Via libera al fermo immediato dell’indiziato in caso di minacce, lesioni e stalking e alla possibilità di ricorrere a una vigilanza dinamica della vittima. Ok all’uso rafforzato del braccialetto elettronico. Sono tre delle principali misure contenute nel disegno di legge per la prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica approvato dal consiglio dei ministri. Si tratta di un provvedimento composto da 10 articoli che introduce una nuova stretta “con un duplice obiettivo: rafforzare strumenti di prevenzione e protezione delle donne”, afferma la ministra della Giustizia Marta Cartabia.
VIOLENZE E FEMMINICIDI
In base ai dati contenuti nel report “Omicidi volontari” curato dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della polizia criminale, infatti, nel 2021 le violazioni dei divieti da “codice rosso” sono aumentate del 10 per cento, mentre i femminicidi sono 109, l’8% in più dello scorso anno. 93 donne sono state uccise in ambito familiare o affettivo, 63 delle quali per mano del partner o dell’ex partner. Al 31 ottobre 2021 inoltre sono stati registrati 1.099 casi di revenge porn, il 45% in più rispetto ai 759 dello scorso anno.
COSA PREVEDE IL DDL
Al disegno di legge hanno lavorato fianco a fianco tutte le ministre del Governo Draghi: Elena Bonetti, Luciana Lamorgese, Marta Cartabia, Mara Carfagna, Mariastella Gelmini, Fabiana Dadone ed Erika Stefani.
In base a quanto previsto, il pubblico ministero può disporre anche al di fuori dei casi già previsti (come la flagranza di reato) “il fermo della persona gravemente indiziata” di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e atti persecutori o di un “delitto consumato o tentato, commesso con minaccia o violenza” se “sussistono specifici elementi per ritenere grave e imminente il pericolo”, quando “non è possibile, per la situazione di urgenza, attendere il provvedimento del giudice”. La misura è prevista per reati come maltrattamenti in famiglia, lesioni e stalking. “In caso di atteggiamenti violenti si potrà procedere di ufficio“, ha affermato la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese. Non ci sarà dunque bisogno della denuncia della vittima, ma solo nel caso in cui il partner violento abbia già ricevuto un monito per lo stesso tipo di reati.
Altre due novità importanti riguardano la stretta sull’uso rafforzato del braccialetto elettronico per chi minaccia o maltratta (chi prova a manometterlo andrà in carcere) e l’ipotesi di una vigilanza dinamica della vittima. In merito alla prima, il braccialetto sarà applicato solo con il consenso dell’interessato. Se però quest’ultimo rifiuta, rischia misure alternative più pesanti. In caso di manomissione, scatta il carcere. Per quanto riguarda la seconda, dopo una denuncia o una querela, le forze dell’ordine, “qualora dai primi accertamenti emergano concreti e rilevanti elementi di pericolo di reiterazione della condotta”, lo comunicano al prefetto competente il quale può adottare “misure di vigilanza dinamica, da sottoporre a revisione trimestrale, a tutela della persona offesa”.
“Per la sospensione condizionale della pena, prevediamo un rigoroso rispetto dei percorsi di recupero e un uso più diffuso, vasto, robusto del braccialetto elettronico che pone il violento di fronte all’alternativa di indossarlo o finire in carcere. Poi c’è una provvisionale per gli orfani di femminicidio, da erogare non al termine di un lungo processo ma dopo le indagini preliminari”, ha spiegato la ministra del Sud, Mara Carfagna, in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri.
Infine, le pene previste per i reati di percosse, lesioni, minacce, violazione di domicilio e danneggiamento sono aumentate “se il fatto è commesso nell’ambito di violenza domestica da soggetto già ammonito”.