Una sfida imperdibile. Nel senso dello spettacolo, ma anche della classifica, visto che Juventus e Roma, seppur per motivi diversi, non possono permettersi di perdere punti. Il big match di Torino (ore 20.45) metterà di fronte le esigenze di Allegri con quelle di Mourinho: basterebbe già questo a lasciar presagire scintille, come sempre del resto quando si affrontano bianconeri e giallorossi. A livello di classifica sta meglio la squadra del portoghese, ancorata al quarto posto con 15 punti, mentre quella di Allegri, dopo le tre vittorie consecutive pre-sosta (quattro considerando anche la Champions), ha assoluto bisogno di vincere per continuare la rimonta.
“Sono davanti di 4 punti, è una partita molto importante per noi – ha confermato Max senza mezzi termini – Nelle prossime sette gare prima della sosta dovremo fare bene, questa volta dovremo accendere subito l’interruttore altrimenti rischiamo di farci molto male. Loro hanno tecnica e sono pericolosi sulle palle inattive, sono una squadra noiosa da affrontare: io contro Mourinho? No, questa non è una sfida tra allenatori…”.
“Mi fa piacere salutarlo, non posso dire che tra me e lui ci sia una grande amicizia ma sicuramente c’è rispetto, mi piace come persona – ha confermato lo Special One – Giocare contro una squadra come la Juventus è sempre una sfida che mi piace. Tra noi e loro ci sono delle differenze, noi lottiamo per vincere la Conference League, loro la Champions League, io sono arrivato tre mesi fa, Allegri ha più esperienza in bianconero. Noi però dobbiamo dimenticare queste cose e cercare di vincere la partita”.
Archiviata la sfida delle conferenze stampa è tempo di pensare a quella sul campo, dove Juventus e Roma, proprio come tutte le altre, dovranno fare i conti con gli strascichi della sosta. Allegri dovrebbe recupera per la panchina ma deve nuovamente rinunciare a Dybala, oltre che a Rabiot, positivo al Covid: il suo 4-4-2 vedrà così Szczesny in porta, Danilo, De Ligt, Bonucci e De Sciglio in difesa, Cuadrado, Bentancur, Locatelli e Bernardeschi a centrocampo, Chiesa e Kean in attacco.
Buone notizie invece per Mourinho, che ritrova Abraham dopo l’infortunio con l’Inghilterra, anche se solo la rifinitura odierna chiarirà il suo possibile impiego: il portoghese dovrebbe schierare un 4-2-3-1 con Rui Patricio tra i pali, Karsdorp, Mancini, Ibanez e Calafiori nel reparto arretrato, Cristante e Veretout in mediana, Zaniolo, Pellegrini e Mkhitaryan alle spalle dell’unica punta Shomurodov.
Spettatore interessato della sfida, ovviamente, Luciano Spalletti, che spera di battere il Torino (ore 18) e sedersi poi in poltrona a gustarsi il big match della serata senza nessun’ansia di classifica. Missione possibile ma non scontata, perché se è vero che gli azzurri, sin qui, hanno fatto percorso netto lo è anche che i dopo-sosta sono sempre insidiosi, specialmente quando si affrontano avversari non di cartello.
“Il Torino ha una storia di squadra che lotta, di squadra tosta, ogni volta ho trovato una squadra che ti dà battaglia – il monito di Spalletti – Non troverei giustificazione se lottassimo meno di loro. Per l’amore che ci circonda, per quello che si aspettano i nostri tifosi da noi, su questo ci siamo parlati”.
La vittoria del Milan rende necessaria una risposta analoga anche da parte del Napoli, pena abdicare al trono del campionato. Il tecnico azzurro è consapevole della delicatezza della sfida, ragion per cui si affiderà al miglior 4-3-3 possibile, con un occhio di riguardo solo per Ospina e Lozano, tornati poche ore fa dal Sudamerica: Meret in porta, Di Lorenzo, Rrahmani, Koulibaly e Mario Rui in difesa, Fabian Ruiz, Anguissa e Zielinski a centrocampo, Politano, Osimhen e Insigne in attacco.
Juric invece ritrova Belotti dopo oltre un mese, anche se solo per la panchina, e accarezza il sogno dell’impresa con un 3-4-2-1 con Milinkovic-Savic tra i pali, Djidji, Bremer e Rodriguez nel reparto arretrato, Singo, Lukic, Mandragora e Aina in mediana, Brekalo e Linetty alle spalle dell’unica punta Sanabria.
Chi spera in qualche passo falso altrui è soprattutto l’Atalanta, attardata di 4 punti dalla zona Champions e decisa a ritrovarsi dopo un inizio di stagione al di sotto delle aspettative. La sfida di Empoli (ore 15) si presenta molto interessante, anche perché i toscani di Andreazzoli, sin qui, hanno mostrato di non soffrire di complessi d’inferiorità verso le grandi. Gasperini poi è alle prese con diversi infortuni pesanti, visto che ai lungodegenti Gosens e Hateboer si sono aggiunti Pessina (due mesi di stop) e Djimsiti (uno): non il massimo per chi, tra stasera e mercoledì (super sfida a Old Trafford con il Manchester United di Ronaldo), si gioca una bella fetta di stagione.
“L’Empoli gioca un calcio propositivo e dinamico, ha vinto tre partite, è un campo storicamente ostico e quest’anno tutte le partite sono più equilibrate – le parole di Gasperini – Bisogna alzare il livello tecnico, però la mia è una squadra che produce azioni da gol avendone anche fatti un paio all’Inter e al Milan. Se non c’è il risultato dietro, la prestazione magari viene giudicata in modo negativo”.
Il tecnico nerazzurro vuole riprendere a correre già da oggi e per farlo si affiderà a un 3-4-1-2 con Musso in porta, Toloi, Demiral e Palomino in difesa, Zappacosta, De Roon, Freuler e Maehle a centrocampo, Pasalic sulla trequarti, Malinovskyi e Muriel in attacco. 4-3-1-2 d’ordinanza per Andreazzoli, che cercherà un altro scalpo eccellente con Vicario tra i pali, Stojanovic, Romagnoli, Viti e Marchizza nel reparto arretrato, Haas, Stulac e Bandinelli in mediana, Bajrami alle spalle della coppia offensiva composta da Di Francesco e Pinamonti.