E’ stato notificato ieri un esteso ricorso al TAR della Lombardia per l’annullamento della delibera di Giunta sullo stadio Meazza.
Il ricorso – che per la sua complessità va ben oltre le tutele del solo quartiere – è stato presentato da 67 cittadini di Milano, residenti e non nella zona di San Siro, con il sostegno del Comitato Coordinamento San Siro e del Comitato SiMeazza.
Tanto tuonò che piovve.
I cittadini e i comitati milanesi, dopo che più volte hanno cercato di trovare un percorso di dialogo con la pubblica amministrazione riguardo il cosiddetto “progetto nuovo stadio” a San Siro senza ricevere alcun tipo di risposta, hanno agito per vie legali con quella che rappresenta la prima e più urgente mossa, a cui ne seguiranno altre.
Sono chiamati in causa il Sindaco di Milano, il Ministero della Cultura in persona del Ministro pro tempore Dario Franceschini, del Segretariato regionale del Ministero per i beni e le attività culturali per la Lombardia, il Milan A.C. S.p.A. e l’Internazionale F.C. S.p.A.
“Il nostro ricorso considera la questione San Siro non certo una questione locale, ma cittadina, metropolitana e nazionale: di qui anche il fatto che hanno firmato molti cittadini non residenti nell’area di San Siro” dice Luigi Corbani presidente del Comitato SiMeazza che ha raccolto oltre 1500 aderenti in poche settimane.
Si tratta di un ricorso – stilato dagli avvocati Veronica Dini, Roberta Bertolani e Felice Besostri – molto articolato che contempla questioni sia formali, sia sostanziali.
“Da quando le società proponenti hanno ipotizzato il progetto nuovo stadio a metà 2019, più volte abbiamo chiesto che venissero prese in considerazione soluzioni alternative a una cementificazione monster su un’area di verde profondo che invece è così importante nell’emergenza climatica in corso, passando attraverso la tutela di uno stadio esistente e funzionate che necessita solo di un ammodernamento” dicono dal Comitato Coordinamento san Siro. “Purtroppo le nostre istanze non hanno mai avuto risposta, se non quella del sindaco Sala che ha dichiarato di voler decidere lui solo e di essere nell’impossibilità di convincere le squadre, come fossero esse stesse le uniche interessate e non i cittadini”.
Moltissimi i temi affrontati dal ricorso Dini-Bertolani-Besostri.
Dal lato procedurale per esempio si sottolinea da una parte la mancata motivazione dettagliata da parte dei proponenti dell’ipotesi ristrutturazione del Meazza, dall’altra il mancato coinvolgimento della Sovrintendenza.
Ma si sollevano anche i temi di incostituzionalità della legge sugli stadi e di non dichiarazione del titolare effettivo dell’opera.
Molti poi i temi di carattere sostanziale che vanno da un interesse pubblico non motivato nel dettaglio, all’impatto ambientale, all’affidabilità finanziaria.
“Con la proposta “nuovo stadio” ed edifici annessi, la comunità, intesa come area metropolitana oltre che cittadina, ci perderà, sia da un punto di vista ambientale che economico. A proposito di interesse pubblico.” commenta l’avvocato Veronica Dini che ricorda come, con la Petizione alla Commissione Europea inoltrata e accolta da Bruxelles lo scorso anno, il tema sia uscito anche dai confini nazionali.
“In effetti, il procedimento che ha condotto alla dichiarazione di pubblico interesse sembra proprio costruito al solo fine di soddisfare l’interesse – privato – delle società, a dispetto della normativa di settore e degli stessi pareri rilasciati dagli Uffici competenti. Basti pensare che non vi è neppure una riga nella quale il Comune spieghi in cosa consisterebbe l’interesse pubblico della proposta progettuale prestata da Inter e Milan” continua Dini.
“Gli avvocati Dini-Bertolani-Besostri hanno apportato consistenti motivazioni giuridiche a sostegno della inesistenza e/o della incostituzionalità delle norme invocate a supporto della deliberazione della Giunta, fatta con superficialità e fretta nonostante i tempi lunghi delle risposte delle due società alle obiezioni degli uffici comunali, contenute nelle relazioni istruttorie delle delibere e parte integrante delle stesse delibere” aggiunge Corbani.
Il ricorso è stato notificato il 3 gennaio e nei prossimi giorni verrà iscritto a ruolo.
Chiede l’annullamento della Deliberazione della Giunta comunale di Milano n. 1379 del 5/11/2021, avente a «OGGETTO: Proposta di cui all’articolo 1, comma 304, lettera a), della legge 27 dicembre 2013, n. 147, come modificato dall’art. 62 del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50 coordinato con la legge di conversione 21 giugno 2017 n. 96, relativa allo “Stadio di Milano” pervenuta in data 10 luglio 2019 già dichiarata – con condizioni e prescrizioni – di pubblico interesse con deliberazione GC 08/11/2019 n. 1905. Conferma della dichiarazione di pubblico interesse – con condizioni – in relazione ai contenuti degli elaborati progettuali inoltrati in data 6 novembre 2020» per l’annullamento di tutti gli atti presupposti, connessi e conseguenti, tra cui la Deliberazione di Giunta Comunale n. 1905 dell’8.11.2019.