Gli investimenti in arrivo 2022 per la transizione energetica sono pari a 34,69 miliardi. Lo ha detto il ministro per la transizione ecologica Roberto Cingolani che ha presentato una prima tempistica del interventi che saranno finanziati con il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Date e bandi sono stati annunciati a Milano nel corso di “Italiadomani – Dialoghi sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, il ciclo di incontri promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Una notevole massa di miliardi, dunque pioverà sul settore energetico. Si parte nel primo trimestre del 2022 con un bando da 1,9 miliardi per il bio metano. Nel secondo trimestre seguirà un bando da 30 milioni per la cultura e la consapevolezza su temi e sfide ambientali. Ulteriori 680 milioni andranno al bando per la promozione di impianti innovativi cui vanno aggiunti gli 0,16 miliardi per ricerca e sviluppo e altri 450 milioni per quelle aree dove si studiano applicazioni specifiche dell’idrogeno, le “Hydrogen Valley”.
Complessivamente, il prossimo anno due miliardi saranno dedicati all’utilizzo dell’idrogeno mentre 360 milioni sono stati destinati a un progetto di rinaturificazione del Po che già in fase operativa. Il grosso degli stanziamenti arriverà nel quarto trimestre quando sono previsti “impegni per 4 miliardi su progetti di rafforzamento delle smart grid e resilienza climatica delle reti”. Sempre a fine anno partirà l’iniziativa porti verdi, un’operazione da 0,27 miliardi e un altro progetto dedicato ai sistemi di teleriscaldamento.
Si entra dunque nel vivo degli impegni assunti con Bruxelles in cui la mobilità e le reti di distribuzione assumono un rilievo preponderante. Ed è comprensibile che sia così vista la spinta all’elettrificazione dei trasporti e dei consumi.
il Comitato interministeriale per la Transizione ecologica (Cite), i ministri della Transizione ecologica (Mite) Roberto Cingolani, delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile Enrico Giovannini e dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, pochi giorni fa hanno definito le tempistiche di sostituzione dei veicoli con motore a combustione interna (ad esempio, benzina e diesel): dal 2035 non potranno più essere vendute auto nuove non motore a combustione interna, in linea con quanto ha deciso la Ue e in generale i Paesi più avanzati. Per i furgoni e veicoli commerciali da trasporto leggeri la scadenza è stata fissata al 2040.
L’impegno è di mettere in campo “tutte le soluzioni funzionali alla decarbonizzazione dei trasporti – afferma una nota del Mite – in una logica di “neutralità tecnologica” valorizzando, pertanto, non solo i veicoli elettrici ma anche le potenzialità dell’idrogeno, nonché riconoscendo – per la transizione – il ruolo imprescindibile dei biocarburanti, in cui l’Italia sta costruendo una filiera domestica all’avanguardia”.