Tutti i sindacati dei tassisiti hanno indetto uno sciopero generale per mercoledì 24 novembre. La protesta si concluderà con un corteo a Roma dove sono attesi tassisti da tutto il paese. Si tratterà del primo sciopero digitale: nel posteggio dei Taxi della stazione Termini di Roma sarà affisso un grande striscione con un QR code che, una volta inquadrato, spiegherà i motivi della manifestazione. Il principale è la rimozione del Ddl Concorrenza che secondo i tassisti andrebbe ancora di più a deregolamentare il settore favorendo ulteriormente le multinazionali della mobilità. Uber in primis.
Oltre al QR code, su tutti i taxi che aderiranno alla giornata di protesta sarà presente anche un volantino che presenterà lo stesso messaggio del codice digitale: “Sciopero perché difendo il mio lavoro da chi vorrebbe distruggere il servizio pubblico, 40.000 imprese e 40.000 famiglie; sciopero perché voglio continuare a garantirti una tariffa certa, visibile, amministrata; sciopero perché tu non cada preda di un freddo moltiplicatore di prezzo che lo raddoppia, triplica, a seconda della richiesta di corse; sciopero perché come te, sono stufo di pagare le tasse che evadono le multinazionali; sciopero perché voglio regole certe per tutti e non una giungla in cui vince il più furbo, o il più ladro; sciopero perché come te, sacrifico ogni mio attimo per dare dei sogni ed un futuro dignitoso alla mia famiglia. Contro la politica collusa con le multinazionali”.
Il responsabile nazionale di Ugl Taxi Alessandro Genovese si è scagliato in particolare contro l’articolo 8 del DDL Concorrenza, chiedendone il ritiro e il ritorno alla discussione del processo di riforma della 21/92, rimasto incompiuto dal febbraio 2019. “Il nostro settore è un servizio pubblico con tariffe amministrate che non può essere messo in concorrenza e giustamente non lo prevede la direttiva Bolkestein” ha dichiarato Genovese. Oltre allo stralcio dell’articolo 8 le associazioni di categoria hanno richiesto “la pubblicazione dei Decreti attuativi previsti: il Foglio di servizio, Ren, e disciplina per le Applicazioni tecnologiche”.
Il Ddl concorrenza proposto attualmente contiene delle deleghe al governo per la disciplina di diversi settori. Una di queste riguarda il “riordino dei servizi di mobilità urbana non di linea” ed è proprio questa che ha scatenato l’ira dei tassisti. Il governo però, entro sei mesi dall’entrata in vigore del Ddl è tenuto ad emanare un decreto legislativo di attuazione che possa assicurare la concorrenza, anche toccando il nodo delicato delle licenze, al fine di elevare gli standard qualitativi del servizio offerto.
Sono passati infatti 4 anni dalla prima (e per ora unica) legge sulla concorrenza, con provvedimento che dovrebbe avere cadenza annuale ma che i governi spesso accantonano per ragioni di consenso elettorale. Nonostante le proteste, il Consiglio dei ministri ha però approvato il nuovo testo, vista la necessità del premier Draghi di rispettare gli impegni presi con la commissione europea riguardo il PNRR (Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza).