A piccoli passi, ma avanza il progetto di Opa lanciato dal fondo americano KKR su Tim e appoggiato dalle maggiori banche d’affari a stelle e strisce. Nel weekend ha destato grande interesse l’apertura del primo azionista di Tim, la francese Vivendi di Bolloré, che per la prima volta si è detta disponibile a valutare lo scorporo della rete e la successiva fusione con quella di Open Fiber sotto il controllo pubblico della Cdp, anche a prezzo di andare in minoranza.
Proprio il controllo pubblico della rete Tim – quella di Open Fiber è già sotto l’ombrello della Cassa depositi e prestiti – è una delle condizioni imprescindibili poste dal Governo Draghi per dare il via libera all’Opa americana, se questa si concretizzerà. Di questo progetto la separazione tra rete e servizi di Tim, che cesserebbe di essere un gruppo integrato, è un punto cruciale e lo scorporo della rete in funzione della successiva fusione con Open Fiber che valorizzerebbe le sinergie e darebbe all’Italia una grande rete infrastrutturale per le tlc, diventa un traguardo raggiungibile anche con il benestare della Commissione europea.
“Vivendi – ha detto un suo portavoce a Repubblica – è interessata a qualsiasi soluzione (per Tim) che promuova l’efficienza e la modernità della rete, preservando il valore del proprio investimento. In questa prospettiva, l’ipotesi di un controllo statale della rete, se fosse propedeutico a un progetto strategico a guida istituzionale, verrà certamente valutata con apertura”.
Quella di Vivendi è un’apertura di grande importanza anche se la strada dell’Opa e quella che può portare allo spin off della rete Tim e alla costruzione di una rete unica restano ancora molto complesse. Anzitutto, deve arrivare la scelta degli advisor di Tim, poi la due diligence di KKR, poi il pronunciamento del Governo Draghi. E poi non dimentichiamoci che, senza un rilancio sul prezzo dell’offerta, l’Opa di KKR non va da nessuna parte, come la stessa Vivendi ha indirettamente ricordato.
In conclusione, se tutto andrà bene, si arriverà al traguardo nei primi mesi dell’anno prossimo ma, dopo le parole di Vivendi durante il fine settimana, la Borsa ha qualche motivo in più per pensare che il sogno dell’Opa si avvicini.