C’è una parte del Terzo settore che al Sud si fa strada tra sostenibilità ambientale e commercio etico. Produzioni agricole di qualità che sfidano i mercati e creano valore per una maggiore coesione sociale. La grande distribuzione è la vetrina dei grandi marchi che non ripudiano, certo, la qualità. Sapere, però, che anche organizzazioni terze spingono per un food sostenibile, e nelle Regioni del Mezzogiorno, produce un certo grado di soddisfazione.
La Fondazione con il Sud in questi giorni ha stretto alleanza con Gioosto, organizzazione di ecommerce etico e sostenibile. Insieme hanno lanciato per Natale la campagna “Con il Sud Gioosto”. Una forma moderna di colleganza tra lavoro e mercato nel momento in cui le economie mature si interrogano su come tutelare l’ambiente e fare profitti.
Il programma promuove l’acquisto dei prodotti realizzati dalle organizzazioni del Terzo settore coinvolte nei progetti sostenuti dalla Fondazione presieduta da Carlo Borgomeo. Le relazioni tra coltivazioni ecosostenibili e progetti di crescita economica non sono molti, né facili da realizzare. Ma “Buoni manco a dirlo” è il brand di lancio di prodotti del territorio che racchiudono storie di resilienza che interessano persone e comunità.
“Vogliamo rendere partecipe e responsabile il cittadino-consumatore che, attraverso l’acquisto dei prodotti, decide di premiare il cambiamento promosso dalle organizzazioni non profit al Sud, contribuendo a non farlo arrestare. Un processo che si basa sulla promozione della coesione sociale, orientato alla sostenibilità sociale “ dice Borgomeo. I consumatori con questo modo di food sostenibile, prendono parte ad un percorso di adattamento delle produzioni ai principi green, senza fitofarmaci, magari con qualche aiuto pubblico e in legalità.
Alle spalle di tutto scopriamo il riuso dei beni confiscati alle mafie, il recupero e la valorizzazione di terreni incolti o abbandonati. Vini, olio, sughi, salse, legumi, confetture vanno in Rete in questi giorni pre-natalizi, ma già si pensa anche al dopo, evidentemente. È un modo per rafforzare la rete di oltre 6.700 organizzazioni che negli anni hanno preso parte a 1.300 progetti della Fondazione con il Sud. La concorrenza con altre catene distributive, ben radicate nelle ecommerce, è nei fatti. Ma nel conto del successo di “Buoni manco a dirlo” c’è il pregio di un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e dei diritti di chi la pratica. A volte basta solo buona volontà e organizzazione.