un Piano d’Azione nazionale per lo sviluppo di tutto il biologico italiano come metodo avanzato dell’approccio agroecologico. Il governo e le Regioni ci metteranno mano per utilizzare le risorse del PNRR e favorire -si spera – l’accesso nelle aziende agricole di nuove generazioni.

GLI EFFETTI SULL’AMBIENTE

 Impatti importanti si avranno nella maggiore diffusione delle energie rinnovabili e nella produzione in loco di biogas . La legge va nella direzione delle norme europee in armonia con i principi dell’agricoltura sostenibile. Dall’altro lato la legge obbligherà anche tante aziende e la Grande distribuzione ad intensificare la collaborazione con gli agricoltori green Viene definitivamente chiuso il capitolo dell’agricoltura biodi amica che aveva stimolato anche un intervento contrario del Presidente Mattarella. L’Italia di conseguenza si impegnerà  con più vigore nella strategia continentale Farm to Fork.
Tutte le rappresentanze del bio hanno dato atto al Parlamento di aver messo la parola fine ad  oltre 15 anni di battaglie passate attraverso 3 legislature  e un andirivieni di norme tra Camera e Senato.Anni nei quali nei campi cresceva la consapevolezza di non abusare  di fitofarmaci e additivi nocivi per la salute e l’ambiente. Anni di scontri durissimi con le aziende produttrici di fertilizzanti schierate a difendere rendite di posizione economica . Abbiamo  un primato conquistato grazie all’impegno di tanti agricoltori, spesso giovani, e di operatori della filiera che hanno creduto nella scommessa di conciliare l’ interesse d’impresa con il bene pubblico della difesa del suolo, della biodiversità e della salute dei cittadini- dicono Aiab, AssoBio, Associazione Biodinamica, AssocertBio e FederBio. Le prossime mosse in ogni caso si giocheranno in Europa con i Paesi con normative bio in vigore che vorranno gestire le risorse comunitarie per sostenere e promuovere i prodotti. I produttori italiani sono pronti con l’aggancio alla transizione verde che in questi giorni riceve i primi soldi dal Recovery plan. Sono anche confortati dal fatto che negli ultimi dieci anni le vendite sono aumentate del 122% e che la quantità di terreni a coltivazione bio é di 2 milioni di ettari. Mancava solo la legge.

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