La crescita del Pil italiano, dopo aver “perso vigore nei mesi più recenti”, potrebbe “tornare a espandersi in misura sostenuta dalla primavera, trainata principalmente dalla domanda interna”, chiudendo il 2022 con una crescita “prossima al 4%”. Lo ha detto mercoledì Luigi Federico Signorini, presidente dell’Ivass e direttore generale di Banca d’Italia, intervenendo a un evento di Swiss Re.
Signorini ha poi sottolineato che “l’evoluzione della pandemia, le difficoltà di approvvigionamento degli input produttivi e i rincari energetici continueranno a essere i fattori determinanti per le prospettive di crescita nel breve termine”.
Le stime sul 2022, quindi, si basano “sull’ipotesi che l’attuale risalita dei contagi non comporti un forte inasprimento delle misure di contenimento, grazie ai progressi della campagna di vaccinazioni e all’esperienza maturata nel convivere con l’epidemia, adottando provvedimenti più mirati e minimizzandone così le ripercussioni negative sull’economia”.
Stimata ha parlato poi di “una graduale risoluzione delle strozzature dal lato dell’offerta, all’origine del recente rallentamento del commercio globale”. L’attività economica tornerebbe così a “espandersi in misura sostenuta dalla primavera, trainata principalmente dalla domanda interna”.
Anche gli investimenti, “dopo il forte rialzo registrato lo scorso anno, continuerebbero a crescere a tassi elevati, sospinti dal miglioramento delle prospettive di crescita, da condizioni di finanziamento distese e dalle risorse a sostegno degli investimenti pubblici e privati previste nel Pnrr e nella legge di bilancio”.
Per quanto riguarda invece “gli effetti dei rincari dei beni energetici sulla dinamica dei prezzi al consumo si attenuerebbero progressivamente, esaurendosi verso la fine di quest’anno – ha detto ancora Signorini – Le componenti di fondo dell’inflazione mostrerebbero una dinamica più contenuta riflettendo la progressiva riduzione dei margini di capacità inutilizzata e la graduale accelerazione delle retribuzioni”.