Enel è la prima azienda italiana per fatturato, Intesa Sanpaolo la prima banca per totale attivo tangibile, Generali mantiene un dominio assoluto nel mondo assicurativo. Ma in questo panorama dominato dai grandi player emergono alcune imprese manifatturiere più dinamiche che nel 2020, nonostante la pandemia, hanno realizzato un incremento delle vendite pari almeno al 20% rispetto al livello del 2019.
Questi i principali dati contenuti nella 56esima edizione dello studio sulle Principali Società Italiane realizzato dall’Area Studi Mediobanca. Il report analizza i bilanci di 3.437 aziende: 2.573 società industriali e di servizi, 252 holding, 27 sim, 29 società di leasing, 39 di factoring e credito al consumo, 403 banche e 114 assicurazioni.
RISCHI E OPPORTUNITÀ DI CRESCITA
Il peggio è ormai alle spalle. Dopo la crisi dovuta alla pandemia di Covid-19, secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, l’economia mondiale crescerà del 5,9% nel 2021 e del 2,9% nel 2022. Tendenza simile anche per l’Italia che dovrebbe crescere del 5,8% nel 2021 e del 4,2% nel 2022. Su queste previsioni incombono però dei rischi che non riguardano solo l’andamento della pandemia e della campagna vaccinale, ma anche le tensioni sui prezzi di energia, gas e petrolio e il rialzo dei prezzi delle materie prime dovuto alla loro scarsa disponibilità. “A mancare sono legname, plastica, ferro, acciaio, rame, stagno, alluminio e, di conseguenza, i semiconduttori che reggono l’industria elettronica, delle telecomunicazioni, degli elettrodomestici, dell’automotive e della componentistica. Il nodo delle materie prime è ipotizzato di natura temporanea, ma vi è il rischio che per alcuni settori possa diventare anche strutturale”, spiega Mediobanca.
A far da contraltare però, oltre alle opportunità messe in campo dal Pnrr, ci sarà anche la ripresa della domanda di esportazioni nei mercati chiave che interesserà il settore manifatturiero. “Così, se nel 2020 l’insieme delle imprese industriali e di servizi ha consuntivato un calo del fatturato pari all’11,7%, per il 2021 l’Area Studi Mediobanca prevede un incremento dell’8% circa e un ulteriore +6,5% nel 2022”, si legge nel report.
LA TOP 10 DELL’INDUSTRIA: CHI FATTURA DI PIÙ
Per il secondo anno consecutivo, Enel si conferma il primo gruppo industriale italiano con un fatturato pari a 62,6 miliardi di euro (-19,1%). Al secondo posto, con 44 miliardi di ricavi (-37,1%) c’è sempre Eni, seguita da Gse, che si piazza sul terzo gradino del podio con 26,3 miliardi di dollari di fatturato. Dopo il trio energetico-petrolifero, le posizioni successive si aprono ad altri settori, come il manifatturiero e i servizi. Al quarto posto troviamo infatti Fca Italy con 20 miliardi di ricavi (-18,1%), quinta Telecom Italia con 15,6 miliardi (-6,4%). Seguono Leonardo (13,4 miliardi,-2,7%), Ferrovie dello Stato (10,5 miliardi, -12,3%) ed Edizione dei Benetton (10,4 miliardi, -38%). Chiudono la top 10 Prysmian con 10 miliardi (-13%), e Poste Italiane, con 8,5 miliardi (-4,7%).
New entries nella Top20, sottolinea Mediobanca, sono: Italpreziosi (6,9 miliardi), Eurospin Italia (6,3 miliardi), Fincantieri (5,8 miliardi) e Lidl Italia (5,5 miliardi).
Passando dal fatturato al numero di dipendenti, la prima in classifica è Poste Italiane con oltre 124 mila dipendenti, seguono Ferrovie dello Stato (81.409 unità); Enel (66.717) ed Edizione (57.606).
BANCHE E ASSICURAZIONI
Una sorpresa arriva dal settore bancario, dove nel 2020 Intesa Sanpaolo supera Unicredit per totale attivo tangibile per 994,3 miliardi contro 929,3%. Terza in classifica, ma con un ampio scarto, è Cassa Depositi e Prestiti (410,3 miliardi), seguita al quarto posto da Banco BPM (182,5 miliardi). “Circa la qualità del credito, dopo il picco del 2015 (198 miliardi), a fine 2020 la massa dei crediti deteriorati netti degli istituti ammonta a 49miliardi, in diminuzione del 23,9% rispetto al 2019 che fa seguito al -25,6% del biennio precedente.
Passando alle assicurazioni, prosegue il dominio assoluto di Generali, con premi lordi che ammontano a 67,4 miliardi. Seguono a forte distanza il gruppo Poste Vita (16,9 miliardi) e Unipol Gruppo (11,9miliardi
HOLDING, SIM E LEASING
Enel si piazza al primo posto anche nella classifica delle holding italiane per investimenti finanziari, con 54,1 miliardi di euro e precede Ferrovie dello Stato (con 48,3miliardi). Più indietro Atlantia (17,3 miliardi), terza classificata. Tra le Sim invece, a dominare la classifica per margine di intermediazione è Sanpaolo Invest Sim, unica società a superare i 100 milioni (139,5 milioni per la precisione), seguìta da Cordusio Sim (71,2 milioni) e Equita Sim (57,2 milioni).
UniCredit Leasing guida infine la classifica delle 29 società di leasing per attivi per locazione. Findomestic Banca è in testa alle società di factoring e credito al consumo, con crediti finanziari per€19miliardi davanti a FCA Bank (15,7miliardi).
IMPRESE DINAMICHE
In questo contesto il report di Mediobanca segnala le aziende che nel 2020 sono cresciute di più in termini di fatturato e redditività, con aumenti a doppia cifra nonostante le difficoltà innescate dalla crisi Covid. Si tratta nel dettaglio di Monge & C. (Cn), Macron (Bo), Fratelli Ferro – Semolerie Molisane (Cb), Cappellotto (Tv) e Labomar (Tv), Diasorin (Vc), Stevanato Group (Pd), Pietro Fiorentini (Vi), GVS (Bo) e Copan Italia (Mn).
Sotto il profilo settoriale invece spiccano le performance dell’alimentare (con Newlat, Pastificio Luigi Garofalo, Lactalis, Giaguro, Globalcarni); della distribuzione alimentare (con Conad Centro Nord, Bofrost, Pac 2000, Tigros, Eismann); del Farmaceutico (con Farmaè, Takeda, Gilead, Pfizer, Gsk, Consumer Healthcare); dell’Informatica (con Digital Bors, Altitude, Wiit, Ericsson It Solutions, Fincons).