Va tutto bene, o quasi. A turbare gli umori dei mercati, lanciati verso nuovi record, è la Cina, dove, titola stamane il Wall Street Journal, “la repressione delle grandi società è appena cominciata. Nel giro di pochi mesi – attacca l’articolo – Pechino ha proibito la maggiore Ipo della storia finanziaria, scatenato una serie di indagini contro le più importanti società tecnologiche costrette ad arrampicarsi sugli specchi per obbedire al partito. È andato così in fumo un miliardo di dollari di capitalizzazione. E non è certo finita qui”.
La novità semmai sta nel fatto che una quarantina di protagonisti del business Usa al massimo livello hanno scritto ieri al presidente Joe Biden perché riapra le trattative con Pechino sui dazi che tanti danni stanno provocando agli Usa, perché i maggiori costi delle importazioni ricadono sui consumatori e pesano sull’inflazione. La sindrome cinese è però solo una nuvola sui cieli di Wall Street in attesa dei dati sul mercato del lavoro.
IL WSJ: LA REPRESSIONE DEI BIG CINESI CONTINUERÀ
Le borse asiatiche sono in calo, nonostante la chiusura positiva di Wall Street. Pesano i timori legati alla variante Delta del coronavirus.
L’indice MSCI AC Asia arretra dello 0,3%, zavorrato dalle blue chip cinesi, in calo dello 0,6% circa.
Hong Kong arretra dello 0,5%. L’indice Nikkei della borsa del Giappone è poco mosso.
LIVELLI RECORD PER IL NASDAQ, TONFO DI ROBINHOOD
Ancora aria di record sui listini americani, spinti dai risultati delle trimestrali. L’indice S&P500 ha chiuso con un rialzo dello 0,6%, il Nasdaq di quasi lo 0,8%, segnando livelli record. Dow Jones +0,78%.
Prosegue la corsa sulle montagne russi di Robinhood, ieri in ribasso del 27,6%.
Avanza Viacom (+7,1%) che ha sottoscritto un’intesa con Comcast per il lancio dei servizi di streaming in Europa del catalogo Paramount.
L’attenzione è rivolta ai dati sulla variazione degli occupati non agricoli, al tasso di disoccupazione e al salario medio orario.
Il rendimento del Treasury a 10 anni si attesta a +1,23%, +1 punto base. Il greggio è poco mosso. Il Brent e il WTI salgono di circa lo 0,1%. L’oro arretra dello 0,3%, a 1.802 dollari l’oncia.
LA BCE BENEDICE IL RIALZO DELLE BORSE
L’area euro “ha registrato un recupero nel secondo trimestre dell’anno e, con l’allentamento delle restrizioni, procede verso una forte crescita nel terzo trimestre”, c’è quindi la possibilità di un “ritorno ai livelli pre-crisi nel primo trimestre 2022”. Ma non è in vista alcuna novità sui tassi di interesse, perché il rialzo dell’inflazione appare temporaneo e le tensioni sui prezzi si abbasseranno all’inizio del prossimo anno. I tassi resteranno bassi finché l’inflazione non sarà stabile al 2%. Il Bollettino Economico della Bce così ribadisce che i venti di rialzo dei tassi non soffiano sui cieli d’Europa. E così, confortati dalle colombe di Francoforte, in fiero contrasto con i vicini di casa della Bundesbank (alle prese con tassi sui Bund negativi fino al 2050 e oltre), le Borse europee avanzano indisturbate in mezzo a un mare di obbligazioni sottozero.
MILANO (+0,69%) LA MAGLIA ROSA
Milano (+0,69%) è di nuovo il listino più brillante dell’Eurozona. Riparte così da quota 25.655 punti la caccia per sfondare il muro dei 26 mila punti.
Bene anche le altre piazze dell’area euro: Parigi +0,56%, Francoforte +0,34%, Madrid +0,44%.
PIATTA LONDRA: LA BOE NON TOCCA I TASSI
Fa eccezione Londra (-0,02%), in tensione in attesa delle decisioni della Bank of England, che ha lasciato i tassi invariati offrendo una sponda al rafforzamento della sterlina (+0,2%).
VOLANO SIEMENS E NOVO NORDISK
A Francoforte si mette in luce Siemens, che guadagna il 3,6% dopo aver rivisto al rialzo le stime sull’utile per la terza volta nel corso di quest’anno. Adidas arretra del 5%.
L’azienda farmaceutica danese Novo Nordisk avanza del 3,7% dopo aver alzato le prospettive per l’intero esercizio e aver pubblicato utili trimestrali superiori alle previsioni grazie alla domanda per il suo nuovo farmaco contro l’obesità.
Perde lo 0,3% in chiusura il Crédit Agricole, che pure ha registrato il raddoppio dell’utile nel trimestre.
IL RENDIMENTO DEL BTP 10 SFIORA LO 0,50%
Continua il rally dell’obbligazionario. Il Btp decennale è ormai arrivato a un soffio dalla soglia di 0,5% nel corso di una seduta senza scosse.
Lo spread sul Bund sul tratto a dieci anni è a 103 punti base, da 106 in avvio e 107 della precedente chiusura.
Il tasso del decennale si attesta in area 0,52%, con un minimo a 0,51%, rispetto a 0,56% in apertura e dopo aver chiuso ieri a 0,57%.
Il rendimento del Bund decennale si è portato ulteriormente sotto la ‘deposit facility’, cioè la penale per parcheggiare la liquidità presso la Bce, una soglia superata mercoledì per la prima volta da gennaio.
FERRARI PRIMA AL TRAGUARDO
Prende velocità in una seduta tranquilla il recupero di Ferrari (+3,34%) dopo l’accoglienza fredda del mercato alla trimestrale.
In rosso Pirelli (-1%) prima dell’approvazione dei conti del trimestre annunciati a Borsa chiusa: 131,6 milioni di utili contro -101,7 milioni del primo semestre 2020; forte generazione di cassa a 172,3 milioni prima del pagamento del dividendo nel secondo trimestre.
DENARO SU UNICREDIT, RIMBALZANO MPS E CARIGE
Tra i bancari è tornato il denaro su Unicredit (+1,5%) dopo l’audizione del ministro Daniele Franco sulla trattativa per Monte Paschi. Sale anche la Banca senese (+2,7%) dopo i risultati del semestre che vedono un utile netto a 202 milioni.
Torna a correre Carige, con un balzo del 7%, di nuovo sopra quota 1 euro dopo che la banca genovese ha reso noto di avere quasi dimezzato la perdita nei primi sei mesi dell’anno e confermato la prospettiva di ritorno a un utile netto nel 2023.
BPM RECORD: +243% IL RISULTATO NETTO
Bpm +0,24% prima dei conti comunicati a Borsa chiusa. L’istituto guidato da Giuseppe Castagna ha chiuso il primo semestre con un risultato netto più che triplicato a 361,3 milioni (+243,4% rispetto ai 105,2 milioni del 2020) dove i ricavi “core” sono saliti a 1.969 milioni (+11,2%) tornando al periodo pre-covid, ovvero il primo semestre 2019.
Ben intonata Atlantia (+1,7%) dopo i risultati del semestre che non include più Aspi, a seguito della sottoscrizione dell’accordo per la cessione. Il titolo ha iniziato a reagire anche ai dati sul traffico tornati sui livelli del 2019. Brilla invece Autogrill (+2%).
SALE L’UTILE, MA INTERPUMP E TENARIS FRENANO
Svanisce l’effetto risultati per Interpump (+0,2%) dopo che il titolo ha toccato i massimi storici a 55,15 euro.
Copione simile per Tenaris, che cede lo 0,35% dopo i risultati del secondo trimestre che vedono un ritorno all’utile e stime di incremento dei ricavi nel terzo trimestre. Il titolo è partito forte con un rialzo superiore all’1,7% per poi ripiegare subito dopo fino ad oltre il 2%.
ARRETRA NEXI, BRILLANO POSTE E GESTITO
Storna Nexi (-1,4%). Si apprezzano Inwit (+1,32%) e Leonardo (+1,23%).
Poste +1,29% dopo i conti. Corre anche il gestito; Azimut +0,73%, Anima +1,20%, Banca Generali +1,40%. Enel +0,64% dopo la cessione del 50% di Open Fiber per 2.650 milioni euro.