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La guerra sconvolge i mercati: volano petrolio e materie prime, corsa ai bond, fuga dalle azioni

Il brent supera i 110 dollari. Volano i titoli della Difesa. Schizzano all’insù i prezzi dei Btp, meglio dei Bund: si allontana lo stop ai sostegni della Bce. Stellantis delude

La guerra sconvolge i mercati: volano petrolio e materie prime, corsa ai bond, fuga dalle azioni

Il nuovo aumento del petrolio, salito oltre i 110 dollari al barile, è un eloquente indizio che le Borse non vedono a breve una schiarita nella tragedia ucraina. Intanto, si allunga la lista delle aziende che hanno escluso rapporti con la Russia, da Apple a Google fino alle carte di credito Visa e MasterCard. Il presidente Usa Biden (“Putin non sa che cosa gli pioverà addosso”, ha detto nel discorso sull’Unione) ha annunciato la chiusura dello spazio aereo ai voli russi mentre Maersk e Msc hanno interrotto i traffici marittimi con la Russia. I mercati si adattano così al clima della finanza di guerra:

Dopo la pesante ritirata delle Borse ieri in Europa, stamane l’indice Nikkei di Tokyo è in calo dell’1,7% nel finale di seduta. Scendono, ma meno, solo dell’1%, l’Hang Seng di Hong Kong ed il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen.

Ieri l’S&P500 ha chiuso in ribasso dell’1,5%, una discesa che lo ha portato sui minimi della seduta. Il Nasdaq ha ceduto l’1,6%.

Volano i titoli della Difesa con rialzi superiori al 3%

Avanza ancora la Borsa australiana

L’economia di guerra ha le sue opportunità. Sale stamane per il quarto giorno di fila Sidney +0,3%, espressione di una Borsa legata alle materie prime. Stanotte l’Australian Bureau of Statistics ha comunicato che nel quarto trimestre l’economia australiana è cresciuta del 4,2% anno su anno.

L’indice Taiex di Taipei è appena sotto la parità. Il Kospi di Seul guadagna lo 0,4%. BSE Sensex di Mumbai -1,3%.

Il Bund torna su valori negativi

Diversa la situazione dei mercati obbligazionari. Continua la corsa dei T-Bond: il Treasury Note a dieci anni sale a 1,74% di rendimento. Oggi Jerome Powell parla al Congresso degli Stati Uniti.

Ieri il future del Bund tedesco ha guadagnato quasi il 2%, una variazione giornaliera che non si vedeva dalla crisi del debito sovrano del 2011. Il rendimento è sceso a -0,08%, da +0,12% del giorno prima.

Galoppano le materie prime. L’indice Bloomberg Commodity, ieri in rialzo del 4%, oggi guadagna l’1% a 120 punti, massimo dal 2014.

L’euro, ieri in calo dello 0,8%, consolida le posizioni a 1,111, minimo dal marzo 2020.

Prima dell’apertura i future sono piatti sia in Europa che in Usa.

Secondo i media americani, l’intelligence sta cercando di chiarire alla Casa Bianca un interrogativo sempre più cruciale: quello sullo stato di salute mentale di Vladimir Putin

Lagarde: tassi e Qe non si toccano

Al termine del faccia a faccia con il cancelliere tedesco Christine Lagarde, presidente della Bce, ha twittato: “Scholz e io abbiamo avuto un buon incontro. La Bce sta attuando le sanzioni decise dalla Ue. Faremo quanto necessario nell’ambito del nostro mandato per garantire la stabilità finanziaria e dei prezzi. Ciò limiterà le implicazioni dell’orribile guerra russa contro l’Ucraina per l’economia europea”.

Un segnale esplicito sui tassi e sul QE che cade in un momento in cui i mercati si stanno adeguando in modo rapidissimo ad un mondo con tassi di crescita molto modesti, segnato dagli esiti di una guerra che sta diventando sempre più devastante e distruttiva. I mercati monetari della zona euro sono così passati a prezzare meno di 20 punti base di rialzo dei tassi entro dicembre, contro i 40 prima dell’invasione russa giovedì scorso.

Il Btp corre più del bund: spread a 146

L’avversione al rischio sale, in parallelo si ridimensiona bruscamente l’attesa di una stretta da parte della Bce:

Corrono così gli acquisti sui titoli di Stato: torna in terreno negativo il rendimento del Bund decennale, ma è ancor più forte la corsa ai Btp. Il rendimento del decennale italiano scende di 38 punti all’1,42%, ai minimi da giugno 2020 contro 1,76% di ieri.

Lo spread scivola a 146 punti dai 160 della chiusura precedente.

Visto il rally del Btp, scrive Ifr, tornano le speculazioni secondo cui il Tesoro potrebbe essere tentato di piazzare un nuovo sindacato a 15 anni, operazione che il mercato attende da qualche settimana, nonostante il contesto molto fragile.

I capitali fuggono dalle Borse in cerca di porti sicuri. Milano. sotto del 4,14%, è la peggiore.

Nel 2021 Pil +6,6%, inflazione a febbraio +5,7%

L’Istat ha certificato una crescita finale del Pil italiano del 6,6% nel 2021, a fronte di un calo del debito pubblico dal 155,3% al 150,4% del Pil. Secondo le stime preliminari, l’inflazione a febbraio è stata del 0,9% su base mensile e del 5,7% su base annuale, livello record dal 1995.

Sotto tiro anche le altre piazze europee: Parigi perde il 3,94%; Francoforte -3,85%; Madrid -3,48%; Amsterdam -2,23%; Londra -1,71%.

La Borsa di Mosca è chiusa per il secondo giorno consecutivo. Il rublo prova a stabilizzarsi, poco sotto i minimi storici, ieri +3% contro il dollaro.

Sale Bayer, il gasdotto con la Russia verso l’insolvenza

In controtendenza Bayer (+2%), che archivia il 2021 con un utile di 1 miliardo di euro, dal rosso di 10,5 miliardi del 2020 su cui pesavano le svalutazioni per il patteggiamento per risolvere decine di migliaia di azioni legali negli Usa sul Roundup, il diserbante di Monsanto accusato di causare il cancro. ll fatturato del gruppo aumenta dell’8,9% a 44 miliardi di euro.

In grandi difficoltà i titoli finanziari (Ing -11%) il settore dei viaggi e del tempo libero dopo i deludenti risultati del gruppo del gioco d’azzardo Flutte.

Shell a Londra limita i danni all’1,06%. La major britannica abbandonerà tutte le operazioni del gruppo in Russia, tra cui anche un importante stabilimento per il gas naturale liquefatto.

Pesa sul settore energetico continentale la notizia Reuters che la società Nord Stream 2, basata in Svizzera e che gestisce l’omonimo gasdotto che collega la Russia alla Germania bypassando l’Ucraina, sta considerando di presentare una richiesta di insolvenza.

Maersk e Msc tagliano le rotte con la Russia

La prima società di spedizioni al mondo, Maersk, ha annunciato che sospenderà le spedizioni di cargo in partenza e in arrivo dalla Russia. Lo stesso ha fatto Msc.

L’indice Pmi Markit manifatturiero ha mostrato un leggero rallentamento della crescita nella zona euro a febbraio, anche se l’attività rimane a livelli elevati. Ma le catene di approvvigionamento, già duramente colpite dalla pandemia stanno affrontando ulteriori interruzioni poiché le chiusure dello spazio aereo colpisce inevitabilmente anche il trasporto di merci attraverso i cieli.

A Milano si salvano Eni, Terna e Leonardo

A Piazza Affari solo tre blue chip evitano un pesante ribasso: Eni +3%, sostenuto dal forte rialzo del petrolio, assieme a Saras +4,3%; Terna +1,8%, al centro dei piani nazionali sulle forniture di energia; continua, infine, la marcia di Leonardo (+1,5%), che archivia un’altra giornata di guadagni per i titoli della Difesa. Si arresta però l’ascesa di Fincantieri (-5,30%).

Tra gli industriali contiene le perdite Prysmian -0,9% dopo la pubblicazione dei risultati. Il gruppo ha chiuso il 2021 con un utile netto di pertinenza della capogruppo di 308 milioni di euro, in crescita del 73% rispetto ai 178 milioni dell’esercizio precedente.

Crolla Telecom Italia, svalutazioni per 4 miliardi

Telecom Italia arretra del 9% alla vigilia del Cda sui conti e sul nuovo piano: gli operatori sono ormai convinti che KKR abbia rinunciato all’Opa ripiegando semmai sul coinvolgimento nel piano di scorporo della rete e successiva integrazione con Open Fiber. Ma la ragione principale del calo sta nella massiccia azione di pulizia in vista: 4 miliardi di svalutazioni. a causa di un impairment sugli attivi e di un accantonamento da 540 milioni relativo agli accordi con Dazn, i conti si tingeranno di rosso costringendo Tim a cancellare la cedola per le azioni ordinarie.

Il piano Stellantis non incanta la Borsa

Stellantis -6,83% nel giorno della presentazione del piano strategico al 2030. Carlos Tavares ha annunciato che punta raddoppiare il fatturato entro il 2030, portandolo a 300 miliardi di euro, dai 152 miliardi del 2021 e a ridurre del 50% entro quella data le emissioni di CO2. Ma il Ceo, prodigo di proiezioni industriali e di promesse finanziarie (margine operativo in crescita annuale a doppia cifra, dividendo in salita e buy back) è stato avaro di dettagli sulle prossime scelte italiane. E così il titolo è stato assorbito dalle pesanti perdite del comparto, condizionato dalla frenata dei gruppi tedeschi (Volkswagen -7%) su cui pesa l’embargo verso la Russia e dall’andamento negativo delle vendite del settore a febbraio (-22%) su cui pesa l’effetto annuncio degli incentivi che non sono ancora arrivati.

Nuovo stop per Pirelli, Sogefi bocciata da Intesa

Non va meglio a Pirelli (-6,9%), uno dei titoli più bersagliati dall’inizio della crisi. Brutta caduta nell’automotive anche per Sogefi (-8,36%): le prospettive negative del mercato hanno spinto Intesa Sanpaolo a ridurre da add a hold il giudizio sul titolo, con il prezzo obiettivo che passa da 1,6 a 1,24 euro.

Soffre il lusso: Moncler -9,1%, Brunello Cucinelli -6,5%. Non si risolleva, infine, il settore bancario. Stavolta però la maglia nera non tocca a Unicredit (-7%), preceduta nella corsa al ribasso da Intesa San Paolo (-7,7%) e Mediobanca (-7,6%).

Pesante Tinexta (-10%) dopo i risultati 2021, in linea con le attese sui ricavi e Ebitda e leggermente peggiori per l’indebitamento finanziario netto, e il piano al 2024. Banca Akros ha ridotto la raccomandazione a ‘reduce’ da ‘neutral’. Schizza all’insù Assiteca (+40%), allineandosi al prezzo al quale il gruppo britannico di intermediazione assicurativa Howden Group Holdings ha annunciato l’acquisto dell’87% e la successiva Opa.

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