Via tutte le restrizioni straordinarie anti Covid imposte in Gran Bretagna per contenere la diffusione della variante Omicron. Lo ha annunciato Boris Johnson alla Camera dei Comune durante il Question Time settimanale.
I contagi in discesa (il 18 gennaio in Uk si sono registrati 94.432 nuovi casi e 438 decessi) e la forte copertura vaccinale garantita dalla terza dose, somministrata ormai a quasi il 64% della popolazione britannica, hanno spinto il primo ministro a ritirare il cosiddetto “Plan B”, il provvedimento contenente le misure addizionali imposte lo scorso dicembre allo scopo di arrestare la crescita dei contagi causata da Omicron. Da domani lo smart working non sarà più raccomandato, sarà abolito l’obbligo di possedere il mini green pass vaccinale per partecipare a grandi eventi ed entrare nei locali e cadrà anche l’obbligo di usare le mascherine ovunque.
“Da domani – ha detto Johnson intervenendo ai Comuni – non avremo più bisogno delle mascherine nelle aule scolastiche e il Dipartimento per l’Istruzione revocherà a breve le linee guida nazionali sul loro utilizzo nelle aree comuni degli edifici scolastici”. “Nel paese in generale, continueremo a suggerire l’uso di mascherine in luoghi chiusi o affollati, in particolare dove si entra in contatto con persone che normalmente non si incontrano. Ma ci fideremo del giudizio del popolo britannico e non criminalizzeremo più chi sceglie di non indossare la mascherina”.
L’annuncio di Johnson è stato accolto con favore dai cittadini britannici, anche se c’è chi considera la decisione di ritirare le misure approvate il mese scorso come una mossa puramente politica, dettata più dalla volontà di distogliere l’attenzione dalla propria persona e di ingraziarsi cittadini e politici conservatori che da un reale e duraturo miglioramento della situazione epidemiologica. Boris Johnson si trova infatti al centro delle polemiche per il cosiddetto scandalo Partygate, nato in seguito a varie feste organizzate a Downing Street mentre il Paese era sottoposto dure restrizioni anti-Covid. La scorsa settimana il Premier britannico è stato costretto a scusarsi pubblicamente, mentre il partito laburista e alcuni membri del suo stesso partito chiedevano dimissioni immediate.