E alla nona giornata il Napoli si riposò. A fermarlo è stata la Roma, ritrovatasi dopo la figuraccia norvegese, anche se su un pareggio che, tutto sommato, non le fa certo storcere il naso. Certo, ora il primo posto non è più in solitaria, bensì in condivisione con il Milan, ma del resto non si può vincere sempre e un punto all’Olimpico, dopo otto successi consecutivi, si può accogliere con serenità. Lo stesso discorso, ovviamente, vale per i giallorossi; anzi, possiamo dire con una buona dose di certezza che Mourinho, alla vigilia, avrebbe firmato per assicurarsi il pareggio, specialmente in virtù dei momenti opposti delle due squadre.
Il faccia a faccia di ieri però ha pressoché azzerato le differenze, tanto che il risultato finale è sostanzialmente giusto, anche se lo 0-0 non rende giustizia alle tante occasioni create, da una parte e dall’altra. La Roma ne ha avute due enormi con Abraham e Mancini, il Napoli ha fatto lo stesso con Osimhen, fermato prima dal palo e poi dalla traversa; in mezzo tanto tatticismo e una buona dose di nervi, come in ogni big match che si rispetti. A farne le spese sono stati i due allenatori, entrambi espulsi per proteste, a dimostrazione di quanto l’aria fosse elettrica e la posta in palio altissima.
“Ero solo andato a fargli i complimenti ed ero sincero, mi spiace che Massa abbia mal interpretato – ha spiegato Spalletti, prima di parlare della partita – Entrambe le squadre hanno giocato una buonissima gara, tutte e due hanno provato ad attaccare e vincere mantenendo però grandissimo equilibrio, senza mai scoprire il fianco: ecco perché ci sono state poche occasioni per fare gol”.
“Per me è stata una grande partita, una gara di alto livello – l’analisi dello Special One – Poteva finire 1-0 per noi o 0-1 per loro, è stata dura per tutte e due le squadre, c’è stata intensità, concentrazione, nessuna paura e rispetto da tutte le parti. La tribuna punitiva per chi ha giocato giovedì? Sono cose di spogliatoio, sono messaggi che seguono performance negative, quella partita rimane nella mia storia e mi resta difficile perdonarli. Se conto di recuperarli? Certo, non hanno mica una croce davanti alla faccia…”.
Non approfittano dei risultati domenicali invece Atalanta e Lazio, la prima fermata in casa dall’Udinese, la seconda addirittura umiliata in quel di Verona. Il 4-1 finale del Bentegodi certifica la crisi della squadra di Sarri, alla terza sconfitta in campionato in appena 9 giornate, scivolata all’ottavo posto e superata anche dalla Fiorentina. Quel che preoccupa è la tenuta mentale dei biancocelesti, che ancora una volta, proprio come a Bologna, non si sono limitati a perdere, ma lo hanno fatto in maniera eclatante, puniti da uno strepitoso Simeone, autore addirittura di 4 gol (30’, 36’, 62’ e 92’). A nulla è valsa la rete di Immobile a inizio secondo tempo (46’), perché questo sembra essere un gruppo poco convinto del calcio propostogli dall’allenatore, come dimostra il caso Luis Alberto e la decisione della società di portare tutti in ritiro fino a sabato prossimo.
“È difficile spiegare, è successa la stessa cosa di Bologna – ha sospirato Sarri – Alla prima difficoltà ci siamo sciolti come neve al sole, la sensazione di superiorità del Verona è stata una cosa brutta. Alternando i risultati in questo modo non possiamo certo pensare di essere una grande squadra”.
Domenica amara anche per l’Atalanta, raggiunta sull’1-1 dall’Udinese in pieno recupero. Una beffa, visto che la Dea sembrava ormai aver messo in banca il gol di Malinovskyi (56’), ma pure un segnale che i tempi d’oro sono lontani: il colpo di testa di Beto (93’), infatti, certifica un ruolino casalingo sconcertante, fatto di una sola vittoria, 2 pareggi e altrettante sconfitte. Un bel grattacapo per Gasperini, uscito furibondo con l’arbitro dopo essere stato espulso per proteste.
“Gli arbitri rappresentano un grande problema, dovrebbero fare anche loro i professionisti e venire in tv a spiegare il perché di certe decisioni – ha tuonato il tecnico – Abbiamo fatto una buona partita, creato tanto e concesso poco, purtroppo però bisogna stare attenti fino alla fine, altrimenti può bastare un angolo per vanificare tutto”. Ora un giorno di pausa, dopodiché si ripartirà con il turno infrasettimanale, pronto a mettere in palio punti pesanti per tutti.