Il vino di Leonardo da Vinci: la Malvasia di Milano, ottenuto dalla prima vendemmia della Malvasia di Candia Aromatica reimpiantata nel 2015 nel giardino di Casa degli Atellani, grazie alle ricerche condotte dagli studiosi della Facoltà di Scienze Agrarie dell’Università degli Studi di Milano, sotto la guida del professor Attilio Scienza, massimo esperto al mondo del DNA della vite, fa bene o meglio fa del bene.
Tre bottiglie della preziosa Malvasia Milano sono andate all’asta per sostenere i progetti del laboratorio di Ricerca Matilde Tettamanti, per la diagnosi ed il monitoraggio delle anomalie genetiche nei bambini leucemici italiani.
La serata charity indetta dal Comitato Maria Letizia Verga, grazie alla ospitalità della famiglia Castellini Baldissera e della Fondazione Piero Portaluppi si è tenuta presso Casa degli Atellani.
Sono state battute in anteprima mondiale le prime 3 bottiglie (significativamente numerate 79/330 – anno di nascita del Comitato Verga, 94/330 – anno di nascita della Fondazione Tettamanti, 15/330 – anno di nascita dell’Ospedale Verga-Tettamanti) e assegnate rispettivamente a 8mila, 10mila, 10mila, per un incasso complessivo 28mila euro.
L’intero ricavato dell’evento è stato destinato al progetto di ricerca sul passaporto genetico che mira ad individuare il profilo genetico di Ogni bambino malato di leucemia e linfomi, al fine di studiare una terapia personalizzata più mirata e offrire quindi un’opportunità di guarigione in più dalla malattia.
Nel 1498 Leonardo da Vinci ricevette da Ludovico il Moro che intendeva ripagarlo di aver terminato l’Ultima Cena, dipinta nel refettorio della vicina Basilica di Santa Maria delle Grazie una Vigna nella grande area allora compresa fra le basiliche di Santa Maria delle Grazie e di San Vittore. L’unica parte della Vigna sopravvissuta alla storia si trova oggi proprio presso Casa degli Atellani.
Ma Leonardo sarà costretto ad abbandonare Milano due anni dopo, quando il ducato viene invaso dalle truppe del re di Francia che sconfiggono e fanno prigioniero Ludovico il Moro. Anni dopo, nel 1506, Leonardo accetterà di far ritorno a Milano solo a patto di tornare in possesso della sua Vigna; che gli sarà restituita senza che l’artista “habia a patire spesa pur de uno soldo”.
Quando nel 1513 lascia di nuovo la città per trasferirsi prima a Roma e poi nella sua ultima dimora in Francia, Leonardo si premura che la Vigna venga curata dai suoi più fedeli servitori. Riceve in Francia i frutti del suo terreno e ancora nel suo testamento destina metà del vigneto al fedele servitore Giovanbattista Villani e l’altra metà al suo prediletto allievo, Gian Giacomo Caprotti, detto il Salaì, che qui aveva costruito una casa.
Nel 1524 Salaì muore, assassinato presso la Vigna. Dopo quattro secoli di oblio, solo all’inizio del Novecento il grande architetto Luca Beltrami, autore della ricostruzione del Castello Sforzesco e importante studioso di Leonardo, ricava l’esatta posizione della Vigna, e la fotografa. Un secolo fa una speculazione edilizia trasforma l’area e riduce la Vigna a un piccolo appezzamento di terreno, in fondo al giardino di Casa degli Atellani. Dopo la guerra, sarà ricoperto dalle macerie dei bombardamenti che nel 1943 si abbattono sulla casa, e su Santa Maria delle Grazie.
Grazie alla volontà della Fondazione Piero Portaluppi e della proprietà di Casa degli Atellani, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, la Vigna rinasce nel 2015. E nel 2018 la prima vendemmia della Vigna di Leonardo ha dato i suoi frutti, poi vinificati in anfore di terracotta ipogee secondo il metodo medievale; “La Malvasia di Milano”, il prezioso vino prodotto, è stato quindi raccolto in 330 Decanter, riprodotti da Alberto Alessi per Cascina Eugenia sul disegno di Leonardo da Vinci presente al folio 12690 del Codice Windsor.