Il ritorno della fiducia fa crescere il numero di imprese in Italia. Secondo l’analisi trimestrale Movimprese, condotta da Unioncamere e InfoCamere sui dati delle Camere di Commercio, fra aprile e giugno sono nate nel nostro Paese 89.089 aziende. Il dato è superiore di 31.167 unità rispetto allo stesso periodo del 2020 e di poco inferiore sia alla media del triennio 2017-2019 sia al risultato del secondo trimestre 2019, quando le iscrizioni erano state 92.150.
Secondo le analisi del Centro Studi Tagliacarne, un punto di fiducia in più o in meno influenza la nascita di un’impresa su due.
D’altra parte, la risalita del numero di imprese non è distribuita in modo omogeneo sul territorio nazionale. In cinque regioni su venti (Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Basilicata e Sardegna), il numero di aperture di imprese nell’ultimo trimestre è stato anche (seppur di poco) superiore a quello del II trimestre 2019.
Per quanto riguarda le forme giuridiche assunte dalle neoimprese, tra aprile e giugno l’anagrafe delle Camere di Commercio ha fatto segnare un deciso incremento (+3.298 unità) di società di capitale (29.934, dalle 26.536 del secondo trimestre 2019).
In linea con una tendenza in atto da tempo, fanno invece segnare un passo indietro rispetto al 2019 le imprese individuali, la forma d’impresa più numerosa nel nostro Paese: 52.790 le aperture di nuove attività nel secondo trimestre di quest’anno, contro le 59.129 di due anni fa (-6.639 unità).
Restano invece nettamente sotto la media degli ultimi anni le cancellazioni, che, tra aprile e giugno, hanno raggiunto quota 43.861, circa un terzo in meno rispetto al valore registrato nel secondo trimestre 2019. A fare la differenza sono state le misure di sostegno messe in atto dal Governo. “È pertanto ragionevole stimare l’esistenza di una platea nascosta di imprese che in circostanze diverse avrebbero già cessato l’attività”, conclude l’analisi.
Tutti i dati sono consultabili sul sito di Infocamere.