Mark Zuckerberg, per niente impressionato dall’ondata di critiche per l’atteggiamento di Facebook nei confronti delle fake news, prosegue nella sua marcia verso un mondo virtuale governato dalle sue (cioè proprio di lui) regole. E’ di questi giorni la notizia che WhatsApp ha fatto un passo importante nel mondo delle criptovalute con la possibilità, per gli utenti americani, di inviare e ricevere denaro tramite il portafoglio digitale Novi, sviluppato da Facebook-Meta. Gli iscritti possono eseguire pagamenti, e quindi riceverne, direttamente dalle chat, sfruttando il servizio offerto da Novi, senza costi aggiuntivi. Al momento il programma interessa un numero limitato di account presenti all’interno del territorio statunitense, ma si può pensare che il raggio d’azione verrà esteso almeno ad India e Brasile, dove è da poco cominciata la fase di test, cioè due Paesi estremamente sensibili allo sviluppo delle meta-monete.
Novi nasce dal progetto di valuta digitale Libra, che Facebook aveva annunciato nel 2019 con l’obiettivo di rivoluzionare l’economia globale, prima di un passo indietro provocato dalla levata di scudi generale. Ora Zuckerberg ci riprova. Tutte le transazioni verranno effettuate utilizzando la criptovaluta Pax Dollar (USDP), che fa parte della categoria delle stable coin, diverse dai bitcoin, perché il loro valore resta ancorato a quello della valuta fisica a cui sono associate, in questo caso il dollaro. La conversione è quindi garantita 1:1 e immediata. Novi e WhatsApp hanno confermato che il servizio non richiede alcun tipo di commissione in nessuna fase del suo utilizzo.
Non, è certo casuale il riferimento a Brasile e India. Le monete virtuali, rileva un recente studio della Bayes Business School, faticano ad imporsi come strumento di pagamento per l’estrema volatilità dei corsi e la frequenza di frodi e attività criminali. L’impiego di Bitcoin e dintorni resta principalmente speculativo, salvo l’importante eccezione degli NFT (not fungible token) che tengono traccia di chi li crea, ampiamente utilizzati nel lusso e nel mondo dell’arte.
Il quadro cambia, però, nei mercati emergenti dove le criptovalute hanno conquistato una fetta rilevante del mercato, a partire dalle rimesse degli emigranti, più sicure e meno costose. E così nella classifica dei clienti del Bitcoin si fanno strada Paesi come Nigeria e Kenya. Dallo scoppio della pandemia gli scambi sul Bitcoin sono quadruplicati grazie al boom delle piattaforme in America Latina, Africa e Far East. Ai primi posti spuntano Vietnam, Pakistan ed India dove è fallito il tentativo di metter fuori legge il Bitcoin, anche se New Dehli non dispera (al pari di Cina e Nigeria) di entrare sul mercato con una criptomoneta nazionale.
Zuckerberg cerca ora di incunearsi in questa tendenza aggirando i problemi sollevati dalle banche centrali più importanti, dalla Fed alla Bce, anche loto impegnate a guadagnare posizioni su mercati, per ora selvaggi, ma anche per questo ottimi terreni di caccia per la cybersecurity.