Per l’elezione del Presidente della Repubblica si vota il 24 gennaio alle 15. La data e l’ora sono state fissate dal presidente della Camera Roberto Fico e segneranno l’inizio della complessa procedura che porterà all’elezione del successore di Sergio Mattarella. Quest’ultimo lascerà il Quirinale il 3 febbraio.
ELEZIONE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, LA SITUAZIONE
Il rebus della successione a Sergio Mattarella è ancora tutto da sciogliere. Molti i nomi in ballo a cominciare da quello del premier Mario Draghi che – nonostante la presa di distanze dei partiti – rimane in concreto il nome più titolato per l’incarico. Segue Silvio Berlusconi, formalmente candidato del Centrodestra, ma con scarse o nulle possibilità di farcela. Altri nomi: Pier Ferdinando Casini, Giuliano Amato. E poi l’appello delle scrittrici e intellettuali perché si voti una donna al Colle. Ma il puzzle è ancora da comporre.
Sulla carta, nell’attuale Parlamento sono 1.008 o 1.009 i Grandi elettori che voteranno riuniti in seduta comune: 321 senatori, 630 deputati e 58 delegati regionali. I candidati regionali sono 3 per ogni Regione, ad eccezione della Valle d’Aosta che ne ha uno, designati in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. E qui cominciano le prime incognite: il plenum al momento è fermo a 1.007 componenti: i senatori sono 320, ma devono salire a 321 se l’aula di Palazzo Madama convaliderà il subentro del pd Fabio Porta al posto del Made Adriano Cario, decaduto. I deputati attualmente in carica sono invece 629 perché il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha lasciato il suo posto vacante come previsto dalle norme. Domenica 16 gennaio sono in programma le elezioni suppletive. Una volta proclamato, il nuovo eletto si aggiungerà al plenum che tornerà così a 630.
ELEZIONE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, GLI SCHIERAMENTI
Il prossimo parlamento – quello che sarà votato con le prossime elezioni – sarà molto più snello per effetto della riforma costituzionale già votata. I deputati saranno 400, i senatori si fermeranno a 206. Complessivamente saranno 345 parlamentari in meno.
Ma ora? Il centrodestra sulla carta può contare su 450 esponenti: 196 sono della Lega (il senatore Paolo Saviane è deceduto e il suo seggio resta vacante), 127 di Forza Italia, 58 di Fratelli d’Italia, 31 di Coraggio Italia-Cambiamo-Idea, 5 di Noi con l’Italia, ai quali si aggiungono i 33 delegati regionali.
Il centrosinistra (includendo il M5S) può contare su 420 voti se si esclude Italia viva. Il partito di Matteo Renzi presenta un drappello di 43 voti. Il Pd conta 133 grandi elettori, il M5s ne ha 233, Leu 18, Azione-+Europa 5, Centro democratico di Bruno Tabacci ha 6 deputati. A questo blocco si aggiungono i 25 delegati regionali, più Gianclaudio Bressa, iscritto al gruppo per le Autonomie ma eletto con il Pd.
Il terzo blocco di voti è quello del gruppo Misto di Camera e Senato. Il numero dei deputati e senatori che vi aderiscono è aumentato nel corso della legislatura accogliendo i transfughi dei vari partiti. Tra i deputati in primis vanno conteggiati gli ex M5s di Alternativa C’e’ che per le votazioni del Quirinale ha 19 grandi elettori, poi ci sono Azione-+Europa-Radicali (5), Centro Democratico (6 deputati), Maie (3 deputati, 3 senatori), FacciamoEco (3 deputati), Nci (5 deputati). Al Senato c’è poi LeU (6) e tanti fuoriusciti M5s (15 ex M5s, 3 ex 5s ora Italexit e 1 ex 5s ora Potere al Popolo).
Da considerare infine che a queste elezioni del Presidente della Repubblica parteciperanno anche 6 senatori a vita: Giorgio Napolitano, Mario Monti, Liliana Segre, Elena Cattaneo, Renzo Piano, Carlo Rubbia.
ELEZIONE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, QUORUM E VOTAZIONI
Per l’elezione del Presidente della Repubblica la Costituzione prescrive che si debba raggiungere una maggioranza qualificata pari ai 2/3 del componenti dell’assemblea per le prime tre votazioni. Ovvero – in base ai numeri attuali – 671 se si prende per base il numero di 1007 grandi elettori. Se non si riesce ad eleggere il Presidente della Repubblica in tre sedute, alla quarta il quorum scende alla metà dei voti più uno. Ovvero 504 voti.
I grandi elettori vengono chiamati due volte, si presentano in cabina (chiamata catafalco e posizionata sotto il tavolo della presidenza della Camera) e depongono la scheda. La procedura è volta ad assicurare la massima segretezza del voto. Lo spoglio delle schede viene letto ad alta voce dal presidente della Camera.