Sono già cinque i candidati alla Presidenza della Repubblica bruciati dall’ineffabile coppia Salvini-Meloni nel corso dei primi giorni della battaglia per il rinnovo del Capo dello Stato. A farne le spese è stato inizialmente il trio di candidati lanciato da Salvini, Meloni e Tajani con tanto di pubblica conferenza stampa e cioè Marcello Pera, Letizia Moratti e Carlo Nordio. Le loro candidature sono durate meno di mezza giornata e non sono mai state sottoposte al voto dell’aula del Parlamento.
Poi Matteo Salvini e i la destra sono arrivati addirittura a bruciare la seconda carica dello Stato, la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati che nella quinta votazione non ha raccolto nemmeno tutti i voti del centrodestra ed è stata trafitta da 71 franchi tiratori, attestandosi sul poco edificante livello di solo 382 consensi, lontano mille miglia dal quorum di 505 voti necessari per essere eletti alla Presidenza della Repubblica.
L’ultima vittima dell’indecorosa condotta della destra è stata la bravissima Elisabetta Belloni, già Segretario generale della Farnesina e oggi capo dei servizi segreti, buttata inopportunamente nella mischia da Salvini e Meloni con l’appoggio di Giuseppe Conte all’insaputa della interessata: operazione che ha sollevato le proteste del ministro degli Esteri grillino, Luigi Di Maio, nonché di mezzo Pd, di Italia Viva, di Forza Italia e Leu.
Dire che la strana coppia Meloni-Salvini sia una coppia di dilettanti allo sbaraglio, naturalmente in buona compagnia di Giuseppe Conti e di altri, è dire poco e il voto sempre più ampio a favore di un Mattarella bis è la testimonianza palmare della crisi di leadership della destra, anche se questo non basta ovviamente a promuovere la sinistra.