Il treno dell’Apocalisse è sempre in movimento. Questa affermazione, in tempo di Conoravirus ci porta dritti nel cuore dell’inferno, non solo cinematografico e fantascientifico. La minaccia globale, il terrore di qualcosa di misterioso, di imprevedibile, di oscuro e incontrollabile ha accompagnato da sempre la storia dell’umanità e il cinema non ha fatto altro che darle forma visiva. Questo il tema del prossimo prodotto targato Netflix con il titolo Snowpiercer che inizierà con i primi due episodi il 25 maggio. Per capire meglio di cosa si tratta e perché lo segnaliamo è necessario però fare prima un piccolo passo indietro.
Lo scorso anno il film Parasite, firmato dal coreano Bong Joon-ho portò a casa un bel gruzzolo di risultati con la Palma d’Oro a Cannes e poi con ben quattro Oscar. Tutti sacrosanti: un lavoro pregiato, accurato e assolutamente contemporaneo del quale abbiamo scritto su FirstOnLine (https://www.firstonline.info/parasite-la-lotta-di-classe-secondo-il-coreano-joon-ho/ ) . Lo abbiamo definito quasi un capolavoro ad opera di un regista che ha fatto una eccellete gavetta. Nel 2013 Bong esordisce proprio con The Snowepiercer, un lungometraggio ispirato da una graphic nove francese, che non ha ricevuto l’attenzione che avrebbe meritato. La trama è semplice: un treno viaggia senza meta intorno al pianeta terra nel buio di un’era post glaciale dovuta al surriscaldamento globale. A bordo si trova una specie di Arca di Noè umana divisa per classi. Nelle carrozze di testa, confortevoli e dotate di cibo, vivono i ricchi mentre in coda alloggiano i poveri ridotti in schiavitù. Ad un certo punto scoppia la rivolta e si dirige verso la locomotiva dove … vi risparmiamo la conclusione. Il film è facilmente reperibile su Amazon Prime e per chi lo avesse perso lo consigliamo caldamente.
Quale è la differenza tra le due versioni rispetto ad oltre 15 anni addietro? Nella sceneggiatura, nella trama, apparentemente nessuna, nella sostanza cambia molto. Il periodo trascorso non è irrilevante e il momento in cui ci troviamo è di drammatica attualità. Ciò che allora si poteva solo immaginare, si poteva solo intuire come un futuro possibile se l’umanità intera non si fosse resa conto delle nefandezze di cui essa stessa era ed è artefice e responsabile (vedi appunto il riscaldamento globale, la deforestazione etc) oggi invece è tutto di fronte ai nostri occhi, di fonte alla nostra coscienza individuale e collettiva. Siamo passati da un momento di formale (solo formale) “benessere globale” pur con mille difficoltà equamente sparse in ogni parte del mondo, ad uno immediatamente catastrofico come solo la fantasia talvolta è in grado di inventare. La pandemia ci ha investiti come un treno che è apparso all’improvviso, ci ha tramortiti con “le debolezze delle certezze” scientifiche sgretolate e sepolte da una valanga di neve. Su questo treno che ci ha colpiti in pieno viso, siamo stati costretti a salire a bordo, con le buone o con le cattive, consapevoli o meno. Ora che il treno è partito (e con nostra speranza sembra stia rallentando) non ci resta che viaggiare, in verità siamo obbligati a viaggiare, verso una meta che non sappiamo ancora bene dove essa si trovi e quando potrà essere raggiunta.
Il treno di Snowpiercer si propone dunque come grande metafora di questi giorni e non è casuale ricordare che furono proprio i fotogrammi di un treno lanciato verso il pubblico terrorizzato l’immagine che ha segnato i primi anni del cinema (1896). Nel momento in cui le sale con il grande schermo sono destinate a rimanere ancora vuote, purtroppo, ci dobbiamo accontentare di quanto possiamo vedere in streaming. In questo caso, abbiamo un doppio vantaggio: vedere prima il film originale del 2013 e poi il seriale di Netflix. Potrà essere un utile esercizio per riflettere, per osservare da vicino, con chi viaggiamo sul treno della paura, verso quale destinazione siamo diretti e quando, ma sopratutto come, ne scenderemo.