Un plebiscito parlamentare conferma ciò che ufficiosamente sapevamo già da stamattina: Sergio Mattarella resterà al Quirinale per altri sette anni. All’ottava votazione per l’elezione del Presidente della Repubblica, il Capo dello Stato in carica ha ottenuto 759 voti, diventando il secondo Presidente più votato della storia dietro Sandro Pertini, che nel 1978 venne eletto con 832 preferenze su 1011. Nel 1985 Francesco Cossiga arrivò a 752 voti, nel 2013 l’ex Capo dello Stato Napolitano, chiamato anche lui al “sacrificio” del secondo mandato, ottenne 738 voti.
Tra i più votati di oggi anche l’ex Magistrato Carlo Nordio, che ha raggiunto a quota 90 voti (63 dei quali provenienti dai Grandi elettori di Fratelli d’Italia) e il magistrato antimafia, Nino Di Matteo, che ha avuto 37 preferenze.
Si chiude così la settimana delle elezioni quirinalizie, terminata con la sconfitta dei leader politici che, incapaci di trovare un accordo, sono stati costretti ad appellarsi al Capo dello Stato. A chiedergli di persona e ufficialmente di restare sono stati in particolare i capigruppo parlamentari e i Governatori delle Regioni che nel primo pomeriggio di oggi sono saliti al Colle, per parlare col Presidente. Una scelta non casuale che simboleggia proprio il filo diretto tra coloro che sin dal primo giorno hanno manifestato la volontà di vederlo ancora al Quirinale e il Presidente della Repubblica Mattarella, tornato sulla sua posizione per rispettare la sovranità del Parlamento. “Avevo altri piani, ma se serve ci sono”, avrebbe detto Mattarella.
Fondamentale anche l’intervento del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, che questa mattina ha avuto un colloquio di mezz’ora con Mattarella in cui gli avrebbe chiesto di annullare il suo trasloco “per il bene e la stabilità del Paese”. Una telefonata che – a parti invertite – ricorda proprio quella fatta dal Capo dello Stato all’ex numero uno della Bce ormai un anno fa, quando gli chiese di guidare il Governo in un momento d’emergenza nazionale e internazionale.
Le parole di Mattarella
“Il senso di responsabilità mi impone di non sottrarmi e prevale sulle mie idee ed anche sulla vita privata”. Queste le prime parole del presidente Sergio Mattarella a pochi minuti dalla sua rielezione.
Il Capo dello stato ha parlato di dovere, di emergenze in atto e della necessità di “interpretare” le esigenze dei cittadini, emerse anche attraverso la spinta del Parlamento che ha travolto i partiti incapaci di esprimere un nome alternativo. Forse per questo il capo dello Stato ha esordito ringraziando proprio il Parlamento e i delegati delle Regioni per la “fiducia” espressa nei suoi confronti.
“I giorni difficili trascorsi per l’elezione della presidenza della Repubblica nel corso della grande emergenza che stiamo tuttora attraversando sul versante sanitario, su quello economico, su quello sociale richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento”, ha detto Mattarella. “Queste condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati e naturalmente devono prevalere su altre considerazioni e su prospettive personali differenti, con l’impegno di interpretare le attese e le speranze dei nostri concittadini”, ha concluso il Presidente della Repubblica rieletto.
I commenti dei leader
“La rielezione di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica è una splendida notizia per gli italiani. Sono grato al Presidente per la sua scelta di assecondare la fortissima volontà del Parlamento di rieleggerlo per un secondo mandato ”, ha affermato il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, dopo la rielezione del Capo dello Stato.
“Voglio esprimere un grande ringraziamento al Presidente Mattarella per la scelta che è una scelta di generosità nei confronti del Paese ed è oggi fondamentale, importante e necessaria. Credo che sia una bella giornata per l’Italia e importante per la politica italiana”, ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta in conferenza stampa alla Camera.
“Va preso atto – ha aggiunto il leader del Partito Democratico – che quello che è accaduto dimostra che la politica italiana è bloccata, e che ci vogliono nuove regole fra cui una riforma dei regolamenti parlamentari che limitino il trasformismo”. “Non vorrei che andassimo a casa con l’idea di aver risolto i problemi”, ha concluso Letta.
Secondo Giorgia Meloni, la rielezione del Presidente Mattarella rappresenta “un’anomalia istituzionale”. La leader di Fdi di è scagliata contro i suoi alleati di coalizione, dicendo che sperava avessero “più coraggio”, perché “c’erano i margini per eleggere un presidente della Repubblica che non provenisse dalla storia della sinistra: e questa cosa mi fa impazzire, che si sia rinunciato senza tentare davvero”. “Il centrodestra parlamentare credo che non esista”, ha detto Meloni.
“Per il Quirinale abbiamo fatto dieci proposte ma alla sinistra non ne andava bene nemmeno una A me non piace fare lo spettatore: quando siamo andati a vedere le carte degli altri, mi hanno fatto alcune proposte. Quando ne ho accettata una, hanno subito detto di No perché andava bene a Salvini”, ha affermato Matteo Salvini durante la riunione con i deputati. “Incredibile che nel tritacarne sia finito il capo dei servizi segreti italiani, linciato sui giornali dalla sinistra e da un ex presidente del Consiglio. È imbarazzante”.
Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha commentato: ”Mantenere Mattarella al Quirinale e Draghi a Chigi è l’unico modo per lasciare l’Italia al riparo dalle strampalate follie e dalla mancanza di regia politica. Mattarella e Draghi sono due scelte eccellenti, due nomi che garantiscono le Istituzioni”.
Il futuro del Governo, Giorgetti verso le dimissioni?
Archiviata l’elezione del Presidente della Repubblica, arrivano novità importanti sul Governo. Nel pomeriggio sono iniziate a circolare voci sulle possibili dimissioni di Giancarlo Giorgetti, successivamente smentite dallo stesso ministro dello Sviluppo Economico che però, insieme a Salvini, ha chiesto un incontro al Premier per parlare del futuro del Governo.
Giorgetti ha poi aggiunto: “Sono felice che Mattarella abbia accettato con senso di responsabilità l’intenzione del Parlamento di indicarlo alla presidenza della Repubblica”.