Agli occhi del mondo e dei mercati l’Italia resta un Paese affidabile. E’ sicuramente questo l’effetto più importante e immediato della riconferma della premiata coppia Sergio Mattarella-Mario Draghi ai vertici dello Stato.
Si può dire tutto il peggio che si vuole sulla evidente crisi di leadership che la classe politica nel suo complesso ha rivelato nelle penose sedute parlamentari delle elezioni presidenziali e si può legittimamente interrogarsi se non sarebbe il caso di far eleggere il Capo dello Stato dal popolo come avviene in Francia – ma chi riuscirà mai a fare una riforma costituzionale degna di questo nome ? – e tuttavia la conclusione della battaglia per il Quirinale è la migliore che si potesse sperare.
L’inattesa conferma di Mattarella al Quirinale è certamente il segnale di un sistema politico fortemente malato ma è anche l’unico elemento positivo di una battaglia per l’elezione del Presidente della Repubblica che si è rivelata quanto mai mediocre.
Sergio Mattarella, uno dei più autorevoli Presidenti che l’Italia abbia avuto, è una garanzia assoluta per tutti. Lo sarà per la stabilità del Governo Draghi, la cui nascita è stata, grazie alla coraggiosa battaglia di Matteo Renzi all’inizio del 2021, una delle più felici intuizioni del primo settennato di Mattarella. Lo sarà nell’anno cruciale di attuazione del PNRR e di fronte all’occasione storica dell’Italia di conquistare una pioggia di miliardi dall’Europa e di fare le riforme che possono rendere duratura una crescita economica elevata. Ma non solo.
La Presidenza Mattarella bis sarà una garanzia anche per la durata della legislatura e per le elezioni del 2023 e lo sarà per il Parlamento dimezzato che ne uscirà.
Ma, al netto degli effetti istituzionali che la conclusione delle elezioni presidenziali avrà, la riconferma di Mattarella non potrà non avere anche rilevanti effetti politici. Il palese naufragio delle coalizioni, sia quella del centrodestra sia quella del centrosinistra, non potrà non spingere a una riforma dell’attuale legge elettorale. E sperabilmente a una legge elettorale di tipo proporzionale che ponga fine alla commedia di coalizioni che non hanno mai trovato coesione e che soffocano il pluralismo e il diverso orientamento delle forze politiche che albergano al loro interno e al loro esterno.
Se ben congegnata, una legge elettorale proporzionale è la via per valorizzare un sistema politico più rappresentativo e per mandare in pensione la forzatura delle coalizioni. Liberi tutti e ognuno per sè rinviando le alleanze di governo a dopo le elezioni: è il nuovo regalo che lo scudo del Mattarella bis può fare all’Italia.