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Enerbrain, tanti talenti e tanta passione alla base del successo aziendale

Enerbrain è ormai tra le aziende leader internazionali nel campo della efficienza energetica delle soluzioni immobiliari: il suo sviluppo è stato tanto rapido quanto appassionante

Enerbrain, tanti talenti e tanta passione alla base del successo aziendale

C’è la mela cascata sulla testa di Isaac Newton. E la vasca in cui si immergeva Archimede. Chissà forse un giorno si studierà la manopola della caldaia di Marco Martellacci, giovane fisico con un debole per la cibernetica. “L’inverno del 2015 – racconta l’amico Giuseppe Giordano, anche lui torinese – fu particolarmente rigido. E si poneva il problema di far funzionare gli impianti nel modo più efficiente individuando la soluzione capace di riscaldare gli ambienti al minor costo”. Marco, presa carta e penna, si mise al lavoro. Il risultato? Un algoritmo in grado di abbassare i costi del 30%.

Certo, dalla mela alla legge di gravità corre una lunga attività di ricerca. Così come da quell’intuizione iniziale in riva a Po allo sviluppo di Enerbrain, la società che oggi si qualifica tra i leader internazionali nel campo dell’efficienza energetica delle soluzioni immobiliari, corre una lunga attività di ricerca per sviluppare una tecnologia Hardware e Software in grado di ottimizzare i consumi per la climatizzazione, migliorare il comfort e, soprattutto, ridurre le emissioni di CO2. 

Ma le motivazioni e l’impegno civile è rimasto quello di allora, quando Martellacci, oggi chief Scientific Officer,  riuscì a convincere Giordano, l’attuale Ceo all’epoca in Texas dopo un master il design sostenibile, che quel che lui cercava in Usa, lo si poteva realizzare anche dalle nostre parti, così sonnacchiose e diffidenti ma con un invidiabile serbatoio di talenti, per giunta politically correct. Ai due si uniscono così altri due cervelli in fuga, ovvero  Filippo Ferraris, architetto, e da Londra  l’ingegnere Francesca Freyria. Sono loro il nucleo  iniziale di un manipolo di teste d’uovo,  più una cinquantina (oltre la metà donne, “le più motivate” dice Giordano), oggi protagonisti di un’avventura imprenditoriale che ha ormai varcato i confini nazionali sull’onda di un’ambizione che non è mai venuta meno, fin dall’inizio quando i protagonisti della startup bussarono alla porta del Lingotto, il più grande edificio della città, per mettere alla prova il loro algoritmo, che aveva comunque due qualità: costava poco e prometteva forti risparmi.

Fu un primo grande successo, seguito dagli accordi con industrie come Michelin o centri commerciali come Eataly, per poi proseguire in Europa e con le jv di Dubai, Singapore o in Giappone. “Abbiamo guardato subito fuori dall’Italia” dice Giuseppe Giordano. “Abbiamo una presenza da consolidare nel nostro Paese, ma ci vogliono 12/18 mesi per implementare le nostre soluzioni sul mercato. Intanto abbiamo realizzato installazioni pilota in Francia, Portogallo, Inghilterra, Austria, Svizzera ed Emirati Arabi. Ora siamo concentrati sull’espansione internazionale”.

Ma non meno importante è l’accordo con Iren che coinvolge 89 edifici nel comune di Torino, principalmente scuole e uffici, i cui impianti di generazione calore verranno potenziati dai sistemi che consentono di ridurre il C02 immesso nell’ambiente di circa 1.400 tonnellate annue. Come aggiungere all’ecosistema della città altri 100 mila alberi.

Un sistema, peraltro facile. In pratica, Enerbrain fornisce alle aziende un kit Internet of Things, con un sensore che monitora comfort e qualità dell’aria degli edifici. È plug and play, con una durata della batteria di 4-8 anni pensato in particolare per l’edilizia non residenziale (aeroporti, mall, centri conferenze, scuole, ospedali) ma che può essere applicata ad ogni tipo immobile. Dai dati raccolti nel cloud si può verificare, per esempio, la presenza di CO2 nell’aria. Dopodiché, una volta avuto il quadro della situazione, si possono controllare gli impianti attraverso un altro strumento installabile da chiunque che si connette a qualsiasi rete 3G o 4G e consente il controllo degli impianti da remoto e di risparmiare fino al 30% dei costi energetici. La startup assicura che chi utilizza Enerbrain può arrivare a risparmiare fino al 30%-40% dei costi energetici.

Il fatturato? Da zero a 5 milioni nei primi cinque anni, ma in forte accelerazione. Ad inizio agosto  Enerbrain ha chiuso un nuovo round di finanziamenti per 5,2 milioni con il fondo di corporate venture capital del Gruppo Edf, Iren, Equiter, Gellify e Azimut Digitech Fund. Un ‘iniezione di capitali che, pur consentendo ai fondatori di mantenere la maggioranza, permetterà di raccoglie i capitali necessari per attuare il piano industriale 2021-2023 volto a rafforzare la propria posizione sul mercato internazionale, sviluppare nuovi modelli di business e realizzare significativi investimenti in ricerca e sviluppo. E tutto cominciò da una caldaia che consumava troppo.

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