Philippe Donnet, il Ceo di Generali che mercoledì si appresta a presentare il nuovo Piano industriale della sua compagnia, avrà sicuramente sorriso per la prima intervista del nuovo Ceo di Unicredit, Andrea Orcel. Non altrettanto Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del vecchio, azionisti influenti di Generali e di Mediobanca e fieri avversari di Donnet che in primavera vorrebbero sostituire alla guida del Leone. Ma tattiche o strategiche che siano, le parole rilasciate da Orcel al Sole 24 Ore sono chiarissime: “l’Italia ci interessa molto ed è proprio qui che Unicredit conta di crescere, ma la banca di Piazza Gae Aulenti non è della partita Mediobanca-Generali, perché le nozze tra banche e assicurazioni non hanno mai funzionato”.
Nella sua intervista al giornale della Confindustria, Orcel spiega il senso del nuovo piano industriale e dice apertamente che vuole crescere in Italia per accorciare le distanze da Intesa Sanpaolo e che lo farà per vie interne, senza escludere a priori operazioni di M&A ma chiarendo una volta per tutte due cose: 1) che l’M&A è un mezzo e non un fine e ha senso se vale a creare valore per gli azionisti; 2) che, una volta sfumata l’operazione Mps, per ora non ci sono altri dossier aperti sul tavolo di Unicredit.
“Unicredit – afferma Orcel – vuol tornare a crescere anche in Italia, un Paese che resta un’area attraente per i servizi finanziari: puntiamo a guadagnare quote di mercato attraverso la crescita organica e valuteremo acquisizioni sia quì che all’estero, ma ora non abbiamo dossier sul tavolo”.
Ma sono le dichiarazioni sul progetto Mediobanca-Generali la parte più intrigante dell’intervista di Orcel che dice: “Non credo a operazioni di aggregazione tra banche e assicurazioni: non funzionano, come dimostrano alcuni casi tentati senza successo in Europa. Nè tantomeno siamo interessati a gestire partecipazioni finanziarie. Il mio compito è di far funzionare il business delle banca”.
Anche senza la partecipazione di Unicredit, non è detto però che Caltagirone e Del Vecchio, che continuano giorno dopo giorno ad investire sui gioielli della finanza italiana, rinuncino a conquistare Mediobanca per arrivare, per quella via, a controllare Generali. La partita non è certamente semplice ma resta aperta e una parola chiave la dirà l’assemblea di primavera, dove si capirà se i fondi internazionale che sono parte rilevante del capitale del Leone, si fidano di più di Donnet o della coppia Calta-Del Vecchio.