Dopo i giorni complicati del lockdowm, senza sospensione delle attività, nella struttura napoletana si organizza “Futuro Remoto” dedicato ai cambiamenti climatici.
La Cina a Città della Scienza di Napoli, perché la cultura e l’internazionalizzazione non devono conoscere battute d’arresto. Nemmeno nei momenti più bui, quando bisogna ,invece, avere la capacità di mettere in relazione i saperi, la ricerca, l’interesse per la divulgazione. Lo Science Centre di Napoli coordina per conto del Ministero dell’Istruzione l’ internazionalizzazione dei sistemi ricerca-innovazione tra Italia e Cina. Nei giorni tristi della pandemia Covid 19 le attività non si sono fermate: tutte on line. Una prima prova di saggezza e di interesse culturale, a dispetto di quella minoranza di italiani che vedeva nella Cina e nei cinesi gli untori mondiali. Una seconda prova ci sarà in autunno quando la pandemia verrà messa in mostra insieme ai cambiamenti climatici. Non sappiamo se altre strutture italiane faranno cose simili, ma in una parte recuperata dell’ex Italsider il lockdowm scientifico è finito e si guarda avanti.
Gli animatori durante l’emergenza sanitaria hanno prodotto oltre 300 interviste di contenuto scientifico. Tra pochi giorni metteranno in rete anche una lezione del prof Apicella – che collabora con l’Università di Chongqing- sullo sviluppo di protesi ortopediche personalizzate. La “vetrina delle innovazioni “ è stata l’ultima scelta divulgativa pensata qui per non disperdere quell’enorme patrimonio di conoscenze stimolato sin dall’inizio dal fondatore di Idis -Città della Scienza, Vittorio Silvestrini. Dopo l’estate un calendario di eventi che segneranno di fatto la riapertura completa delle attività con il tradizionale Futuro Remoto.
Quest’anno la XXXIV edizione ha per titolo “PIANETA” – Tra cambiamenti epocali e sfide globali”. Si svolgerà dal 20 al 29 novembre rispettando le modalità e i limiti della normativa emergenziale, in materia di coronavirus vigente nel periodo della manifestazione. Un tema complesso e affascinante che sarà rappresentato come un viaggio attraverso le metamorfosi del Pianeta. L’organizzazione della manifestazione è dimensionata sul cambiamento climatico e sui grandi eventi “planetari”, come la pandemia di quest’anno. Mostre, laboratori , dimostrazioni, spettacoli che potranno svolgersi ed essere fruiti anche da remoto. Lo faremo “ dando voce al mondo della scienza, della ricerca nazionale e internazionale che giocano un ruolo fondamentale per fronteggiare queste che sono ormai realtà ed emergenze che riguardano tutti noi , in ogni parte del globo” spiegano i responsabili della struttura.
Sarà un Futuro Remoto diverso dai precedenti grazie anche ai partner scientifici, università, centri di ricerca, che da anni sono al fianco di Città della Scienza. L’esperienza del lockdownè stata pesante ma istruttiva per la forza comunicativa e di lavoro della struttura toccata, peraltro ,da lunghe turbolenze finanziarie ed amministrative. Non sarà facile dimenticare questo 2020, ma dedicare l’evento più noto della Fondazione alla lotta ai cambiamenti climatici ed alle interrelazioni con altre emergenze è una scelta coraggiosa che aspetta solo di essere apprezzata da migliaia di visitatori. Poco importa se reali o virtuali, conterrà il loro interesse per il più grande tema di questi anni.