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Risparmio, investire nel PAC per ripararsi dalla bufera dei mercati: ecco cos’è e come funziona

In un periodo caratterizzato da molte incertezze, il Piano di Accumulo del Capitale (PAC) potrebbe essere una buona scelta per i risparmiatori. Quali sono i pro e i contro

Risparmio, investire nel PAC per ripararsi dalla bufera dei mercati: ecco cos’è e come funziona

In un contesto come quello attuale, in cui domina sui mercati una buona dose di volatilità, gli investitori si domandano qual è lo strumento migliore per tutelarsi e nello stesso tempo avere un buon rendimento. Da una parte il fatto che la pandemia stia allentando la sua morsa fa ben sperare per la ripresa economica e ciò fornirebbe una certa tranquillità negli investimenti. Dall’altra però i timori di una crisi geopolitica, il rialzo dell’inflazione soprattutto del settore energetico rendono l’investitore molto guardingo.

In una situazione come questa un approccio prudente e graduale potrebbe essere la scelta migliore, per esempio attraverso il Piano di Accumulo del Capitale (PAC). Si tratta di una tecnica di investimento con cadenza periodica (mensile, trimestrale, semestrale, annuale), che avviene indipendentemente dall’andamento dei mercati finanziari, con l’obiettivo di mediare le diverse fasi di ascesa e discesa e costituire un capitale finale (obiettivo), senza doversi preoccupare delle oscillazioni dei mercati.

La società di consulenza finanziaria Alfa ha indicato nella sua newsletter quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questo tipo d investimento, a chi sono indicati e quali sono le sue caratteristiche.

Quali sono i vantaggi del PAC?

Una delle caratteristiche positive del Pac è la modalità di ingresso sul mercato dei capitali: è alla portata di qualsiasi tipo di investitore, a prescindere dall’entità del capitale di partenza, poiché prevede versamenti rateali. “È particolarmente utilizzato dagli investitori in ambito di pianificazione quando è possibile accedere a strumenti collettivi del risparmio (fondi comuni di investimento, OICR, ETF, fondi pensione) che permettono una buona diversificazione anche con importi limitati” dicono ad Alfa.

Ma ci sono almeno altri due vantaggi conseguenti: da una parte questa strategia consente di superare lo stress dell’individuare il timing perfetto per l’ingresso sul mercato (market timing) proprio per il fatto che viene suddiviso in un ampio arco temporale a intervalli tendenzialmente predeterminati e non discrezionali. Dall’altra coinsente una mediazione dei prezzi medi di carico degli strumenti finanziari in cui si sta investendo (il prezzo medio di carico è la media ponderata dei prezzi pagati per l’acquisto di uno strumento finanziario in istanti diversi). Il che implica una riduzione della volatilità cui l’investimento è soggetto.

Quali sono i principi da seguire per impostare correttamente un piano di accumulo?

Alfa individua sette regole d’oro per non sbagliare nella scelta:

  1. Prima di iniziare l’investimento, definire l’orizzonte temporale: questo è fondamentale per determinare l’asset allocation del piano nei vari momenti. Infatti, mano a mano che ci si avvicina alla scadenza del piano, potrebbe essere opportuno sostituire gli strumenti più volatili con soluzioni più conservative.
  2. Utilizzare strumenti a basso costo. È inutile accanirsi ad accumulare somme su fondi comuni di investimento che poi nel lungo periodo finiscono per avere una performance inferiore al mercato, come documentano le statistiche di performance dei prodotti. Tanto più che si corre il rischio che lo strumento su cui si inizia ad accumulare possa essere chiuso oppure fuso con altri strumenti di simile tipologia.
  3. Selezionare accuratamente gli strumenti ad accumulazione: questa accortezza è di vitale importanza per sfruttare al massimo l’effetto dell’interesse composto, il motore dei rendimenti che verranno conseguiti a fine piano.
  4. Evitare di assumere rischi specifici: nella scelta degli strumenti di investimento sui quali effettuare un PAC, meglio mirare alla maggiore diversificazione possibile ad ogni livello: settoriale, valutario, geografico.
  5. Impostare la frequenza di acquisto degli strumenti: è importante ottenere un giusto trade-off tra frequenza e impatto commissionale. Una soglia che potrebbe aiutare a scegliere la periodicità giusta potrebbe essere impostare la rata in modo che l’impatto commissionale non superi lo 0,2% della transazione.
  6. Prediligere strumenti che utilizzano una replica fisica dell’indice: in questo modo gli strumenti finanziari in cui si investe vengono detenuti fisicamente e si è meno esposti a rischio di controparte (presente nella replica swap). Prediligere strumenti molto liquidi (AUM) e scambiati sulle principali borse valori (volumi di negoziazione in borsa adeguati).
  7. Non accumulare su strumenti coperti dal rischio cambio (EUR – hedged): nel lungo periodo il mercato delle valute tende all’equilibrio; inoltre, se si è effettuata una buona diversificazione valutaria, le oscillazioni degli strumenti investiti nelle diverse valute si compensano a vicenda.

Scegliere in Pac o un Pic? Questo può essere il dilemma

Spesso gli investitori si trovano davanti al dilemma: Pic o Pac? Il PAC si pone in contrapposizione rispetto alla strategia di investimento PIC (piano di investimento del capitale). Infatti attraverso il Pic si sceglie, avendo a disposizione un capitale iniziale, di investire l’intera somma in un unico momento. Va da sé che pone due tipi di questioni: innanzitutto la necessità di avere, appunto, il capitale iniziale, dall’altra il fatto che presenta una maggiore volatilità rispetto al PAC.

Il PAC invece è adatto a coloro che non hanno un capitale iniziale dal quale partire per investire e permette un maggior controllo dell’emotività causata dall’andamento dei mercati e di ottenere rendimenti positivi in diverse condizioni di mercato: in un mercato rialzista il PAC e il PIC restituiscono rendimenti positivi all’investitore, ma non è detto che accada la stessa cosa in una condizione laterale dei mercati.

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